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Arca, l'orgoglio di capitan Cinti: "Fiero di rappresentare questo gruppo"

 08/04/2020 Letto 1473 volte

Categoria:    Serie D
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    ARCA





In questo periodo inaspettato, surreale, inverosimile, a molti sembrerà inadeguato parlare di futsal, ma noi non possiamo fare a meno di una chiacchierata con Stefano Cinti, vero traino e baluardo dei ragazzi di Via degli Angeli, che, con ampio merito, guidano la classifica del girone D di Serie D.

Ciao Stefano, come stai vivendo questi giorni particolari? Il tuo pensiero?
“Mi sto annoiando, un po’ come tutti. Devo riconoscere però di essere molto fortunato a poter svolgere il mio lavoro da casa, a differenza di molti altri che invece un lavoro non lo hanno più”.

Questo è ciò che pensa l'uomo, il ricercatore scientifico ha qualcosa da aggiungere?
“Dal punto di vista della ricerca, rispondo con una battuta: ci voleva una pandemia per accorgersi della ricerca scientifica. Purtroppo le vittime sono state molte e saranno tante ancora, ma quello che è certo è che affidarsi alla scienza rappresenta l’unica via d’uscita da questa situazione emergenziale. Il distanziamento sociale mette in evidenza la fragilità umana: come si fa a pensare di vivere senza vaccini? Quando tutto finirà, sono sicuro che la consapevolezza dei cittadini verso certi temi risulterà cambiata, in positivo”.

Sei il capitano di questa truppa, quali sono le tue sensazioni quando metti su quella fascia?
“Sono orgoglioso. Sono fiero di poter rappresentare un gruppo di brave persone”.

Pensi possa succedere nuovamente per questa stagione? Esistono i margini per una ripresa in tempi brevi?
“A mio avviso sarà molto difficile tornare sui campi da gioco. Lo spero, ma ne dubito”.

Dunque tu sei contrario o favorevole ad un'eventuale assegnazione del titolo a tavolino?
“Sono contrario per il semplice motivo che il campionato ancora non è terminato, ci sono molte partite da disputare ancora. Non reputo sia corretto per chi ancora può competere per promozioni e salvezze. Per quello che riguarda il campionato condotto fin qui, sono felice di aver dimostrato che con “1.000 lire” e tanto impegno i sogni si possono realizzare. L’Arca, dopo un anno disastroso, è prima in classifica: la nostra coscienza non verrà toccata dalla pandemia”.

Tu parli molto in campo, urli, inciti i tuoi compagni e loro riconoscono la tua leadership, quale messaggio vorresti mandargli?
“Il mio ruolo è particolare. Dopo il portiere sono quello che vede tutto il campo, e devo aiutare i miei compagni prima di me stesso. Aiutando loro mi aiuto io. L’unico messaggio che mi piacerebbe dare è che soffrire insieme è già quella una vittoria”.

Dimmi il tuo intervento migliore, sia in fase difensiva che in fase offensiva per quest'anno.
“Per quanto riguarda l’intervento migliore non saprei, ma ricordo con molto piacere la partita contro il Real Atletico Roma, secondo me la squadra più forte del girone. Per quel che riguarda la fase offensiva devo dire che partecipo poche volte: ricordo però un bel goal nel derby casalingo contro il Mambo del mio amico/nemico Mr. Neroni”.

Chi è stata la sorpresa più grande quest'anno?
“Ce ne sono state due per me. In assoluto: Emanuele Vagni, il numero uno. L’ho convinto a venire all’Arca lo scorso anno. Lo conosco dai tempi del San Giustino (2014/2015) e posso dire che il suo valore tecnico è cresciuto a dismisura: grazie a lui siamo la miglior difesa del girone. La seconda sorpresa me l’ha fatta un amico, uno che aveva smesso (di giocare): Emanuele Ciaravolo. L’ho sempre reputato un pezzo avanti per tecnica e tattica, questa categoria la può fare ad occhi chiusi come sta dimostrando. Spero continui anche il prossimo anno.

Se tu avessi un suggerimento da dare alla società in questo momento?
“La società la intendo come composta da staff e giocatori. Detto questo, si è creata una alchimia preziosa, non avrei suggerimento migliore se non quello di confermare la presenza di tutti per il prossimo anno”.

E se volessi fargli un elogio?
“Non posso che esaltare il loro amore nei nostri confronti ci aiuta e rende più forti”.

Quale partita vorresti rigiocare di questo campionato?
Rigiocherei l’andata Colli Albani-Arca, persa malamente da noi, per merito degli avversari.

Se dovesse riprendere la stagione, pensi che l'Arca possa riprendere il discorso lasciato in sospeso il 28 febbraio?
“Abbiamo noi in mano le chiavi della Serie C2, e siamo noi a non doverle smarrire queste chiavi”.

Ti manca il campo?
“Moltissimo. Tuttavia la tecnologia ci aiuta: ogni giorno alle 18:30, chi in camera chi sul terrazzo, ci alleniamo tutti insieme in videochat. Non perdiamo l’affiatamento e ci divertiamo”.

Vogliamo chiudere con gli auguri?
“I soliti, speriamo di tornare alla normalità il più presto possibile”.

Grazie Stefano, con l'augurio che al più presto venga ristabilito l'ordine normale delle cose, chiaramente con l'Arca in testa.




Ufficio Stampa Arca



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