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Italia: ricambio unilaterale. Se i talenti ci sono, perchà© 9 mesi per vincere una partita?

 31/10/2018 Letto 1174 volte

Categoria:    Nazionale
Autore:    Pietro Santercole
Società:    ITALIA





Dal 22 gennaio al 30 ottobre il passo è lungo. Troppo lungo. Il secondo successo del 2018 dell'Italfutsal, 4-2 contro quella Bielorussia che solo nel 2010 si è qualificata per una fase finale di un Europeo (mai al Mondiale), interrompe un digiuno prolungato (9 mesi e 6 partite di fila), un'astinenza che non si ricorda a memoria d'uomo nella gloriosa storia dell'Italfutsal.
 
UN FIAMMIFERO NEL BUIO - 280 giorni di buio pesto nei quali l'Italfutsal di Menichelli ne ha combinate un po' di tutti i colori... sbiaditi, trasformandosi in Italietta. E non potrebbe essere altrimenti: 0-0 con la Francia che di lì a poco avrebbe fatto meglio - da debuttante - degli Azzurri agli Europei, togliendosi lo sfizio di imporre il pari alla Spagna. L'1-1 con la Serbia e il 2-1 patito con la Slovenia sono valsi la cocente eliminazione continentale (mai accaduta prima) nella fase a gironi. Fallimentare perfino la spedizione in Belgio nell'era post disastro (il terzo di fila) di Lubiana: pari e kappaò coi Diavoli Rossi, una nazionale che nel terzo millennio ha partecipato due volte a un Europeo (l'ultima nel 2014 da paese ospitante), uscendo sempre al primo turno. Pari a Minsk in gara-1. Poi, finalmente, quel fiammifero ad accedere la speranzella che il motore (una volta) trainante un intero movimento sia uscito da tunnel di una crisi perdurante praticamente da 4 anni, proprio all'indomani di Anversa 2014. Il successo sulla Bielorussia fa tornare il sorriso a tutti i tifosi Azzurri che in questo quadriennio hanno ottenuto solo semi-mortifere ferite laceranti, diventate cicatrici che fanno ancora male, offrendo però spunti di riflessioni, sotto forma di domande.
 
DOMANDE - Se questa è la Nazionale del futuro, perché la scelta di puntare sul made in Italy è iniziata solo dopo il terzo fiasco di fila, visto che a Lubiana ci siamo presentati con 9 Eroi di Anversa 2014 e 3 "deb" - Baron, Fusari e Fortini - che tanto stanno facendo bene in Serie A, ma soltanto 8 mesi fa erano in Slovenia in gita, non ritenuti idonei a disputare nemmeno qualche secondo all'Arena Stožice? Perché puntare su Castagna nel raduno pre-Europeo e, dopo l'infortunio di Lima, chiamare in fretta e furia Fortino, in vacanza, che ai Castelli non ci è nemmeno passato? Perché oltre il flop sloveno, pure la beffa di una conferenza stampa ufficiale ma sgradevole che ha fatto il giro del mondo, creando un ipotizzabile danno di immagine alla Nazionale? Perchè l'italianizzazione deve passare solo ed esclusivamente per il ricambio unilaterale dei talenti nostrani, senza che si sia mai messo in discussione un commissario tecnico che in quanto tale è legato - come chiunque - ai risultati, ma che a quanto pare deve godere di qualche immunità da sconfitta? C'è chi dice che in Colombia, al cittì avebbe dato fastidio perfino una lettera accorata e meravigliosa di un papà a suo figlio, pubblicata sul Corsport. E che in Slovenia non faceva bene all'Italfutsal l'incredibile visibilità (mai vista prima) data dal pazzesco Europeo (quello sì) su Fox Sports, se così fosse: perché la Nazionale è diventata un bunker, dove il cittì parla quando vuole lui e per un'intervista con chiunque bisogna praticamente emulare Ercole e le sue 12 fatiche, passando per le infinite forche caudine di una burocrazia inconcepibile per il futsal? Perché la Divisione non può, almeno finora, avere una voce sul capitolo Nazionale di calcio a 5? Perché ci si accorge solo ora che Musumeci ha personalità - cha fa rima con qualità - da Serie A, che Carletto Hoeunou è un Principe che può arrivare alla corona, che i vari Azzoni, Fusari, Fortini e Baron sono il nuovo che avanza ma che soltanto qualche mese fa non erano pronti e formati per l'Italfutsal? Perché se i talenti nostrani li abbiamo - regular season docet - ci sono volute sei partite, 9 mesi, 280 giorni per vincerne una, peraltro con un avversario non di grido?
 
PALLA A TE - Tante domande, accomunate da un misterioso "boh", perché nessuno ha dato finora mai risposta. Tante domande, magari poterle fare o portare sul tavolo di Club Italia. Tante domande da sottoporre a Gravina, nuovo presidente della FIGC che vuole un'Italia del calcio di nuovo competitiva e, ci immaginiamo, che per assonanza questo discorso valga anche per l'Italia del futsal. Fra i poteri e i compiti del nuovo presidente della FIGC c'è la nomina dei direttori tecnici delle squadre nazionali. A dicembre scade il contratto di Menichelli: sarà Gravina a decidere se continuare così o andare verso il futuro. Palla a te.
 
Pietro Santercole


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