Capena, lettera a Fuhrmann: «è impossibile fermare il vento con le mani»
Cara Lau, ti scriviamo questa lettera ora che sei sola in ospedale e che domani finalmente potrai operarti. Sappiamo che non sarai né la prima né l’ultima giocatrice a farsi male seriamente tanto da andare a finire sotto i ferri, come si dice in gergo, ma certo sentire le tue urla stridule per tutto il palazzetto con quella gamba spezzata a metà in una immagine così cruda fa ancora male al cuore. Sarà che ci sei entrata dentro come il sangue nelle vene, scorrendo lentamente, con il tuo sorriso silenzioso e con la tua educazione semplice, con il tuo prendere le botte senza dire nulla e correre a perdi fiato, sarà che ci ricordi ogni volta che ti vedevamo correre quando da bambini non ci importava di niente e di nessuno, ci bastava una palla che rotolava da prendere a calci e tutto il resto del mondo spariva. È così che tu, Maria Laura Fuhrmann a trentun anni faccia acqua e sapone, simbolo della generazione “vinci tutto” del Ferrocarril di Buenos Aires ti sei conquistata i gradi di vice capitano e il ruolo di leader silenzioso di uno spogliatoio insieme alle grandi della Serie A come Neka, Bea Martin e Castagnaro dopo un paio di mesi in A2 da oggetto (quasi) sconosciuto.
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Ufficio Stampa Città di Capena