Il tecnico del Portos racconta l'eliminazione per mano della Lazio e pensa al prossimo anno: “Fosse per me resterei, ma dobbiamo ancora parlare con la società”. Una la linea guida chiara: “Per competere ai livelli delle più grandi servono due quartetti di movimento dello stesso livello”.

Mister, che partita è stata quella di Fiano Romano?
Una bella gara, una delle volte in cui la squadra ha fatto esattamente i compiti assegnati. Abbiamo giocato per vincere, anche con un solo gol di scarto, a prescindere da quelli che dovevamo rimontare. Fino a sette minuti dalla fine ci stavamo anche riuscendo, poi dopo il pareggio abbiamo giocato il tutto per tutto e la Lazio ci ha punito. Sono molto soddisfatto del lavoro e della prestazione delle ragazze.

Cosa ti lasciano questi playoff, preambolo dell'Elite del prossimo anno?
Abbiamo capito che l'Elite sarà davvero tosta. Ogni società allestirà squadre competitive, non ci saranno team materasso.

Il tuo futuro? È sempre sulla panchina del Portos?
Il mio futuro è ancora da decidere. Stasera abbiamo una cena di squadra, po in settimana parleremo con la società se continuare o meno.

La tua idea qual è? Resteresti?
Fosse per me continuerei su questa panchina, credo di poter dare molto di più. Conosco la società, non è la prima volta che lavoro con loro e se mi hanno chiamato vuol dire che mi stimano e io stimo loro. Anche se non dovessi restare, questo rapporto non cambierebbe. Sono tranquillo e sereno: accetterò qualsiasi decisione, sia a favore che contraria.

Un'ultima considerazione: cosa manca a squadre come la tua per arrivare al livello delle big?
Il prossimo anno serviranno giocatrici dello stesso livello. Non basterà avere cinque o sei ottime interpreti, sarà importante averne otto, in modo da non far abbassare il livello con il cambio di quartetti. Credo che, sia noi, che altre squadre, dovremo cercare di puntare a questo.

Matteo Santi

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