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Strage di Nizza, Rafael Texeira era lì. "Ci siamo nascosti dentro un ristorante"

 17/07/2016 Letto 1590 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Pietro Santercole
Società:    VARIE





L'INTERVISTA - Le immagini della strage di Nizza sono ancora sotto gli occhi di tutti. Un conto è vederle in tv e rabbrividire per ciò che è capace di fare l'animo umano. Un altro, però, è essere lì, con la propria famiglia: vivere un incubo e, fortunatamente, poterlo raccontare. Già, una vecchia conoscenza del futsal italiano era sulla Promenade con il figlio Filippo di sei anni e la moglie Ana Carolina. Rafael Teixeira, campione d'Italia Under 21 con la BNL, due Coccarde con Lazio e Nepi, altrettanti campionati di A2 con Cinecittà e Pro Scicli, esperienze con Lazio, Putignano e Verona.


Rafael, semplicando il tutto, la puoi raccontare...
"Sì. Eravamo a Nizza per le vacanze. E, come tutti, quella sera siamo andati anche noi sulla Promenade des Anglais, per fare una passeggiata e vedere i vari spettacoli, con i tradizionali fuochi d'artifico. Quando sono finiti i fuochi, mio figlio ha chiesto di mangiare qualcosa e ci siamo spostati in un angolo della Promenade, su una via tranversale. In un attimo é successo di tutto. Abbiamo visto un mondo di gente che correva nella nostra direzione, gridando 'lui arriva, sta uccidendo tutti'. Ho preso mio figlio in braccio e ho cominciato a correre anch'io. In quel momento uno dei camerieri ci ha fatto entrare nel ristorante, con tutti quelli che erano vicini a noi, chiudendo le porte. Lì siamo rimasti per una ventina di minuti, senza sapere niente. Quando tutto si è calmato, abbiamo visto delle scene indimenticabili, tavoli e sedie per terra, passeggini abbandonati, gente che piangeva perché non trovava i propri cari. Solo in quello momento ci è arrivata la notizia di cosa era successo. Sinceramente non abbiamo temuto di morire. Non ho pensato a niente, solo a proteggere mio figlio Filippo. Era spaventato, non smetteva di piangere, mi ripeteva che non voleva morire".

 

La cosa più importante, ora come state?
"Adesso va tutto bene. Il giorno dopo siamo partiti da Nizza per dimenticare".


Cambiando decisamente argomento e passando certamente a notizie più liete e leggere: in primis, resti nel nuovo Halle Gooik?
"Sì. Sono contento di poter vestire questa maglia per la quarta stagione di fila, dando continuità a un progetto che si è dimostrato vincente sin dall'inizio".


E' arrivato Bellarte. Hai già parlato con il Filosofo? Cosa deve sapere sul futsal belga?
Ci siamo visti quando è venuto in Belgio per la presentazione ufficiale. Abbiamo avuto l'opportunita di parlare un po'. Il campionato belga è molto meno equilibrato di quello italiano. Ci sono 5-6 squadre di un livello superiore alle altre. E' molto più tecnico che fisico. Non credo, comunque, che devo dargli molte indicazioni, preparato com'é, avrà già preso molte informazioni".


Sorteggio tutt'altro che benevolo in Uefa Futsal. La stampa nazionale e internazionale ha definito vostro girone, quello con Real Rieti, Sporting e una fra Centar Sarajevo, Istanbul University e Lynx, il girone di ferro del Main Round. Lo Sporting sembra di un'altra categoria. Vi giocherete secondo posto e qualificazione con il Real Rieti?
Anche in Belgio si dice sia il girone piu duro. In tutti gli altri, sono sicuro che potevamo passare di maniera piu agevole. Il nostro obietivo, però, non è cambiato. Lavoreremo duro per dare il nostro meglio e, se cosi fosse, credo che abbiamo anche noi tante possibilità di entrare fra le prime 16 d'Europa, proprio come abbiamo fatto l'anno scorso. Sulla carta, lo Sporting è di un livello superiore, il Real Rieti gioca in casa è sara motivatissimo, ma può succedere di tutto. Noi faremo di tutto per passare, poi solo il campo ci dirà se è stato abbastanza".

 

Pietro Santercole



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