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Pignotti, 20 anni di BRC e il sogno Serie A: "Contano l»â„˘appartenenza e il migliorarsi"

 20/01/2017 Letto 760 volte

Categoria:    Femminile
Autore:    Francesco Carolis
Società:    BRC 1996





IL FATTO - L’esperienza di chi conosce a menadito il mondo del calcio a 5 femminile, la stessa passione del primo giorno di un’avventura lunga più di 20 anni: dici Angela Pignotti e la mente corre subito a una delle realtà più luminose nel panorama del futsal in rosa. Prima si chiamava Briciola, ora è la BRC, ma la sostanza non cambia: il sodalizio rossoblù, nato nell’ormai lontanissimo 1996, sta dominando la scena nella stagione di C e sembra davvero pronto al grande passo. La Serie A chiama, le ragazze di Susanna Bianchi hanno tutte le carte in regola per scrivere il capitolo più bello di una storia fantastica.


Partiamo dall’attualità: 37 punti in quindici giornate e il titolo di campione d’inverno. È la stagione che ti aspettavi?
“Tutti ci considerano una sorpresa e a me sta bene così. Quando inizi un campionato, cerchi di affrontarlo sempre al meglio, il che non significa necessariamente vincere. L'importante è migliorarsi costantemente sia a livello societario sia sul campo. Fondamentale quindi è il concetto che tutti siano pronti a fare sempre meglio e a mettersi in gioco”.

Negli scontri diretti con Valmontone e Balduina avete fatto bottino pieno: la differenza si farà in questi match anche nel girone di ritorno? Quale avversario temi di più tra i due?
“Credo che molto importanti siano gli scontri con le squadre che hanno meno punti in classifica, partite nelle quali potrebbero verificarsi cali mentali. La seconda parte del campionato, inoltre, potrebbe vedere la risalita in classifica di altre squadre, quindi non guardo a quelle partite come le uniche determinanti: aggiungo a tal proposito che il nostro obiettivo, al momento, non è la vittoria del campionato”.

Passo indietro alla F4 di Coppa Lazio: quel KO in semifinale brucia ancora o non ci sono rimpianti?
“Nessun rimpianto, l'abbiamo preparata bene e giocata al meglio. Si vince o si perde, ma quella sconfitta ci ha sicuramente reso migliori”.

Baldasseroni ha avuto un impatto devastante sul campionato: è lei la vostra arma in più per conquistare la Serie A?
“Francesca è una risorsa del gruppo come tutte le altre, anche se indubbiamente, con il suo arrivo, il nostro tasso tecnico si è alzato. Fino ad ora lo staff tecnico, a causa di infortuni, malattie stagionali o problemi lavorativi, non ha potuto mai gestire al completo tutta la rosa, perciò mi auguro che possano rientrare tutte le giocatrici e che il mister, oltre a lei, possa avere altre armi a disposizione”.

20 anni di storia della tua società: cosa rappresenta questa realtà per il movimento del calcio a 5 femminile e quali sono le più grandi soddisfazioni che ti sei tolta?
“Cosa rappresentiamo per il movimento non sta a me dirlo, so però quale è stata la politica della società in questi anni: abbiamo perseguito la valorizzazione dei rapporti umani e il rispetto dei valori sportivi in campo e fuori. In un ambiente dove molto spesso contano solo le apparenze e, inutile nascondersi, promesse economiche, per noi conta ancora l'orgoglio dell'appartenenza e il rispetto per la maglia. Con l’occasione, ringrazio sia il mio gruppo attuale sia tutte le ragazze che in questi 20 anni hanno indossato i colori rossoblù e ancora oggi ci seguono con affetto”.

Conosci alla perfezione il futsal femminile regionale: qual è stata l’evoluzione del movimento negli ultimi anni e quali sono i passi in avanti ancora da compiere?
“Sicuramente il movimento è cambiato, ma ancora devo capire se in modo involutivo o evolutivo. Abbiamo assistito alla nascita di un campionato nazionale ma a oggi, secondo me, non è ancora strutturato in modo equo ed in sinergia completa con il regionale. Giocare in Serie A ha sicuramente un appeal in più per le ragazze e le società che giocano le serie regionali hanno dovuto affrontare sforzi maggiori per poter allestire rose competitive. Per una società, compiere questo il salto è condizionante in tanti aspetti, uno su tutti quello legato agli impianti sportivi: a Roma, per esempio, i campi al coperto sono pochi e i costi sono sovradimensionati. Inoltre, la mancanza della diffusione del calcio a 5 nelle scuole rende difficile reperire elementi di prospettiva o allestire un settore giovanile. Questi, in ogni caso, sono discorsi di altro tipo. Staremo a vedere quali cambiamenti apporterà la nuova Presidenza della Divisione insieme ai nuovi responsabili del settore nazionale, che fungono comunque da apripista anche per le serie minori”.


Francesco Carolis



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