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La rabbia del presidente Martino: «Con il Velletri errori arbitrali assurdi, non può pagare sempre la società »

 20/11/2014 Letto 768 volte

Categoria:    Serie C2
Autore:    Francesco Carolis
Società:    CISTERNA F.C.





Dopo la rocambolesca sconfitta sul campo del Velletri, il presidente Tomas Martino alza la voce lamentando i clamorosi errori arbitrali subiti dal Città di Cisterna e da altre formazioni del girone D.

LO SFOGO DI MARTINO - Il massimo dirigente della squadra pontina racconta ciò che è accaduto nell’ultimo turno di campionato: “Abbiamo chiuso il primo tempo in vantaggio di due reti, ad inizio ripresa tuttavia ci siamo trovati al limite del bonus di falli e successivamente l’arbitro ha fischiato tutto contro di noi: nel finale di gara inoltre è avvenuto l’inverosimile poichè non è stato fatto disputare un recupero di tre minuti segnalato con evidenza dallo stesso direttore di gara”. Martino precisa che i fatti di Velletri non rappresentano un’eccezione alla regola: “Abbiamo ricevuto torti arbitrali anche nel ritorno di Coppa Lazio con il Pavona e nel match sul campo del Penta Pomezia: sottolineo inoltre che non siamo l’unica società a dover subire questi episodi, ho ascoltato lamentale anche da parte di altre squadre”.

DANNO E BEFFA - Il match di sabato ha determinato pesanti conseguenze disciplinari tra le fila del Cisterna aumentando l’amarezza del presidente Martino: “Non ho più parole per commentare ciò che sta accadendo: se gli organi competenti non si mettono in gioco e risolvono una volta per tutte questi problemi è difficile andare avanti, le iscrizioni sicuramente diminuiranno ed il livello della categoria si abbasserà sempre di più”. Martino si rivolge direttamente al Comitato per evitare il ripetersi di controversie di questo genere: “Pretendo rispetto perchè le squadre non possono essere sempre le uniche a pagare per questi episodi: senza dubbio bisogna tutelare anche l’arbitro perchè non è facile dirigere una gara di calcio a 5, ma non è più accettabile che ciò si ripercuota sulle società”.


Francesco Carolis



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