Teresa Lo Cicero, “anema e core”, special Iron girl. Dalla Quisquina all’Iron Team, il giusto mix per essere una grande atleta.
L’amore per il suo paese, adora la Juventus e fa un pensierino ai playoff scudetto.

Parliamo un po’ della tua formazione e del tuo percorso nel calcio a 5?
Il mio percorso nel calcio a 5 inizia nel 1998, anno in cui entro a far parte della squadra del mio paese, la Quisquinese che partecipava ai campionati provinciali. Mi sono sempre allenata con costanza e serietà, sono stata il capitano della squadra e per un anno anche il mister. Dal 2009 al 2013 abbiamo partecipato al campionato di serie C regionale facendo tanti sacrifici, ci siamo sempre gestite noi ragazze nel cercare sponsor e contributi per poter sostenere le spese che richiede un campionato del genere e questo perché nessuno mai si è voluto occupare di noi tranne una persona che per noi è stata fondamentale; egli impiegava il suo tempo libero per aiutarci in tutto, una persona volenterosa, umile e con un grande cuore che merita tutto il mio rispetto e la mia stima, grazie a lui siamo riusciti a partecipare per quattro anni a questo campionato e a far conoscere il nostro paesino in tutta Sicilia, per questo voglio approfittare di questo tuo spazio per ringraziare Totò Rametta. La partecipazione alla serie C mi ha dato l’opportunità si essere convocata per due anni nella rappresentativa regionale di mister Massimo Neglia e nel 2013 è arrivata la proposta dall’Iron Team.

I ricordi e/o le emozioni particolari che ricordi con gioia nella tua esperienza alla Quisquinese?
Per me è stata una seconda famiglia, sono tanti i ricordi che ho, tante le emozioni, ho instaurato importanti rapporti di amicizia in questo gruppo, persone che porterò sempre nel mio cuore, che credono e hanno sempre creduto in me. Ricordo la nostra prima partita in serie C, col Trinakria, abbiamo perso 13-1, ma è stata la nostra prima partita e per me già era tanto giocarla. Ricordo anche il passaggio del turno ai playoff contro il Castellammare,finita la partita  siamo uscite correndo dal campo e ci siamo immerse a mare vestite, o il pareggio in casa da noi nel 2013 contro la Futsal P5, per noi valeva come una vittoria.

Il tecnico al quale sei rimasta più affezionata o che ritieni essere un punto di riferimento nella tua crescita di calcettista?
Massimo Neglia, tecnico molto qualificato e grande persona fuori dal campo; ma se sono arrivata a giocare a questi livelli lo devo principalmente ai mister che ho avuto in passato alla Quisquinese, ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa, mi hanno trasmesso i veri valori dello sport. Ringrazio Giovanni Rizzo, Andrea Cacciatore, Leonardo Padronaggio ed Ernesto Leto per quello che hanno fatto per me nel corso degli anni.

Dalla Quisquina all’Iron Team, quanto è stato difficile per te,lasciare i luoghi della tua infanzia, crescita per trasferirti in una grande città quale Palermo?
Io sono molto legata al mio paese, non è stato semplice cambiare le mie abitudini e lasciare la mia squadra, ma avevo bisogno di crescere calcisticamente, migliorare. Per questo ho accettato con piacere la proposta dell’Iron Team. Non è stato difficile comunque ambientarmi, ho trovato un bel gruppo composto da brave ragazze, da grandi atlete.

Parliamo brevemente di S. Stefano di Quisquina, tranquillo centro dei Monti Sicani, cosa maggiormente ti affascina della tua terra?
Adoro il mio paese, non lo cambierei con nessun altro posto, l’unico problema è che non c’è tanto lavoro e quindi si è “costretti” ad andare via. Producono dell’ottimo formaggio, di solito a maggio, infatti, molto nota nell’interland è la sagra del formaggio, da dove arrivano persone da tutta la Sicilia. Come a Palermo, anche a Santo Stefano festeggiamo Santa Rosalia la prima domenica di giugno, una festa che dura cinque giorni. Il martedì si fa il pellegrinaggio all’eremo della Quisquina, dove si trova anche la grotta di Santa Rosalia. E’ un paese piccolo ma che vale la penna visitare.

Quanto è stata importante la tua famiglia nella scelta di approdare in una grande realtà di futsal quale l’Iron Team? E cosa ti ha spinto ad accettare lo scorso anno il progetto Iron Team Palermo?
I miei genitori non erano molto d’accordo col mio trasferimento a Palermo, ma alla fine la decisione era la mia, decisione appoggiata da mio fratello e mia sorella, contenti che io intraprendessi questa nuova esperienza.

Il ruolo che prediligi più in campo?
Laterale, ma ho anche giocato come centrale difensivo.

Da tifosa juventina quale sei te, c’è un calciatore a cui ti ispiri in campo?
Non mi ispiro a nessun giocatore, ma amo il modo di giocare che ha Andrea Pirlo.

Musica e/o artista preferito da ascoltare prima di una gara?
Ascolto sempre musica movimentata prima di una gara.

Se dovessi scegliere un viaggio, quale meta preferisci, capitali europee, isole tropicali o oriente? E se c’è in alternativa una meta che prediligi?
Vorrei visitare la Spagna in particolare Barcellona e Madrid.

Una domanda è d’obbligo, come ti trovi a Casa Iron?
La convivenza non è mai semplice, siamo quattro persone in casa, ognuno con le proprie esigenze. A parte questo sono tutte brave ragazze, io  sono la più grande della casa… per loro ormai sono la mamma, neanche per nome mi chiamano più.

Se domani squilla il tuo telefono, dall’altra parte risponde il selezionatore della Nazionale Italiana Femminile, Roberto Menichelli, che ti comunica a breve la tua convocazione con la maglia azzurra, quale potrebbe essere la tua reazione immediata?
Sarei certamente felice di ricevere una chiamata dal tecnico, ma so per certa che io ho tanto da lavorare e migliorare per poter ricevere una chiamata del genere.

Teresa, quale è il tuo sogno nel cassetto?
Giocare in Nazionale… dai, scherzo, io vorrei poter trovare un buon lavoro e continuare a praticare il fusal e perché no, arrivare tra le prime cinque in classifica con l’Iron Team.

Ufficio Stampa Iron Team

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