skin adv

Village, Zani dice stop ma resta in società : "Questo gruppo una seconda pelle"

 08/06/2018 Letto 729 volte

Categoria:    Serie C2
Autore:    Redazione
Società:    ATLETICO VILLAGE





Matteo Zani, uno dei più forti portieri di categoria, autentico fuoriclasse, uno degli artefici di questo biennio dell’Atletico Village a fine stagione ha deciso di dare l’addio al calcio a 5 giocato, ma rimarrà comunque in società, mettendo tutta la sua esperienza al servizio della squadra. La società, i giocatori e tutto lo staff fanno un profondo ringraziamento a un giocatore e a una persona fantastica.

Buongiorno Matteo, la finale di Coppa Lazio è stata la tua ultima partita con la maglia dell’Atletico e soprattutto l’ultima della tua carriera.
Sì, confermo la mia decisione, con la finale chiudo con il calcio a 5 giocato: è arrivato il momento, un po' di rammarico per la sconfitta, finire con un trofeo sarebbe stato fantastico ma va bene così.

Cosa hanno significato per te questi due anni nell’Atletico Village e cosa ti hanno lasciato?
E’ stata e continuerà ad essere una esperienza fantastica, questo gruppo è stata la mia seconda pelle, la vicenda di Simone mi ha toccato in maniera immensa, avevo deciso di smettere già due anni fa, per lui ho rimesso gli scarpini e ho disputato questi due anni fantastici, ho allungato di due anni la carriera, ho ritrovato la voglia di giocare e di emozionarmi come mai mi era capitato, una soicietà meravigliosa e un gruppo di amici veri.

Come ti approcci alla nuova avventura come preparatore dei portieri e come consulente della società?
Come preparatore sono alla seconda esperienza, sono tanto motivato e ci sono tutti i presupposti per fare bene: metterò tutta la mia esperienza per far crescere i giovani. Michele D’Alessandro partirà titolare avendo maturato esperienza, ma abbiamo dei giovani interessanti che potranno esserci utili nel corso della stagione. Per quello che riguarda le scelte societarie, lavorerò insieme al presidente e a tutto lo staff cercando di prendere le giuste decisioni per il bene del club.

Alla fine della tua carriera, ripensando a tutto il tuo percorso, sono più i rimpianti o le soddisfazioni?
Il rimpianto forse più grande è quello di aver giocato poco in serie A, a 18 anni ho esordito contro l’Arzignano, pareggiando 4-4, la settimana successiva giocai nel derby contro la Lazio, poi un po' mi sono fermato. Ho giocato in tutte la categorie nazionali: Juniores, Serie B, C1, ho vinto tanto, alla fine ho ricevuto tanto e giocato in grandi gruppi.

Chi vuoi ringraziare o dedicare un pensiero in questo momento.
Fare dei nomi è sempre complicato. Ho avuto tanti professionisti che mi hanno accompagnato nella mia carriera, fare nomi sarebbe un torto a qualcuno, sono state tutte delle persone fantastiche che mi hanno insegnato molto.

Le tue ambizioni e prospettive per la prossima stagione?
Il mio obiettivo primario è quello di lavorare bene con i giovani portieri che avrò a disposizione, metterli nella condizione ideale per poter rendere al massimo. Le ambizioni della società sono le stesse: puntare sempre al massimo obbiettivo, ancora non sappiamo in quale categoria giocheremo. Se faremo la C2, costruiremo una squadra per puntare alla vittoria. Il gruppo storico, che quest’anno ha fatto benissimo, è stato confermato. Se saremo inseriti nel campionato di C1, punteremo ad una salvezza tranquilla, con innesti di categoria, poi durante il cammino vedremo, squadra e società hanno risorse immense, abbiamo visto tutti la Final Four di Coppa Lazio.

A chi ti sei ispirato nella tua carriera e soprattutto con quel sinistro ha mai pensato di giocare in avanti?
In particolare, non mi sono mai ispirato a nessuno, sicuramente un portiere che mi ha impressionato è stato Feller della Luparense. Un anno nel Real Rieti in C1 il mio allenatore mi faceva giocare come portiere di movimento, la consacrazione come goleador l’ho avuto nell'Atletico Village: per me è stata una piacevolissima sorpresa.

L’allenatore e il compagno che porterai sempre nel cuore?
Come dicevo prima, fare dei nomi è difficile, ma in questo caso farò un eccezione: Agenone Maurizi mi fece esordire in Serie A, avevo 18 anni, tutto iniziò con lui, ho mosso i primi passi con lui nella massima serie. Sicuramente ricordo con piacere e stima David Calabria, in un momento particolare della mia carriera mi ha rimesso in carreggiata, in ultimo Ciccio Angelini, che per me è stato un grandissimo motivatore, ha lavorato molto sul mio aspetto mentale. Con i compagni ho legato sempre con tutti, però un pensiero speciale va sempre a Simone Paparella, che per me è come un fratello, se abbiamo fatto questi due anni stupendi nell’Atletico Village e se io ho disputato queste due annate fantastiche, gran parte è merito suo: anche se non è più con noi, da lassù ci ha dato qualcosa di importante che nessuna squadra ha, la profonda amicizia che ci lega. Possiamo raggiungere qualsiasi obiettivo, per questo lo porteremo sempre nel cuore.


Matteo Guerra



COPIA SNIPPET DI CODICE











-->