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Menichelli, le oriunde e le convocazioni: il sondaggio sulla Nazionale italiana femminile

 29/10/2014 Letto 2502 volte

Categoria:    Femminile
Autore:   
Società:    VARIE





Nasce la nazionale italiana femminile di calcio a 5. E' questa la notizia sulla bocca di tutti quanti nell'ultima settimana. Tonelli l'ha annunciato durante l'Assemblea straordinaria della Divisione Calcio a 5, spiazzando tutti anche sulla scelta del CT: Roberto Menichelli. Due notizie, quella della nazionale e quella del commissario tecnico, che ci hanno lasciato a bocca aperta, increduli, ma entusiasti. Assieme a cinque colleghi, che del mondo futsalistico femminile fanno qualcosa che va oltre ad una semplice passione, proviamo ad analizzare i punti centrali della questione e a dilettarci nel gioco dei quintetti/convocazioni.

L'abbiamo aspettata e invocata, ora finalmente ce l'abbiamo anche. Che cosa significa per il movimento la creazione della nazionale femminile?

Carlo De Sandoli: 23 Ottobre 2014, segnatevi questa data: rappresenta un momento storico per il Futsal italiano. Devo ammettere che la Divisione ci ha spiazzati tutti, ci hanno giocato un bello scherzo... ma tanto piacevole! La volevamo tutti, l'abbiamo aspettata, desiderata, sognata. Dal 1 Gennaio sarà realtà, ed è merito di tutti gli amanti del Futsal Femminile, nessuno escluso. E' un premio a tutti noi. Sai bene che siamo una famiglia; quando si tratta di Nazionale non esistiamo per nessuno: prendi ad esempio la partita della Nazionale Maschile che si è appena giocata, contro il Kuwait con uno streaming precario, senza commento... eppure l'abbiamo guardata tutti! La Nazionale unirà ancor di più questa grandissima famiglia. Poi sarà l'occasione buona per rendere la Serie A più professionale. Oggi siamo indietro, quando leggo delle tantissime partite decise in base ai ricorsi per errori nei tesseramenti provo imbarazzo. La Nazionale può essere un punto di partenza verso un futuro senz'altro migliore.

Gisberto Muraglia: Per il movimento significa acquistare più credibilità, autorità e visibilità. Rimango nel personale e ti cito l’esempio delle mie interviste alle giocatrici spagnole e/o brasiliane: alla domanda “ma chi è per te la giocatrice italiana più rappresentativa?”, purtroppo la risposta era sempre un “non conosco bene purtroppo”. Ecco, mi auguro che adesso la nostra disciplina esca dall’orticello nazionale e getti seriamente le basi per la crescita e per la sua diffusione capillare. E ora di riflesso prepariamoci anche a gare più belle e combattute, perché adesso le nostre ragazze scenderanno in campo con più motivazioni. Tutte vorranno far parte delle papabili di Menichelli. E questo ora non può che ridare nuova linfa alla serie A. E non dimentichiamoci dei settori giovanili: sono di fondamentale importanza per il futuro.

Letizia Costanzi: Significa avvicinare e far crescere le giovani non solo con il mito di Lucileia, Amparo ecc… ma anche con il sogno di poter indossare la maglia azzurra. Significa confrontarsi con altre nazionali, imparare ed essere stimolati a crescere. Significa dare maggiore visibilità al futsal femminile italiano, costruire un prestigio internazionale e contribuire a far diventare il futsal uno sport olimpico.

Silvia Vinditti: Era tantissimo che attendevamo una notizia del genere. Meglio tardi che mai. Credo sia il giusto traguardo e il punto di partenza dell'intero movimento. Rappresentare la nazione e la disciplina a livello internazionale significa poter finalmente uscire dal maledetto provincialismo che sinora ci ha contraddistinto. Sarà un'opportunità di crescita, per un futsal più bello.

Francesco Sisca: E' una gratificazione per tutti quelli che hanno investito tanto su questo sport, che ogni domenica offre tanto. Ora però viene il difficile, una volta conquistata bisogna mantenere alta la qualità e la passione. Non dobbiamo rischiare di adagiarci sugli allori! Ora serve un impegno congiunto delle società e della divisione per creare un movimento intorno che gratifichi e che convinca gli sponsor ad investire. Per deformazione professionale (e mi sto proponendo) penserei a creare una WebTV esclusiva che segua allo stesso modo tutti gli eventi del femminile (e non solo i top team) e che crei un mondo che abbia valore intorno, in modo da invogliare gli sponsor. Sarebbe un grosso sacrificio con un costo modesto, ma porterebbe dei frutti enormi a lungo termine!!!


