Ancora ricordo la sera che conobbi Nazzareno nell'ottobre del 2004, presso la sede della Maran azienda. Mi colpì perché, nonostante fosse la prima trattativa che lui portava avanti nel mondo sportivo, aveva già le idee chiare di quello che voleva da me e di quello che poteva darmi lui. Subito si creò feeling tra di noi e ricordo con grande piacere quando andammo insieme a Colleferro per visionare qualche giocatore della Lazio. Lui era stato chiamato per prenderne uno in particolare; alla fine, su mia insistenza, si convinse di prenderne un altro: era Algodão. Quell'anno ci salvammo ai playout in serie B. Ma il capolavoro lo compimmo tre anni dopo, vincendo la Coppa Italia di serie A2, in una memorabile serata in cui, a Porto San Giorgio, arrivarono decine di macchine da Spoleto, compresa una in cui c'era il padre di Nazzareno. La Maran calcio a 5 era questo per lui: far appassionare i tifosi e trascinarli al PalaRota; e ci era riuscito. Tutte le volte che sono venuto a Spoleto, mi è sembrato di essere a casa perché era lui, con il suo staff, ad aver creato una vera famiglia. Ciao Pres., già mi manchi.


Il tuo boss, Francesco Milani

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