Supercoppa femminile, era necessario tutto questo? Analisi della pagina nera del futsal rosa
In supercoppa la Lazio annienta la Juniores della Ternana con un risultato clamoroso. C'è chi vuole sotterrare tutto e fare finta di niente e chi invece continua una guerra che rischia ora di diventare inutile.
LA DECISIONE - Di fronte a episodi del genere si rimane davvero sbigottiti e ammutoliti. Forse il silenzio sarebbe davvero la strada migliore. Ma fare finta che non sia accaduto nulla sarebbe da ipocriti e da falsi. Qualcosa è accaduto. Qualcosa di brutto. Su questo non c'è proprio ombra di dubbio. Partiamo dal principio: mercoledì scorso, tramite il nostro sito web, il presidente della Ternana Raffaele Basile annuncia - in veste praticamente ufficiale – che, per volontà della società e per protesta nei confronti della Divisione Calcio a 5, non presenterà la prima squadra in Supercoppa la domenica successiva. Una decisione che fa rumore, che suscita le ire di qualcuno, gli applausi di altri e l'ironia di terzi. Non siamo mai voluti entrare nel merito della questione, perché non vogliamo sindacare sulle ragioni o meno che la Ternana ha voluto fare sue, ma raccontiamo i fatti nudi e crudi.
IL 44-0 - Domenica, di fronte a centinaia di spettatori, con una risonanza di un evento che poteva essere internazionale e che alla fine lo è stata ancor di più, Lazio-Ternana è finita 44 a 0. Fermatevi un secondo, mettetevi a pensare e riesaminate quanto letto: 44-0. Ma è mai possibile una cosa simile? Anche qui le scuole di pensiero si dividono fra chi sostiene che la Lazio ha fatto bene a onorare l'impegno fino in fondo e chi, invece, prende le difese delle povere piccole di casa Ternana, costrette a subire un'umiliazione senza precedenti. Sponda rossoverde fanno sapere che nonostante un passivo mai visto prima, le ragazze sono state onorate di scendere in campo. Sicuramente sì, ma scusate, è davvero una cosa che non si può vedere. Una figura pessima per tutto il movimento. A titolo puramente personale, inoltre, chi vi scrive non vede una singola ragione per la quale Lucileia e compagne si sarebbero dovute fermare dopo 10, 20, 30 gol. Giusto andare fino in fondo.
LA PAGINA PIU' NERA - Ma quello al quale abbiamo assistito è stato uno spettacolo indegno per il nostro movimento, la pagina più nera della Serie A Femminile da quando è stata istituita. E non per colpa della Lazio e neanche per colpa delle U18 delle ferelle. Ciò che è assurdo è che il giorno dell'apertura ufficiale della nuova stagione il nostro futsal in rosa abbia toccato il fondo in maniera così netta. A Terni sognano e parlano di rivoluzioni, di segnali forti. Beh, un 44-0 è un segnale molto forte, ma anche un'onta vera e propria, che non può essere lavata via con un colpo di spugna. Parliamo sempre di una Nazionale italiana, di una Serie A d'Elite a 8, 10, 12 squadre. Ma siamo pronti mentalmente? Siamo pronti come movimento? Siamo pronti come società, organizzazione e professionalità? Il futsal femminile, realtà di nicchia di uno sport di nicchia – guardiamoci negli occhi e siamo sinceri per una volta tanto – ne esce ridimensionato, calpestato nell'orgoglio e frenato in una crescita che negli ultimi due anni era parsa vertiginosa. Fermiamoci a riflettere per favore. Perché ora bisogna farsi qualche domanda in più.
Matteo Santi