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Dalla D alla C1 in due stagioni: la favola del Gavignano di Mario Cerbara

 26/04/2015 Letto 1438 volte

Categoria:    Serie C2
Autore:    Redazione
Società:    VIS GAVIGNANO





Trentatre sono gli anni e un grande curriculum da calciatore alle spalle. Torna a casa a Gavignano nel 2012 e allena una squadra di ragazzi nati e cresciuti li, che, da anni partecipano al campionato amatoriale CSI. Dietro la guida del mister, la squadra si fa spazio raggiungendo
il secondo posto e guadagnando di diritto la promozione diretta.Di fronte a tanta qualità nel gioco, la dirigenza tenta per la prima                    
volta, seppur con un po’ di incertezza, l’avventura in FIGC. 

FAVOLA GAVIGNANO - Il Gavignano approda così in serie D, riuscendo a tenere testa a squadre che da anni tentano di scalare la vetta e a vincere con 67 punti su 26 partite disputate, vincendone di fila le ultime 14. E così un paesino di 2000 persone si ritrova per la prima volta in C2. Un girone complicato quello di Roma, con società affermate da anni, di grande esperienza e con budget enormi, ma i ragazzi di mister Cerbara, sul campo compensano con grande talento ma soprattutto con una grande forza a livello tattico. Dietro questo c’è si un grande allenatore ma prima di tutto un giocatore incredibile. Carisma, classe, intelligenza, una grande visione del gioco, qualità che con i suoi 28 gol segnati lo rendono uno dei più forti trascinatori della squadra. Mario Cerbara, con un passato da "tutta corsa e dribbling" è quel tipo di giocatore essenziale, un metronomo perfetto che detta i tempi, capace di colpi di genio da lasciare a bocca aperta. Un giocatore che a 33 anni ha ancora tanto da far vedere. Ed è proprio per questo che un appunto bisognerebbe farlo a questo calciatore che forse troppo presto ha intrapreso la carriera da allenatore, privandosi, quando entra in campo di quella spensieratezza e libertà che prova chi, ogni sabato, calpesta quel rettangolo verde. Sebbene, bisogna ammetterlo, a sua difesa possa vantare  già la bellezza di ben 3 promozioni dirette. Quindi mister, complimenti, non solo per il traguardo raggiunto ma soprattutto per il percorso intrapreso perché bisogna sempre ricordarsi da dove si parte per apprezzare di più il sapore della vittoria.


Roberta Ialongo



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