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Fortitudo, servono più gol. Petrucci: «Dobbiamo migliorare la fase offensiva»

 31/01/2019 Letto 368 volte

Categoria:    Serie B
Autore:    Antonio Iozzo
Società:    FORTITUDO POMEZIA 1957





Due weekend di riposo, senza impegni ufficiali. Una sosta lunga ma serena per la Fortitudo Futsal Pomezia, reduce dal successo contro l’Atletico New Team, un successo che ha cancellato la delusione dopo i due k.o. consecutivi contro Italpol e Cagliari.

Gennaio è stato il mese degli scontri diretti. Tre punti in tre partite, questo il bottino raccolto da Zullo e compagni: “Speravamo di fare meglio”, ammette Emanuele Petrucci, che poi cerca di guardare il lato positivo. “Superare l’Atletico New Team è stato fondamentale per la testa, il morale e gli obiettivi del gruppo. Abbiamo affrontato una squadra forte, che ci aveva battuto all’andata. Potevamo solamente vincere, altrimenti, se avessimo perso il terzo scontro diretto di fila, avremmo rischiato di mollare dal punto di vista mentale”.

Rinfrancata dal successo, ma lontana sette punti dalla vetta. La Fortitudo farà di tutto per migliorare il quarto posto attuale e rientrare in corsa per la promozione diretta, ma non sarà impresa semplice: “Davanti corrono - ammette l’ex Mirafin -. Le prime tre sono squadre forti e con elementi di esperienza, ma noi non vogliamo mollare, almeno fino a quando la matematica non ci condannerà. Sappiamo, però, di non poter più lasciare punti in giro fino al prossimo scontro diretto contro l’Active. L’altro, quello con l’Italpol, arriverà all’ultima giornata”.

Zullo e compagni si stanno preparando al meglio per il rush finale: “Su cosa ci stiamo concentrando maggiormente? Sulla fase di attacco - confessa Petrucci -. A parer mio, i due scontri diretti contro Italpol e Cagliari non sono stati persi per motivi difensivi. Se perdi 2-1, è perché non riesci a segnare e a sfruttare le occasioni create, che, posso assicurare, sono state molte in entrambe le sfide”. Per sperare ancora nella promozione diretta servirà una Fortitudo più cinica: parola di Petrucci.


Antonio Iozzo
 



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