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Seghetti plasma il Lecco: «Voglio una squadra che rispecchi il proprio allenatore»

 21/09/2017 Letto 1030 volte

Categoria:    Serie B
Autore:    Antonio Iozzo
Società:    LECCO





Sei anni fa, nella stagione 2010/11, lo aveva trascinato nel nazionale, grazie a una marcia trionfale e a una promozione conquistata con ben cinque giornate di anticipo. Adesso lo ritrova esattamente nella categoria in cui lo aveva portato: la Serie B. Marco Seghetti riabbraccia il Lecco con immutata passione e il desiderio di togliersi altre belle soddisfazioni.


RITORNO – “Sono sedici anni che alleno, quindi sono abituato a cambiare, ma sono tornato qui con grande entusiasmo, sapendo che questa è una società con un’ottima mentalità e degli ottimi progetti - spiega il mister -. Un ambiente del genere ti permette di lavorare bene ed è proprio quello che si sta verificando. La società ha le idee chiare, io pure: adesso si tratta solo di assemblare una squadra totalmente nuova”.

STRADA GIUSTA – Già, perché il mercato ha cambiato decisamente pelle alla rosa lecchese. Nonostante questo, però, nei primi test stagionali sono subito arrivate risposte positive: “Sabato abbiamo disputato un triangolare a Genova con i padroni di casa del CDM Futsal e con l’Aosta, formazione inserita nel nostro girone. Abbiamo vinto, ma non è questo l’importante. L’importante è il grado di condizione, sia fisica che mentale, di un gruppo, come detto, nuovo. Al momento non posso che essere contento per l’impegno che i ragazzi stanno mostrando. Aver visto sabato una squadra giovane come la nostra competere alla pari con gente più esperta e furba è sicuramente un ottimo segnale. L’inizio è stato buono, ma niente di più. Se pensiamo di essere già belli e pronti, allora non abbiamo capito nulla. Detto questo, posso dire che la strada è quella giusta”.

POTENZIALE IMPORTANTE – L’obiettivo stagionale è sicuramente quello di migliorare l’ottavo posto dello scorso anno, ma è ancora troppo presto per dire dove potrà arrivare questo Lecco: “Il modo di pensare della società non è cambiato. C’erano obiettivi ambiziosi prima e ci sono obiettivi ambiziosi anche adesso. Credo sia giusto così, anche se poi un allenatore deve capire realmente cosa ha in mano e cosa fare. Io non parlo mai di vincere o perdere, quelle sono semplici conseguenze. Io parlo di lavorare, perché, se si lavora bene, allora si può fare bene. Il mio obiettivo è fare in modo che questa squadra renda al massimo delle proprie potenzialità. Potenzialità che sono molto alte, quindi, se le sfrutteremo, ci toglieremo delle soddisfazioni. Se riusciremo a esprimere tutto il nostro potenziale, allora potremo lottare con le migliori. Non voglio, però, parlare di obiettivi precisi, anche perché sono scaramantico. Quello che voglio è vedere una squadra che rispecchi il proprio allenatore. Sono una persona di carattere ed è questo che chiedo ai miei ragazzi. Senza la giusta cattiveria e gli attributi non si va da nessuna parte: un concetto che trasmetto sempre ai miei giocatori, perché, ci tengo a ribadirlo, sono dell’idea che una squadra debba essere l’immagine del proprio tecnico”.


Antonio Iozzo
 



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