È passato dal “guarda quanto sei grasso, mettiti in porta!”, frase detta dal suo allenatore di calcio a 11 quando giocava nei Pulcini, a vincere l'Europeo in Belgio con la Nazionale azzurra. Stefano Mammarella ormai è un personaggio pubblico a tal punto che adesso lo riconoscono anche per strada: “Anche quando vado a fare la spesa mi fermano per ringraziarmi o chiedermi l’autografo – ha raccontato in un'intervista a Vivo Azzurro, il portale ufficiale dei tifosi della Nazionale -. Inoltre vengo spesso chiamato per le dimostrazioni nelle scuole che hanno sposato il progetto "Io Calcio a 5″. La vittoria all’Europeo è stato un grande successo per me, per la Nazionale, ma soprattutto per il movimento del futsal, che fino a poco tempo fa era quasi sconosciuto”. Già, proprio vero.

MAMMARELLA - Una chiacchierata tra il serio e il faceto. Si passa dagli elogi a Menichelli (“Una grandissima persona, rispettosa ed educata”) al perché del suo soprannome: “Il cucchia deriva da cucchiaio, me lo diede Francesco Scordella perché dice che sono una buona forchetta”. E lo era già da piccolo, quando il suo vecchio mister - appunto - gli consigliò di mettersi in porta per via della sua non perfetta linea: “Anche grazie a lui sono diventato quello che sono. Ogni volta che mi vede gli brillano gli occhi. Ora fa l’insegnante di educazione fisica e due anni fa ha voluto farmi incontrare i suoi studenti”. Ai quali avrà dato consigli su come parare e non su come mangiare. A proposito: faticherebbe più Buffon in una porta di futsal o Mammarella in una di calcio? “Penso Buffon a 5, perché è molto alto e potrebbe avere problemi di posizionamento… scherzi a parte, un campione come Gigi se la caverebbe sicuramente benissimo”. Mammarella superstar!

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Francesco Puma

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