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Sì, siamo figli di un Dio minore, ma il calcio non si lasci sfuggire il futsal

 25/08/2014 Letto 1189 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Redazione
Società:    VARIE





Premessa: la politica nel pallone. Le recenti elezioni federali sono state, probabilmente, le più discusse e difficili della storia della FIGC. Si, ancora più difficoltose di quelle post-calciopoli. Per la prima volta in assoluto, l’elezione del Presidente Federale è diventata una questione pubblica, sia per alcuni imbarazzi linguistici (chiamiamoli così) che per il disastro dei mondiali brasiliani, ultima testimonianza di un movimento in grande difficoltà e in caduta libera, soprattutto sotto l’aspetto tecnico e programmatico.

Tevecchiani o Albertiniani, ora, poco importa: chiunque abbia a cuore le sorti del pallone italiano, a rimbalzo controllato o meno, sarà d’accordo nel dire che a prescindere dal Presidente della FIGC c’è la necessità di un cambio radicale. Lo spaventoso calo tecnico dei nostri campionati calcistici è sotto gli occhi di tutti: dalla serie A alla D, lo spettacolo è ormai ridotto ai minimi termini come il numero di presenze allo stadio o di giocatori veri, con la G maiuscola, provenienti dai settori giovanili.
La nuova classe dirigente sportiva, oltre ad un bidone di lungimiranza, ha bisogno di soluzioni forti per interrompere un vortice di declino che sembra incontrollabile. Io, umilmente, gliene suggerisco una: il futsal.

FIGLI DI UN DIO MINORE -  Tavecchio nel suo programma ne ha parlato: il calcio a 5 italiano è arretrato a livello di strutture. Il fatto che il Presidente della FIGC parli di “calcio a 5”  è già qualcosa ma il semplice tema delle strutture, seppur vero ed essenziale per i club, non inquadra per nulla il sistema “futsal” in Italia e né le potenzialità  che, con la sua crescita, potrebbero incidere  sul movimento calcistico italiano.
Sebbene per qualcuno lo sport che amiamo si chiami ancora “calcetto”, negli ultimi vent’anni il futsal italiano ha fatto importanti passi avanti soprattutto per la formazione di nuovi giocatori che hanno avuto la possibilità di crescere e fare tutta la trafila delle giovanili, dai piccoli amici all’under 21. Solo con il pallone a rimbalzo controllato. E’ innegabile che il tasso tecnico dei ragazzi stia crescendo sempre più e questo risultato si nota soprattutto quando, nella stessa rosa, vengono fatti giocare assieme dei ragazzi “100% futsal” e chi, per la prima volta, si avvicina alla disciplina: un terrestre su Marte. Ne sa qualcosa sicuramente Carmine Tarantino che sta raccogliendo con le sue Nazionali i frutti di una lavoro importante.
Questo, in alcuni paesi ma non Italia, è stato capito con largo anticipo. Chi come me ha avuto la fortuna di scambiare opinioni e idee con allenatori di Futsal sparsi per l’Europa, ha capito che sia in superpotenze come Barcellona, sia in realtà in Polonia, il calcio a 5 ricopre un ruolo fondamentale per la crescita dell’atleta. Nella mia ultima esperienza internazionale in Spagna, i tecnici del Barcellona mi hanno spiegato che i loro ragazzi, in quel caso Allievi, alternano di continuo futsal e football. Stessa storia in Olanda, Inghilterra, Portogallo, Brasile, Argentina, Stati Uniti e Australia, Qatar, Emirati Arabi. Grandi polisportive come Barca o Santos investono nel calcio a 5 ricevendo in cambio un giocatore dal tasso tecnico superiore. Quanti top club in Italia hanno una squadra di calcio a 5? Zero.

 

QUALITA' E QUANTITA' - Quanto corrono i giocatori, quanti palloni toccano, quanti cross fanno, quanti minuti giocano, quanti passaggi fanno, quanti tackle? La quantità a discapito della qualità è uno dei problemi che il nostro calcio si trova a dover affrontare e per invertire la rotta,almeno dialetticamente, dobbiamo abituarci a sostituire il “quanto” con il “come”.  Come corrono, come toccano la palla, come si comportano in certe situazione, come crossano, come passano il pallone. La qualità è una caratteristica naturale del futsal e nasce fin dalla scuola calcio in cui al primo posto c’è la tecnica. Un quattordicenne che ha giocato fin da piccolo a calcio a 5 avrà una tecnica e una velocità di pensiero maggiore rispetto ad un suo collega che ha sempre giocato sull’erba. Innegabile. Stessa identica cosa per ciò che riguarda il ritmo (caratteristica imprescindibile che fa la differenza tra la serie A e il patronato) le situazioni di pressione, di inferiorità o superiorità numerica, il gesto tecnico. Il modello brasiliano, per citarne uno, permette all’atleta di allenarsi come un calcettista fin da piccolo e poi, più o meno a 15 anni, di sceglie se continuare con il futsal o giocare a calcio.

CONCLUSIONE - Sebbene troverò di sicuro detrattori alle mie parole, credo che una buona soluzione per il rilancio del calcio sia il futsal. Credo anche che una buona occasione per la crescita del futsal sia il calcio. Mi spiego: abbiamo la necessità di creare un sistema integrato che faccia dialogare le due discipline perché le caratteristiche di una possano influenzare positivamente l’altra. Il Futsal, oltre a formare tecnicamente fin dalle basi i futuri giocatori, potrebbe diventare un importante supporto per il sistema calcio con quest’ultimo che si impegna a sviluppare il calcio a 5 in maniera professionale e professionistica con le grandi realtà italiane. La cura del proprio orticello, con budget e stutus insufficienti, non può continuare, il calcio a 5 deve evolversi. Il calcio invece deve farsi aiutare, investendo sul futsal a livello economico ed organizzativo. Concludo come sempre con un’utopia: mi piacerebbe che le società di Serie A di calcio destinassero 1 milione di euro (o meno) alla creazione di una struttura tecnica e societaria di futsal al proprio interno. Sarebbe un investimento eccellente e lungimirante sul lungo periodo, proprio come quelli che non piacciono a questo Paese.

Andrea Rozzato



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