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12632 spettatori per una gara di futsal. La testimonianza: "Qualcosa di mai visto"

 19/03/2018 Letto 2790 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Pietro Santercole
Società:    VARIE





Lo si era capito sin dall'inizio. Una preparazione minuziosa e roboante, un tam tam mediatico rumoroso e una eco che finisce ben presto fuori dai confini della Spagna, una location situata vicino al centro di Madrid. Che la #CopaLNFS sarebbe stata un evento pazzesco si poteva immaginare, che 12 mila persone al sabato e 12632 spettatori (più di Euro 2016 a Belgrado) alla domenica potessero finire sotto un unico tetto, il polifunzionale e moderno WiZink Center, francamente no. Nessuna invidia per lo straordinario evento madrileno, sia chiaro, è soltanto la testimonianza tangibile delle potenzialità che possiede il calcio a 5. Una testimonianza vissuta da alcuni italiani, presenti alla "corsa alla coccarda" iberica.


UN PICCOLO BERNABEU - "Un evento stile NBA, mai visto". Piero Basile era Madrid, in compagnia di Emanuele Papapietro e dell'amico Alvaro, l'ex Real Rieti che ha contribuito a scrivere la storia della Spagna. "Emozioni fortissime - racconta l'ex tecnico del Cisternino - si è andati ben oltre il futsal. Il palazzetto era praticamente a una mezzoretta a piedi da Puerta del Sol, con tanti ristoranti al fianco e i campi all'aperto per i bambini. C'è stata anche la Mini-Copa per i più piccoli, vinta dal Barcelona contro ElPozo Murcia. Tanti eventi in un unico grande spettacolo". In Spagna, i club hanno tantissimi tifosi al seguiti, una strada che le società nostrane devono solcare. "Quelli del Jaèn sono dei veri e propri ultrà". In Spagna esistoni palazzetti che danno l'opportunità di dar vita a qualsiasi tipo di idea, una via da sviluppare anche nel Belpaese. "L'Arena Stožice di Ljubljana forse era più bella come struttura - ammette Basile, presente già ad Euro 2018 - ma lo WiZink Center assomiglia a un piccolo Bernabeu, con le sue tribune a picco sul campo". Il futsal inteso come fenomeno di aggregazione, ma non solo. "Abbiamo respirato un'aria diversa, non sembrava di essere a una partita di calcio a 5, ma quasi a un concerto. Prima di entrare al palazzetto - ride - c'erano perfino dei bagarini che vendevano il biglietto della finale a 150 euro".


L'ASPETTO TATTICO - Dallo spettacolo al di là del 40x20, al di qua del rettangolo di gioco, il passo è breve. "Non ho visto grandi innovazioni tattiche - sottolinea l'ex allenatore di LC Five, Latina e Cisternino - anche se il 5vs4 del Jaèn è stato fatto alla perfezione. Mi ha piacevolmente impressionato la difesa a zona (bassa, ndr) del Zaragoza. La finale? L'Inter Movistar non sta bene, Velasco ha alternato i suoi tre pivot, ma ci sono troppi giocatori fuori forma. Il gioco del Jaen è semplice e lineare, ha saputo contenere gli attacchi di uno squadrone come l'Inter". Qualche individualità da tenere in mente. "Credo che in questo momento Elisandro sia meglio di Eder Lima, anche se il giocatore che mi ha più colpito è Chino (mvp della manifestazione, ndr) l'ho chiamato per due anni di fila per venire in Italia". Già, l'Italia. Un giorno anche qui vedremo 12632, magari di più, per un evento di futsal.



Pietro Santercole



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