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Finisce un'era: Luca Brex si ritira. "Porterò sempre Cavezzo nel cuore"

 22/09/2020 Letto 767 volte

Categoria:    Serie B
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    MODENA CAVEZZO





Squilla il telefono. “Senti, serve una missione speciale, qualcosa di indimenticabile!”, dice Bavutti. La telefonata mi sorprende accasciato sulla sedia, quasi intontito da un programma tv più che soporifero. Mi tiro su e mi rimetto composto, quasi su un attenti militaresco delle grandi occasioni. “Che succede?”, rispondo. “Niente, si ritira”, bofonchia sconsolato il pres, che poi ora è vicepres. “Ritira chi, scusa?”, incalzo sempre più incuriosito dalla notizia che sicuramente mi sorprenderà, lontano fisicamente dai rumorini dello spogliatoio cavezzese. “Si ritira lui”, mi butta lì. “Proprio lui, ma nessun dramma, però si chiude un’epoca”. Già, non serviva specificare. Lui, per il buon Bavutti, è lui. Lui e basta. Il suo mister Wolf, l’aggiustatutto, quello che se potesse lo chiamerebbe anche per imbullonare il lavandino che gocciola o far ripartire il wi-fi che s’impalla. Praticamente, mister Brex. Professione: ti tiro fuori dai guai (solo sul campo da futsal, per quel che ci risulta). Per estensione Luca Brex, praticamente l’uomo che per tanto tempo sarebbe dovuto vivere sotto una cappa di vetro.

“Che quello lassù ce lo conservi e anche a lungo”, ebbe a dire più di una volta e più di una persona in quel di Cavezzo. Ciucki, il soprannome per i pochi che non l’hanno mai chiamato così, ha scelto di fare qualcos’altro nella vita perché arriva quel momento in cui fai due conti e capisci che le tue priorità sono cambiate e il massimo che potevi raggiungere lo hai raggiunto. E questo è il momento per quel giocatore che in carriera ti faceva partire avanti. “Come avanti?”, chiederete. Beh sì, quando in 400 partite butti dentro 150 palloni e ne fai buttare 250, significa plasticamente che con Luca Brex parti da 1-0. Il nostro Messi. Proprio in un’estate in cui l’icona blaugrana vuole andarsene dalla casa di una vita e poi resta a malincuore - praticamente un traditore, urleranno in tanti -, il nostro se ne va per fare altro nella vita. Seguirà a tempo pieno le sue strade, ma non tradisce quei colori che ha indossato per tanto tempo.

“Tiferò sempre per Cavezzo e porterò sempre Cavezzo nel cuore”, dice. E ora Luca si dedicherà alla strada politica, per esempio, assessore a Rio Saliceto. Una scelta che uno che porta nel cuore una maglia e tanti amici, sicuramente avrà vissuto in maniera sofferta. “Quello che potevo raggiungere con le mie capacità, l’ho raggiunto”, dice Luca Brex con grande lucidità a chi gli sventola davanti la parolina magica: rimpianti. Nessun rimpianto per chi come Luca ha giocato per quasi un decennio tra A2 e B, vincendo anche una Coppa di B a Reggio Emilia. Livelli altissimi, i massimi possibili per un dilettante, che non è sinonimo di leggero o poco serio, ma di chi ha anche altro nella vita e sceglie di dedicarsi al futsal appieno, coltivando però anche altro nella vita. “È stato il nostro Messi”, mi dice Bavutti per farmi capire cose che, in realtà, già sapevo. Ormai la telefonata diventa una seduta terapica. “Uno di Serie A, uno bravo in A e B che viene a Cavezzo quando ancora non eravamo praticamente niente: ai nostri livelli di allora era come Messi”, aggiunge. Lo sapevamo. Ma lui non tradisce. Brex non ha mai tradito in campo, rotto o non rotto, che ci fossero da fare minuti in più per sopperire a qualche rotazione leggera. Non era una pugnetta in campo, l’opposto. Mai stato. E non lo è nella vita, né lo è stato nel momento di lasciare. Per sempre uno di noi. In bocca al lupo, Ciucki!


Ufficio Stampa Modena Cavezzo



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