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Rubrica | Il personaggio della settimana, Paolo Pellegrini: "Alla Roma Torrino si creano giocatori, non si comprano"

 29/01/2015 Letto 1633 volte

Categoria:    Giovanili
Autore:   
Società:    BRILLANTE TORRINO





A vederlo nella foto è ancora un ragazzino. Guanti da portiere come ai vecchi tempi e maglia rigorosamente sponsorizzata BNL, mentre abbraccia il suo amico Massimiliano Mannino, ora tecnico della Lazio. Paolo Pellegrini, molto di più dell'allenatore dei Giovanissimi della Roma Torrino, è il personaggio della settimana di Calcio a 5 Live. E lo fa entrando a gamba tesa sulla situazione del suo club (a difesa della prima squadra e del settore giovanile), ma parlando anche dei suoi figliocci, del successo dell'Italia all'Europeo e della situazione del calcio a 5 azzurro.

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Paolo, che momento sta attraversando la Roma Torrino?
Con la prima squadra non stiamo ottenendo i risultati sperati, ma voglio tirare un po' di acqua al nostro mulino. Con il settore giovanile stiamo andando a mille: lo scorso anno due squadre tra Juniores, Allievi e Giovanissimi sono arrivate alle finali nazionali, sono sicuro che anche stavolta ci ripeteremo. Quelle di Venditti arrivano sempre, perché lui è un vincente. Maurizio ha i suoi metodi, a volte anche criticabili, ma tutti i giocatori più forti del panorama laziale sono stati sotto la sua ala protettiva.

Qual è la politica del vostro club?
Preparare i giocatori della scuola calcio a 5 al salto di categoria. Nella passata stagione abbiamo gettato le basi, ora questa è diventata la nostra filosofia a tutti gli efetti. I ragazzi che passano nella Juniores di Venditti devono essere già pronti, tant'è che lavorano in allenamento sugli stessi schemi e con lo stesso modulo. Ai Giovanissimi ci pensiamo io e La Zara, agli Allievi il duo Caiazzo-Montanari. Sono tutti sotto età e la cosa bella è che provengono tutti dalla scuola calcio di Rosci, un maestro. Noi, a differenza di altre società, non compriamo i giocatori: li facciamo in casa.

Parallelamente al settore giovanile, però, ci sono i risultati deludenti della prima squadra, ultima in classifica.
Vero, ma quanta sfortuna! Tranne contro le corazzate, tante partite le abbiamo perse per distrazioni all'ultimo minuto. Il momento è difficilissimo, ma anche in quel caso stiamo lavorando per il futuro. I ragazzi stanno facendo una grande esperienza, anche grazie al lavoro di Minicucci e Zito, che allena pure l'Under 21. Abbiamo i migliori allenatori del panorama laziale: noi non cerchiamo la vittoria a tutti i costi, di quella non ce ne frega niente, l'importante è creare giocatori.

Tant'è che in giro per l'Italia ci sono tanti ex Torrino.
Be', direi proprio di sì, fanno tutti bella figura, con la maglia dell'Italia, nei campionati nazionale e in quelli regionali. Ma la cosa che più mi fa piacere è vedere che si contraddistinguono per l'educazione, perché questa è una delle nostre prerogative. Poi, un'altra cosa bellissima, è che tutti hanno nel cuore la maglia del Torrino. E questo l'ho capito in occasione di un evento in particolare...

Quale?
Ai funerali del nostro dirigente Nicola Antuofermo, scomparso nell'estate del 2012. Ho rivisto ragazzi come Emiliano Rossetti e “Ciccio” Angelini, tutti con la maglia della nostra società, perché loro sono e saranno sempre del Torrino. Uno solo non lo è più, ed è Daniele Chilelli, perché lui era un cuore Acquedotto (ride, ndg). Scherzi a parte: la sua filosofia è molto simile alla nostra; tant'è che all'inizio c'è stata un po' di rivalità, ma ora c'è solo stima.

Cambiamo discorso: come si sta lavorando nei settori giovanili laziali?
A livello regionale molto bene. Basti pensare che nella Rappresentative abbiamo due tecnici che sono l'espressione massima del calcio a 5. Nei Giovanissimi c'è Calabria. Anche se lo conosco da tempo e ci lega un rapporto di stima, mi hanno colpito le sue parole nella rubrica “Analisi tattica”: “Non ingabbio i giocatori, li faccio giocare”. Belle parole. E poi negli Allievi e nella Juniores uno con il pedegree come Tallarico è una garanzia, anche se pure Corsaletti era bravo e ha fatto un ottimo lavoro. Insomma, sono convinto che al Torneo delle Regioni almeno un titolo lo vinceremo.

E nel nazionale, invece?
Ci sono delle corazzate che lavorano benissimo, vedi il Pescara, il Montesilvano e il Kaos. Quest'ultima, in particolare, ha un allenatore bravissimo come Andrejic, che cresce i ragazzi dalle categorie più basse fino all'Under 21. I settori giovanili sono in forte aumento, anche grazie ai Futsal Camp tenuti da Tarantino, uno per cui il curriculum parla da solo.

Qual è stata la tua più grande emozione nel calcio a 5?
Sicuramente la vittoria dell'Italia ad Euro 2014, nonostante da alcuni sia stata criticata per il fatto che in squadra c'erano troppi stranieri. Ma basta con questa storia! Io ero presente e posso garantire che loro sono italiani come noi, e sapete quando ho capito che avremmo vinto l'Europeo?

Quando?
Poche ore prima della finale, all'uscita delle due squadre dall'albergo. L'Italia era tutta compatta e concentrata, la Russia invece spaccata in due: da una parte i russi, dall'altra i brasiliani. Ecco, la differenza tra noi e le altre nazionali stava tutta là.

Siamo in chiusura: c'è un aneddoto da raccontare?
Oggi vedo giocare Molitierno e mi viene da sorridere. Francesco me lo ricordo quando giocava nel 2005 con me alla Lidense. Un giorno venne e mi disse: “Mister, ho ricevuto una proposta dalla Lazio Colleferro, che faccio?”. Io, senza esitare un attimo, gli risposi: “France', la vedi quella porta? Ecco, allora vattene a fan****!”. Ultimamente, quando l'ho rivisto, mi ha ricordato che se non l'avessi mandato a quel paese, oggi forse non sarebbe il portiere titolare della Lazio e della Nazionale. Sono soddisfazioni, come Miarelli che mi chiama ancora “maestro”. Questo è il bello di far crescere i giovani e di farlo con il Torrino.


Francesco Puma



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