La scelta di Menichelli, ti convince? Si o no e perché.

Carlo De Sandoli: La scelta di Menichelli è un fulmine a ciel sereno, ma chi meglio di lui avrebbe potuto assumere questo incarico? Menichelli è il nostro mister, rappresenta tutti noi. Non ci poteva essere scelta migliore. Ho già letto di critiche relative al doppio impiego, ma francamente avere il ct della maschile alla guida anche delle ragazze è solo un motivo d’orgoglio e non potrà che apportare benefici a tutto il movimento.

Gisberto Muraglia: Sì, mi convince. È un grande uomo di sport e una grande persona. Lontano dalle polemiche, concreto sul campo. E ovviamente un signor allenatore. Ottima scelta, anche se istintivamente – e forse in maniera anche un po’ provocatoria – ti dico che ci avrei visto bene una donna al comando. Attenzione: la mia non è una critica, sia ben chiaro. La nostre ragazze con Menichelli sono in gran belle mani. La domanda che mi pongo è: potrebbe essere un problema l’assenza di esperienza di Menichelli nel futsal in rosa? La domanda che mi facevo lo scorso anno con Calabria alla Lazio. Ma un grande gruppo – dal punto di vista umano e tecnico – può aiutarti a colmare questa lacuna. Anche perché Menichelli avrà il tempo giusto per “farsi le ossa”. Auguri mister!

Letizia Costanzi: Si, è l’anno zero e si inizia da un tecnico che ha un curriculum eccellente e che è campione d’Europa con la squadra maschile. A bocce ferme, di meglio in Italia non si poteva trovare. Gli allenatori poi vengono giudicati sul lavoro svolto e sui risultati, per cui staremo a vedere.

Silvia Vinditti: Credo sia la persona giusta. In Italia ci sono tanti mister bravi, ma cominciare da una persona, che ha portato l'Italia sul tetto d'Europa, che è abituato a rapportarsi con questi gruppi, che è un maestro della disciplina, è il massimo. Questo potrà essere uno stimolo maggiore anche per gli allenatori delle femminili. Credo proprio si dovesse cominciare da Menichelli, visto che è un personaggio che ha una grande rilevanza anche a livello estero. Mi auguro che faccia una bella cernita a 360 gradi e di vederlo nei palazzetti di tutta Italia: ci sarà da allestire un gruppo, fare attente valutazioni. In giro ci sono tante atlete pronte a sbocciare.

Francesco Sisca: In linea di massima sì, perchè per esperienza e qualità non vedo chi meglio del mister. Inoltre il suo futsal mi piace, quindi credo che sia stata la scelta migliore e, con un pizzico di provocazione, anche la più facile! E si eviteranno, almeno all'inizio, casi di campanilismo con sicure convocazioni discutibili!

Questione spinosa: oriunde sì, oriunde no. E' un falso problema? Come detto da Basile?

Carlo De Sandoli: Bella domanda. Al momento la Serie A ci dà un dato di fatto innegabile: la differenza la fanno le straniere. E’ pur vero, però, che finora non c’è stato modo di unire tutte le italiane migliori e testare qual è il loro attuale livello. Non dimentichiamoci dell’exploit della Reggina dopo il primo Campionato, ed erano tutte italiane. Io sono per il no, almeno nella fase iniziale. Credo che le Guidotti, le Pomposelli, le Moroni e le Margarito d’Italia possano giocarsela contro tante Nazioni. Fretta di vincere, poi, non ce l’ho: perdere 7 o 8-1 contro il Brasile mi starebbe più che bene. Se poi volete fare come molte società e puntare a vincere subito… fortunatamente la scelta non spetta a me. Sono per il no.

Gisberto Muraglia: Io penso che la verità stia sempre nel mezzo: non trovo giusto impedire alle giocatrici oriunde valide di indossare la maglia della nostra nazionale. Ma allo stesso tempo vorrei evitare “l’oriundizzazione” completa. Quindi direi di metterci un tetto massimo: 2-3 al massimo.

Letizia Costanzi: Il maschile dovrebbe averci insegnato qualcosa, speriamo!

