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TomorrowFutsal, mentalità  da senior al Pomezia di Esposito: Andrea Gobbi

 15/03/2018 Letto 1097 volte

Categoria:    Giovanili
Autore:   
Società:    VARIE





Una passione trasmessa di padre in figlio, come vale per le più antiche arti e le sapienze millenarie. Un tecnico di calcio a 5 e uomo di campo che conduce, senza pressioni, suo figlio alla disciplina del pallone a rimbalzo controllato. Questo è Andrea Gobbi, il protagonista della quinta puntata della rubrica dedicata ai talenti del futsal regionale.

LA STORIA – Papà Claudio lo ha instradato, grazie alle sue esperienze e alla sua vita passata sul campo. Tanto è vero che, per stessa ammissione di Andrea, a tavola non si parla di calcio, ma di futsal. “Non mi ha mai messo pressione, devo essere sincero: mi ha sempre lasciato scegliere autonomamente quello che volevo fare”, anche quando il giovane Andrea ha voluto provare l’esperienza nel calcio a 11, nonostante suo padre fosse uno dei fondatori della Mirafin. “Ho provato col Pomezia Calcio ma due anni fa sono tornato al futsal: non mi piaceva. Ha tantissimi tempi morti, può capitare che ci siano momenti in cui non tocchi palla anche per 10 minuti ed è una cosa che non concepisco”. Il pallone a rimbalzo controllato regala emozioni diverse, più spettacolo, pura tecnica. Col tempo effettivo poi, secondo Andrea, diventa ancora più emozionante come sport. “Miglioria da allargare: rende il gioco più rapido e costringe a velocizzare le azioni, soprattutto quelle difensive. Sicuramente meglio del tempo non effettivo”. Parentesi breve e subito chiusa, quella del calcio a 11. E poi, visto che tutte le strade di Gobbi portano a Pomezia, il ritorno si chiama dapprima Mirafin e da dicembre Fortitudo Futsal Pomezia. “Una mia scelta, di cui non rimpiango nulla. Ho voluto lasciare il nazionale, perché trovavo poco spazio anche negli allenamenti e a uno giovane come me serve innanzitutto crescere: avrò tempo per vincere o perdere, ora ho solo bisogno di migliorare”.

DICONO DI LUI – Approdare alla Fortitudo forse è la scelta migliore che Andrea potesse fare: per tanti motivi, in parte li ha elencati lui. Quello che esce fuori dai numeri e dalla storia riguarda il suo mister, Stefano Esposito. Uno che ai tempi della Carlisport Cogianco ha mostrato a tutta Italia cosa sapesse fare con gli Under 21; e che non risparmia complimenti ad Andrea. “Sembra un trentenne, per le qualità mentali che ha: è giudizioso, ha comportamenti giusti; riesce a gestire i momenti difficili di una gara, quelli che alla fine fanno la differenza. Andrà lontano proprio per questo, perché ha una mentalità da senior nonostante sia un ‘99”. Il Pomezia si gioca molte delle sue ambizioni in questo tour de force con l’Italpol, nelle 4 giornate che mancano alla fine del campionato: un testa a testa formidabile, senza esclusione di colpi. In cui rientrano di diritto anche le qualità di Andrea. “Non vorrei dare un giudizio tagliente o che discrimina il lavoro di altri allenatori: credo che Andrea debba migliorare molto sotto il punto di vista tattico, ovviamente secondo il mio parere. Però può farlo, proprio perché è un perfezionista e cerca sempre qualcosa in cui andare oltre”.

STATISTICHE – “Al futsal non chiedo tanto, non chiedo niente di irrealizzabile. Voglio solo giocare per il momento, perché sono nato con questo sport addosso”, il desiderio che Andrea nutre nel calcio a 5: che non è sinonimo di non ambizione, anzi. Lasciare una vetrina nazionale per le categorie regionali testimonia quanto sia aggrappato alla voglia di ottenere grandi traguardi in questo sport. Che, alla fine, sono quelli di ogni ragazzo impegnato in discipline sportive; la nazionale, la massima serie, il futsal dei grandi campioni. Si parte dal gol fatto segnare nella massima categoria laziale, dai 2 fatti nell’Under 19. Per poi arrivare a più grandi livelli. “Mi piacerebbe essere come i grandi giocatori che non hanno neanche bisogno di allenarsi, anzi credo che piacerebbe a tutti una cosa del genere. Ma credo ancora di più che ognuno debba migliorarsi, non mi considero mai arrivato: devo fare ancora molti passi, sia mentalmente che tecnicamente”. Per ritornare a giocare, stabilmente, in una vetrina nazionale.

Marco Panunzi



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