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Azevedo-Statte, un amore nato col tempo: "Primi mesi difficili, ora sono innamorata di questa squadra"

 26/03/2015 Letto 637 volte

Categoria:    Femminile
Autore:    Redazione
Società:    REAL STATTE





Il lupo cambia il pelo ma non il vizio. E il vizio di Joana Azevedo, pivot del Real Statte, è senza dubbio quello del gol, che sia in Portogallo, dove lo scorso anno ha vinto il titolo di capocannoniere, o in Italia. Al primo anno nel Belpaese, la giocatrice - arrivata qui grazie a Vincenzo Portelli della Proneo Sports - ha già realizzato 35 reti in campionato, contribuendo alla vittoria della Coppa Italia dopo quattro anni avari di successi. Eppure, nel mercato estivo, in pochi erano interessati ai suoi numeri: “Veniva confusa con Ana Azevedo, il pivot della Nazionale portoghese anche lei assistita da me – racconta il suo rappresentante Vincenzo Portelli -. Mi ricordo che avevo proposto Jozita ad alcune squadre mostrando dei filmati, presentando delle analisi tecniche, ma nessuno aveva compreso le sue potenzialità. Fino a quando non è arrivato lo Statte, che alla fine ha scommesso su di lei e sta avendo ragione. Sia io sia lo staff dell'attuale club non abbiamo mai smesso di aiutarla ad integrarsi, il che non è stato per niente facile. Al contrario delle altre portoghesi che giocano al Sinnai e alla Lazio, lei non aveva in squadra nessuna connazionale, per cui ha attraversato un periodo difficile. Soprattutto a dicembre in un momento critico di rumors di mercato infondati; poi, però, ha capito quanto fosse fondamentale vivere il mondo Statte, ma sopratuutto le ho sempre spiegato l'importanza di vincere un trofeo a Statte e con lo Statte, e in questo devo ringraziare in particolare Marzella e D'Onghia. Nonostante le difficoltà, non ha mai fatto mancare il suo apporto in campo, impegnandosi sempre al massimo, realizzando gol e facendone fare. È una giocatrice duttile che ha iniziato tardi a giocare a futsal, sport che gli ha insegnato l'ex tecnico del Mogege, Bruno Azevedo, uno che in Italia farebbe le fortune di molte squadre. Come è arrivata in Italia ha detto che avrebbe vinto la Coppa Italia, contagiando anche le sue compagne, e risultando la prima portoghese ad aver vinto un titolo importante all'estero, tolta ovviamente la Supercoppa conquistata da Filipa, Sofia e Daniela con il Sinnai. L'età scritta sul documento non rispecchia il valore della ragazza: ha 31 anni, una visione innata della porta, una conoscenza della disciplina ed una volontà di ferro che la potrebbero portare un giorno ad indossare la maglia della sua Nazionale”.

Clicca QUI per il video promozionale della Proneo Sports.


Jozita, sei al primo anno in Italia: cosa ti ha colpito della nostra nazione e come ti stai trovando?
Comincio col dire che mi trovo in un Paese bellissimo che non conoscevo affatto. Quello che mi ha colpito di più è che si mangia in continuazione, soprattutto pasta e pizza. Inutile dire che mi trovo bene, le persone sono molto accoglienti; la nostalgia del mio Portogallo c'è, ma a Statte non mi stanno facendo mancare nulla.

Sei arrivata in una piccola cittadina pugliese: come si vive là?
Dalle mie compagne sono stata accolta benissimo, mi hanno aiutato ad integrarmi nel gruppo e a superare i primi mesi che sono stati i più difficili. Oltre a loro, non smetterò mai di ringraziare mister Tony Marzella e il dirigente Peppe D'Onghia che si sono messi fin da subito a disposizione, creando attorno a me un ambiente accogliente e amichevole. Quanto alla gente, è vero Statte è piccola, ma le persone hanno un cuore grande.

Che effetto ti fa essere nella squadra più titolata d'Italia?
Sono orgogliosa di farne parte. Qualsiasi ragazza vorrebbe essere al posto mio: è un privilegio ma allo stesso tempo una grande responsabilità.

Dopo 10 titoli a livello nazionale e quattro anni avari di successi, avete riconquistato un titolo: cosa ha rappresentato per te la vittoria della Coppa Italia?
È stato come coronare un sogno. Lo Statte ha la vittoria nel DNA e un periodo così lungo senza vittorie cominciava ad essere frustrante. Sono contenta di aver contribuito ad un'impresa memorabile.

Che ne pensi del movimento del futsal italiano e della Nazionale appena nata?
Per come è strutturato, il campionato è poco competitivo, ma già dalla prossima stagione sarà tutto diverso, con una formula che assomiglia molto a quella che c'è in Portogallo. Qui il calcio a 5 è visto ancora come uno sport individuale anziché di squadra, ma sono convinta che con l'avvento della Nazionale cambieranno molte cose.

La tua, invece, è tra le più forti al mondo.
Vero. A dicembre, durante il Mondiale, il Portogallo ha giocato al pari delle super potenze, grazie a giocatrici di talento che indossando quella maglia hanno rappresentato l'orgoglio di un Paese intero. Anche io un giorno vorrei fare lo stesso, sarebbe un sogno.

In Italia sei arrivata grazie a Vincenzo Portelli, il consulente sportivo a cui ti sei affidata, cosa ne pensi?
Mi trovo bene. È una persona che nel momento del bisogno è sempre presente, mi ha consigliata, assistita e supportata fino dal primo giorno in cui mi sono legata alla Proneo. Oltre ad essere il mio rappresentante, lo considero un amico e un fratello maggiore. Lo ringrazio per avermi fatto capire l'importanza di essere qui a Statte, di combattere per questi colori e per la città che mi ha accolta. 



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