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#Euro2016, Belgrado Story: «Igraj i pobedi», il sogno in musica proibito di tutta la Serbia

 08/02/2016 Letto 904 volte

Categoria:    Nazionale
Autore:    Francesco Carolis
Società:    EURO 2018





Parliamoci chiaro, l’ipotesi sportiva sottostante al pezzo che state per leggere sfiora i canoni dell’utopia, sognare però, si sa, non costa nulla, figurarsi quando ci sono undicimila persone, e forse una nazione intera, ad alimentare questo sogno con la straripante forza di una canzone.

IL RUGGITO DELLA KOMBANK - È l’ultima giornata del gruppo A, la Serbia sfida il Portogallo di Ricardinho per il primo posto davanti ad una Kombank Arena stracolma: “O Magico” ha già incantato la platea segnando uno dei gol più belli della storia del futsal, il punteggio però premia i padroni di casa, avanti 2-1 grazie ad una prestazione maiuscola e bisognosi di battere i lusitani per vincere il girone. L’atmosfera è caldissima e il pubblico serbo, gente che nel sangue ha il DNA imperiale ma che ha visto sgretolarsi in un decennio i fasti del passato, è in visibilio nel vedere Peric e compagni ad un passo dall’impresa: dalle tribune iniziano ad intonare le note di una canzone che in pochi secondi rende l’ambiente da brividi. È “Igraj i pobedi”, cioè “gioca e vinci”: la musica improvvisamente diventa il sesto avversario per un Portogallo dal destino segnato.

DAL BASKET AL FUTSAL - 2014, Spagna: la nazionale serba di pallacanestro guidata da Sasha Djordjevic, vecchia conoscenza del basket italiano, è protagonista di un Mondiale straordinario: i tempi della grande Jugoslavia di Dejan Bodiroga, regina del pianeta nelle edizioni 1998 e 2002, sembrano improvvisamente più vicini e la possibilità di conquistare il terzo titolo sono decisamente concrete. Il tifo per sua maestà Milos Teodosic e compagni è, come sempre, caldissimo ed il 14 settembre, sulle tribune del Palazzo dello Sport di Madrid, palcoscenico della finalissima tra la Serbia e gli inarrivabili USA, sale il poderoso grido “Igraj i pobedi”: la canzone del gruppo THCF, creata appositamente per sostenere la selezione balcanica, ha spinto verso l’ultimo atto i ragazzi di Djordjevic, di fronte alla potenza della nazionale a stelle e strisce però non c’è nulla da fare. Gli statunitensi si laureano campioni del mondo per la quinta volta nella loro storia, ma i serbi escono a testa altissima e Spagna 2014 ha un lascito straordinario per l’intero sistema sportivo del paese balcanico: “Igraj i pobedi” diventa ufficiosamente l’inno delle Nazionali serbe di qualsiasi disciplina.



IL SOGNO PROIBITO - 2016, Belgrado: la Serbia di Aca Kovacevic e del suo braccio destro Vezza Andrejic ha già raggiunto l’obiettivo dichiarato di qualificarsi ai quarti di finale dell’Europeo casalingo ed oggi pomeriggio sfiderà l’Ungheria. Il sogno, già dichiarato da capitan Marko Peric, è la semifinale, l’evoluzione del torneo apre però le porte a scenari ancora più inattesi: se la Serbia riuscirà a passare il turno, sfiderà in semifinale una tra Russia e Azerbaigian, due squadre che tutto hanno fatto fuorché impressionare positivamente nella fase a gironi. Sognare, l’abbiamo già detto, non costa nulla, e già vedere la Serbia raggiungere l’ultimo atto sarebbe incredibile, immaginarla alzare il trofeo sotto il cielo della sua capitale è forse fantascienza. Qual è il però? Si chiama “Igraj i pobedi”: gioca e vinci, è più facile davanti ad un pubblico straordinario che canta unito incitando le tue prodezze, è unico farlo con la voglia di emozionare un’intera nazione.


Clicca QUI per il video di "Igraj i pobedi"


Francesco Carolis



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