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La favola di Chimanguinho: "Amo segnare e fare le capriole, in Nazionale grazie al Rieti"

 04/12/2014 Letto 887 volte

Categoria:    Nazionale
Autore:   
Società:    ITALIA





È uno dei giocatori più in forma della Serie A, e lo ha dimostrato anche in questa due giorni con la Nazionale. Leandro Moreira Chimango, per gli amici Chimanguinho, è passato dalla stalle alle stelle. Ad un certo punto della sua carriera, neanche troppo lontano, la sua esperienza in Italia sembrava fosse finita. Ma nello sport, così come nella vita, c'è sempre una seconda possibilità, che la nuova stella azzurra non si è fatta scappare: “Ero già stato convocato per un raduno di tre giorni – racconta il pivot - ma non avevo ancora provato l'emozione di scendere in campo. Stavolta, invece, ho giocato, realizzando nella partita con l'Olanda anche un gol”. Nel festeggiare la rete, Leandro ha deliziato il pubblico di Montesilvano con una delle sua capriole: “Mamma mia (ride, ndg)! Mi piace farle, anche se mi sarebbe piaciuta farne una anche contro la Polonia. Peccato, ma va bene lo stesso, se segna un mio compagno sono contento comunque. Ora che sono qui non voglio più perdere questa maglia”.


IL PERIODO BUIO - Eppure, se pensiamo anche solo a 365 giorni fa, possiamo immaginare che per Chimanguinho non è stato per niente un periodo facile. La sua carriera in Italia era iniziata nel 2006, all'età di 23 anni, quando lo prese il Venezia, col quale conquistò una Coppa Italia di A2 e si fece conoscere alla Serie A. Nel 2012, infatti, arriva la chiamata della Marca; Chima gioca poco per via di un infortunio, ma si laurea comunque campione d'Italia. L'anno dopo, però, a livello personale è ancora più buio di quello precedente. La squadra veneta fallisce, c'è l'accordo con la Luparense, addirittura l'ufficialità e le prime dichiarazioni del giocatore, che però preferisce tornare in patria al Selbachense. “È vero – commenta – ho passato un momento difficile. Ho fatto ritorno in Brasile, confrontandomi con mia moglie abbiamo deciso che era la soluzione migliore per ritrovare le forze che avevo perduto. L'Italia era sempre nei miei pensieri. Mi aspettavo di tornare, ma non così presto, e soprattutto di indossare la maglia dell'Italia. Ho sempre lavorato per successi di questo tipo: non mi riposo mai, vado in palestra e mi  alleno sempre. La convocazione mi ha ripagato degli sforzi fatti”.

LA RINASCITA - In estate arriva la chiama del Rieti. “Ciao Chima, abbiamo bisogno dei tuo gol, vieni a darci una mano?”. Valigie, biglietto aereo e via, pronto per una nuova esperienza: “Se sono qui, il 90% del merito è del mio attuale club, che mi ha dato fiducia e riportato in Italia. Non solo della società, ma anche di tutti i miei compagni di squadra”. Alla prossima capriola...


*foto Paolo Cassella
Francesco Puma



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