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Minturno verso il ritiro, Di Ciaccio accusa: "Mancano persone che si prendano le responsabilità "

 08/02/2015 Letto 1931 volte

Categoria:    Serie C1
Autore:    Redazione
Società:    MINTURNO





E' ormai giunta al capolinea l'avventura del Minturno nel campionato di Serie C1: i contrasti tra presidenza, dirigenza e giocatori sembrano definitivamente insanabili e il patron dei pontini Daniele Di Ciaccio, a stretto giro di posta dalla mancata presentazione nel match con l'Anni Nuovi Ciampino, annuncia l'intenzione di ritirare la squadra dal massimo torneo regionale.

La squadra non si è presentata con l'Anni Nuovi, ci sono stati dei contrasti?
"È che c’è gente che si prende degli impegni, da delle disponibilità e invece poi, durante il percorso, ti lascia a piedi. Io da Roma non posso fare tutto, non posso allenare, non posso portare i secchi e fare le distinte, non è possibile. Da quando mi è nata una figlia, tra l’altro, è venuta meno anche la mia disponibilità, in più dirigenti non ci sono, mancano persone che si prendano delle responsabilità. In queste condizioni, ormai, non ha più senso nemmeno continuare.”

È quindi una situazione dirigenziale o generale?
"Ma è generale. Tra l’altro, meno male che non ho fatto ancora i biglietti, perché stavo per far sbarcare quattro ragazzi fortissimi di cui mi sono finalmente arrivati i transfert, tra cui anche Faria che stava tornando. Rimango spiazzato davanti a questa decisione anche io, dirigenti che non si sono nemmeno fatti sentire, una cosa inaudita, mai vista, ma vista in vita mia una cosa del genere. Approfittatori, persone che si approfittano dei soldi e dei sacrifici degli altri, io di sacrifici non ne voglio fare più. Me l’avessero detto prima avrei portato i ragazzi a Roma, che qui c’è gente che mi darebbe una mano a qualunque costo, sono amareggiato, davvero. E non è una questione di squadra, la squadra c’era, c’erano gli Under 21, sono venuti a mancare proprio i senatori, loro e i dirigenti. Mi dispiace per il titolo, questo si, perché stavamo primi in Under 21, salvi con la C1, ma è mancata la forza di volontà da parte di troppi e quindi a me non interessa più.”

Quindi fuori anche l’Under 21?
"Non c’è nessuno, non li accompagna nessuno, nessuno che porti i panni, nessuno che fa le distinte, nessuno proprio. Ma dove siamo arrivati? Lasciamo perdere e basta a questo punto. Io faccio finchè posso fare bene anche al paese, ma se devo farlo solo io chi me lo fa fare? E quindi basta, non mi interessa più, non voglio più farlo a Minturno.”

Il suo futuro sarà lontano da Minturno?
"No, sarà lontano dallo sport in generale. Sono schifato, è una cosa che già mi successe cinque anni fa con la Serie A, mi sono riproposto da solo stavolta, ma i miei tentativi sono stati completamente vani perché ho trovato troppi ostacoli. Per carità, io non discuto che i dirigenti abbiano i loro lavori, abbiano le loro cose da fare, però se ad inizio campionato mi si danno delle disponibilità che poi vengono meno è chiaro che succede questo. Tanto alla fine la faccia è solo la mia, questo è il punto, allora ritiro la squadra e sto a posto. La mia faccia con la federazione l’ho salvata, mi conoscono, poi la gente dica quello che vuole, non mi interessa più. Sono avvelenato, troppo avvelenato.”

Finisce così l’avventura del Minturno, squadra sempre combattiva, tenace, mai doma nel rettangolo di gioco, che stava conquistando la salvezza con le unghie e con i denti anche nella disperata situazione societaria che l’ha colpita a livello di morale e di organico, con una rosa ridotta al lumicino, costretta ad attingere ad un Under 21 che stava, invece, comandando nel campionato di categoria. 14° posto, 6 vittorie, 2 pareggi e, con quella di oggi, 12 sconfitte. Una cenerentola che, dopo la mezzanotte, torna a rivestirsi di stracci. Che peccato.


*fonte: sportgaetano.it, Davide Guzzardi



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