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Rubrica | Scarpini in fuga: Giobatta Bianchini ci racconta la sua Australia

 27/10/2014 Letto 2014 volte

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Società:    VARIE





L’Australia è considerata una delle mete ideali da molti viaggiatori. Un paese tanto lontano da noi, ma al tempo stesso ricco di misteri, di sorprese e di incantevoli spettacoli naturali talmente belli da far rimanere estasiati. Scarpini in fuga ha fatto tappa qui, in quella che molti definiscono la terra dei canguri, per capire come viene vissuto il futsal. La nostra guida d’eccezione è Giobatta Bianchini, ex portiere della Marca futsal campione d’Italia trasferito a Melbourne per difendere i pali del Pascoe Vale. Un’avventura nata tramite i social network e trasformata da sogno in realtà nell’arco di brevissimo tempo. Una favola che ha permesso al giovane portiere di Montebelluna di vivere un’esperienza speciale, trascorsa tra i successi sul campo, le soddisfazioni personali, il fascino di una terra tutta da esplorare e una pagina Facebook dove poter raccontare tutto ad amici e fan.

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Viviamo nell’era del web 2.0 e la tua avventura in Australia è nata praticamente dalla rete. Tutto è partito via Facebook, poi Skype e alla fine il sogno è diventato realtà.
Sì, questo è un mondo davvero piccolo sotto questo punto di vista, ovvero è facile mettersi in contatto con tutti i paesi del mondo senza troppi problemi. I primi contatti come dicevi sono partiti da Facebook in quanto, dopo aver chiesto ad Andre Caro (capitano del Pascoe Vale) alcune informazioni riguardo il futsal in Australia, si sono venuti a creare dei "contatti"; quello principale è stato con Matteo Rocca, essendo entrambi italiani non abbiamo avuto difficoltà a discutere del tutto. Lui mi conosceva dato che ho giocato alla Marca Futsal per tutta la mia giovane carriera, fino ad arrivare in prima squadra con la quale sono rimasto per tre anni vincendo anche uno scudetto. Comunque sia dopo qualche scambio di opinioni iniziale, si è arrivati alla proposta da parte della squadra perché necessitavano di un portiere.

Cosa ti ha affascinato subito di questo progetto e cosa ti ha convinto definitivamente ad accettare?
La cosa è stata davvero veloce, non più di un mese. Il mio sogno e scopo di vita è viaggiare, viaggiare e giocare! Da qui puoi ben capire che non mi sono fatto sfuggire due volte questa occasione anche perché purtroppo la Marca Futsal stava fallendo e io mi sono trovato un po’ in crisi (dal punto di vista sportivo) per questo. La cosa che più mi ha affascinato è stata che avrei vissuto da solo dall'altra parte del mondo, in un paese che sognavo di visitare e dove avrei potuto mostrare tutto quello che sapevo fare e che avevo imparato pur avendo solo 19 anni.

So che in Australia ti sei occupato del settore giovanile. Una tua scelta ben precisa oppure è stato il tuo nuovo club a proporti questa cosa?
Esatto, in Australia ho seguito il settore giovanile, dai bambini di due anni fino agli under 21 e anche adulti. Io sono sempre stato influenzato da grandi allenatori, primo tra tutti Tiago Polido, quindi ho sempre avuto una passione per l'allenare e insegnare quello che sapevo. La società mi ha messo a disposizione questo ruolo in quanto il futsal da queste parti non è professionistico, quindi non guadagni soldi giocando e basta, avrei dovuto comunque lavorare. La "carriera" da allenatore è iniziata anche per il fattore guadagno dato che mi sarei dovuto mantenere lavorando. Senza dubbio è stata un scelta felice perché mi sono divertito un sacco e da quello che ho visto i bambini si sono affezionati tantissimo a me e io a loro. Ho seguito un po’ tutti i bambini del settore giovanile e in particolare gli under 12 con i quali ho vinto una coppa prestigiosa. Quindi anche da questo punto di vista mi sono tolto diverse soddisfazioni.

