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Diario di bordo, l'alfa e l'omega. E' tutto finito. Che resti un'Italfutsal competitiva!

 23/09/2016 Letto 932 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Pietro Santercole
Società:    VARIE





#COLOMBIA2016, DAY 12 - Usciamo agli ottavi di finale, come il Brasile. La storia del mal comune mezzo gaudio lascia il tempo che trova. Non aiuta neanche osservare che nel Mondiale delle sorprese non ci sono più tre delle quattro semifinaliste di Thailandia 2012. Usciamo agli ottavi di finale, per mano di un Egitto sempre sconfitto agevolmente nei sei precedenti, che ha avuto il merito di fare il suo onesto compitino, barricato in difesa e abile a sfruttare una quantità industriale di errori della Nazionale. Usciamo agli ottavi di finale, con tutto il rispetto di questo mondo, solo ed esclusivamente per demeriti nostri, anticipando notevolmente la fine di uno straordinario ciclo, che già era al crepuscolo.

 

UN FULMINE A CIEL SERENO - Non c'era nessuna avvisaglia del violento acquazzone che si sarebbe abbattuto in serata su Cali, fuori e dentro al Coliseo El Pueblo. C'è chi pensava a organizzare lo spostamento a Medellin, sede dei quarti; chi guardava con interesse Argentina-Ucraina per capire chi sarebbe stata la prossima avversaria. Chi sorrideva davanti al risultato di Azerbaigian-Thailandia: nel 2016 ci sono ancora partite che terminano 13-8. Quando scende in campo l'Italia, ci si aspetta da un momento all'altro il gol dei nostri, perché è un match attacco contro difesa, anche se chi attacca lo fa ad capocchiam, e chi si difende ha cervello. Come un fulmine a ciel sereno arriva il gol di Elashwal, rintuzzato 10" dopo da Murilo. L'Italfutsal non ha fluidità di manovra, crea e disfa, gioca gli ultimi 5' senza bonus falli. Resta il carattere: Ercolessi risponde ancora ad Elashwal, 2-2 al riposo. Nella ripresa cadiamo ancora, stavolta sotto i colpi di Essam, rialzandoci neanche un minuto più tardi di nuovo con Murilo, su assist di Honorio: 3-3 e supplementari, proprio come Argentina-Ucraina (1-0, gol su tiro libero di Cuzzo). Il primo pensiero resta positivo: ora uscirà fuori l'esperienza e il maggior tasso tecnico dei nostri. Macché. Subentra la paura, gli attacchi sono dettati sempre più dal nervosismo che dalla concentrazione di chi sa di essere notevolmente più forte ma non lo dimostra in campo. A 2'23" dai rigori, il patatrac. Errore di Romano - alla centesima in Azzurro - Elashwal (ancora lui) se ne va a campo aperto, scarta Mammarella, depositando in rete il pallone del 4-3. Menichelli mette subito Lima portiere di movimento, il fortino egiziano regge. Non c'è più tempo, siamo fuori dal Mondiale.

 

IL POST GARA - A Cali continua piovere. Il post gara è un'agonia. "Complimenti all'Egitto, troppi errori, nessuna giustificazione". Menichelli a domanda, risponde. "Rifarei tutte le scelte, questo gruppo è arrivato terzo in Thailandia e ha vinto un Europeo, siamo venuti qui con l'obiettivo di capire quanto eravamo ancora competitivi". La situazione è fin troppo evidente, non c'è voglia di intervistare i giocatori, un sentimento reciproco. Tempo di saluti, e comunque di ringraziamenti. Si avvicina Ercolessi. "Non so se è finito un ciclo, dobbiamo metabolizzare tutto. Scusa ma non trovo le parole". This is the end, per dirla alla Jim Morrison.


CONSIDERAZIONI - Il 2016 verrà ricordato come l'anno in cui l'Italfutsal esce al primo turno a eliminazione diretta, sia all'Europeo, sia al Mondiale. Belgrado e Cali hanno solo questo in comune. In Serbia si è vista una delle migliori Nazionali di sempre, per informazioni chiedere a Venancio Lòpez o a tutti i tecnici presenti alla Kombank Arena. Qui no. Questo straordinario gruppo Azzurro, ora criticato, va in realtà omaggiato e applaudito, con tutti gli onori del caso, perché in campo ha vinto e fuori riempito i palazzetti come nessuno, diventando un vero e proprio fenomeno di aggregazione. Certo, ora viene il difficile, il ricambio generazionale porta via tempo. Tempo che non abbiamo. Da dove ripartire? Da Menichelli e dal suo staff. Nell'anno delle elezioni presidenziali e in mezzo a un'infinità di dubbi, un'altra certezza: che resti una Nazionale competitiva, ne abbiamo un disperato bisogno, altrimenti il futsal resterà uno sport di nicchia, la frazione di un paesello.

 

Pietro Santercole



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