Silvia Vinditti: Le oriunde fanno parte del campionato. Le abbiamo volute e ci sono presidenti che ci spendono tanti soldi – questione sulla quale non sono d'accordo -. Inserirne qualcuna in un gruppo con tante giovani italiane potrebbe essere utile. Giocatrici come Bruna Borges o Dalla Villa possono dare qualità al gruppo ed essere un esempio per tante giovani azzurre. Qualcuno che abbia vissuto esperienze diverse serve, ma senza esagerare: inserirebbero un tocco d'esperienza per una nazionale che si affaccia per la prima volta ad una dinamica di nazionale, una dinamica al di fuori dei confini italiani.

Francesco Sisca: Credo sia un falso problema. Credo che le vere top-player in Italia non sia arruolabili in nazionale, e per quelle arruolabili, non vedo sinceramente delle fuoriclassi in grado di cambiare volto ad una squadra. Però ovviamente preferirei che fossero tutte italiane, certo che se Lu o Amparo fossero disponibili, credo che in pochi avrebbero da ridire.

Disegna il tuo quintetto ideale e le 14 che convocheresti.

Carlo De Sandoli: Ci sono tantissime ragazze che meritano l’opportunità di vestire la maglia Azzurra. L’intuizione della Divisione di creare una Serie A a più gironi ha permesso in questi anni di far conoscere tantissimi talenti ‘made in italy’. E’ una scelta che ho sempre appoggiato, a differenza di chi voleva sin da subito una Serie A d’èlite. Ora abbiamo quattro anni in più d’esperienza alle spalle, e bene o male i talenti migliori li conosciamo tutti. Una mia lista l’ho stilata, ma era solo per gioco. Non sono un tecnico, anche se credo di saper riconoscere bene i ‘veri’ talenti. Te ne potrei nominare almeno trenta, ma farei un torto ad altrettante ragazze, tutte meritevoli di questa opportunità. Adesso tocca a loro, è giunto il momento di dimostrare quanto valgono. E comunque. Portieri: Margarito, Mascia, Ghanfili.
Movimento: Presto, Siclari, Violi, Convertino, Nicoletti, Pinto, Pomposelli, Moroni, Guidotti, Exana, Belli

Gisberto Muraglia: Quintetto ideale con Mascia, D’Incecco, Bruna, Exana, Nicoletti. Quattordici  convocate e dico: Mascia, Margarito e Ghanfili come portieri, poi D’Incecco, Presto, Violi, Benetti, Pomposelli, Exana, Benetti, Nicoletti, Borges, Coppari, Catrambone. Ma credimi, ce ne sono tante altre che meriterebbero, vedi Giustiniani tra i pali, Guaime come centrale, per dirne due. E poi permettimi di menzionare una calcettista che purtroppo penso non ne farà parte per via di quella carogna della carta d’identità, ma mi auguro che Mina D’Ippolito sia inserita nello staff tecnico. Se lo merita. Una con quasi venti finali alle spalle non può che meritare questi palcoscenici.

Letizia Costanzi: Spero solo si dia il giusto spazio a qualche ottima giovane accanto ai nomi già noti.

Silvia Vinditti: Ghanfili, D'Incecco, Pomposelli, Nicoletti e Benetti può essere un quintetto? Comunque chiedo scusa per avere una visione limitata della questione. Per posizione geografica ho visto solamente le partite del girone del centro e non posso toccare con mano lo stato di crescita di tante altre italiane che saranno altrettanto meritevoli. Da ex giocatrice pagherei oro per indossare quelle maglia e spero che chiunque venga convocata possa onorare al massimo impegno dando sempre il cento per cento.

Francesco Sisca: Questo è lo sport più bello d'italia, ovvero l'allenatore a budget infinito. Quintetto ideale: Ghanfili, Violi, D'Incecco, Nicoletti, Catrambone. Subito dietro: Margarito, Guidotti, Siclari, Benetti Pastorini, Presto, Exana
Ma abbiamo lasciato fuori gente che giocherebbe ovunque titolare... Chiudo facendo un in bocca al lupo al mister e ringraziando la divisione (sperando che il prossimo anno ci regali una serie a unica, non siamo mai soddisfatti) faccio i migliori auguri alle ragazze che ci rappresenteranno, sapendo benissimo che daranno tutte l'anima in campo per questa maglia sudata fino alla fine. Forza azzurre!


Ringraziamo Carlo De Sandoli, Gisberto Muraglia, Letizia Costanzi, Silvia Vinditti e Francesco Sisca per la collaborazione dimostrata nella realizzazione del pezzo.


Matteo Santi



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