Puoi raccontare ai nostri lettori il futsal australiano?
Questa è forse la domanda più frequente. Il futsal in Australia sta nascendo in questi anni quindi si può dedurre che non sia a livelli altissimi. Il problema più grande secondo me è il fatto che non ci sia una federazione principale. Esistono tre diversi campionati di serie A, uno a Melbourne che è teoricamente il migliore ed è quello dove ho giocato, uno a Sydney e uno a Perth. Il livello è davvero basso, come una C1 italiana, se non per 3/4 squadre per campionato che invece sono molto competitive. Il problema di avere tre campionati è che le squadre forti sono poche e sono separate; se si venisse a creare un solo campionato con le migliori dei tre campionati allora sarebbe molto più competitivo. Io ho avuto il piacere di giocare per il Pascoe Vale, la squadra più forte in assoluto, che potrebbe giocare senza problemi in una nostra A2, non per niente abbiamo vinto tutte le partite nell’anno calcistico appena concluso (campionato, coppe e tornei compresi). La cosa bella del campionato è che una volta all'anno si affrontano tutte le squadre australiane più forti in una coppa chiamata FAFL e dalla quale viene decretata la squadra più forte e quest'anno abbiamo vinto noi, il Pascoe Vale.

Il livello dei campionati, l’attenzione dei media e degli spettatori e soprattutto le differenze con quello italiano.
Il livello di gioco per il 99% è di molto inferiore alla serie A italiana se non per un paio di squadre, tra cui la mia. Per quanto riguarda i media da queste parti sono davvero bravi, ci sono riprese a ogni partita, Facebook è pieno di partite,foto e interviste e anche i giornali spesso pubblicano articoli riguardanti il campionato Australiano. In conclusione le più grandi differenze tra il campionato italiano e quello australiano sono: gli stipendi, il livello generale dei giocatori e la mancanza di una vera federazione

Torniamo a Facebook. Hai una pagina fan dove poter trovare video, foto e informazioni sulla tua avventura. Un modo utile per rimanere in contatto con l’Italia
Si, è vero. Da poco ho una mia pagina dove pubblico le mie foto e tutto ciò che mi riguarda sportivamente. La pagina è nata solo qualche settimana fa e ha avuto un buon successo in quanto sono già a 700 like, sperando ovviamente che possano aumentare. È nata principalmente per stare in contatto con l'Italia e con tutti i miei amici che in questo modo possono sapere cosa sto combinando.

L’Australia è definita da molti un paradiso della natura. Hai la tua top five dei posti migliori di questa terra?
Io ho appena avuto la fortuna di avere il mio ultimo mese di pura vacanza e sono andato a girare un po’ l'Australia. Senza dubbio la natura è qualcosa di incredibile, ma anche le città sono sensazionali. La mia top 5: al quinto posto metterei Cairns, città di mare a Nord est dell'Australia. Al quarto posto Sorrento Beach, una spiaggia famosissima per il surf e dispersa nella natura. Al terzo posto Sydney, città che mi ha lasciato a bocca aperta. Al secondo posto Melbourne in quanto ormai è la mia seconda casa, una città fantastica sotto tantissimi aspetti, viva, intelligente e pulita; la si deve vivere per capire. Al primo posto ovviamente metto la Grande barriera corallina e la foresta pluviale a nord dell'Australia. Sono posti che mi hanno cambiato, davvero; ti fanno capire quanto perfetta è la natura e quanto piccolo e inferiore è l'uomo davanti a tutto questo splendore che la terra ci offre, non siamo nient'altro che ospiti!

L’ultima domanda riguarda il tuo futuro. Il campionato australiano è terminato e ti appresti a ritornare in Italia. Torneremo a vederti all’opera sui campi nostrani oppure c’è già una nuova sorpresa all’orizzonte?
Il campionato è finito, qua ho archiviato un sacco di soddisfazioni dato che ho vinto tutto quello che potevo vincere a livello di club. inoltre a livello personale ho vinto il Golden Glove come miglior portiere in Australia. Quindi direi che è il momento giusto per cambiare. In testa ho ancora il sogno di continuare a viaggiare e cosi farò. Diciamo che ad Aprile farò un'altra esperienza all'estero, 90% serie A in Giappone, ma per scaramanzia non lo do per scontato. Quello che posso dire è che da novembre fino ad Aprile sarò in Italia molto probabilmente quindi dovrò trovare una squadra in cui potermi allenare e giocare perciò ne approfitto per farmi un po’ di pubblicità: se qualcuno ha bisogno di un giovane portiere...eccomi!


Elia Modugno



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