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Fasano, Ita e Salinis: i tre tecnici si raccontano a C5Live. "Il Girone C non è così inferiore"

 06/05/2015 Letto 1127 volte

Categoria:    Femminile
Autore:   
Società:    VARIE





Tre grandi tecnici, tre grandi persone che hanno pazientemente sopportato le chiamate della nostra redazione praticamente ogni martedì dell'anno. Sempre disponibili, sempre cordiali, accomunati, oltre che dalla simpatia - ahiloro -, dall'essere stati eliminati al primo turno dei playoff. I tecnici di Salandra (Massimo Monopoli), Fasano (Michele Pannarale) e Salinis (Vito D'Ambrosio), parlano dell'eliminazione delle loro squadre, analizzando e indicando le strade da percorrere per colmare il gap con le grandi del campionato che sta via via andando a ridursi.

QUI ITA SALANDRA – L'Ita alza bandiera bianca contro i campioni d'Italia della Lazio, non senza farli sudare. “Nonostante l'eliminazione sono molto soddisfatto – racconta Monopoli -. Abbiamo espresso uno dei migliori futsal d'Italia. Con la Lazio è stata gara combattuta all'andata e sfida di cuore, orgoglio e testa al ritorno. Siamo comunque riuscite a metterle in difficoltà, sono contento ma non felicissimo, perché avremmo potuto fare di più con una rosa più adeguata. La partita con lo Statte, il doppio confronto vinto col Portos e queste due gare con la Lazio testimoniano come a volte ci siano differenze di individualità, ma non sul piano del futsal. Abbiamo lavorato bene”. Se il rinnovo ancora non c'è stato e le offerte per Monopoli non mancano di certo, il tecnico ha chiaro cosa c'è da migliorare: “La cosa più importante è sapere dove far giocare la squadra, quindi, il campo. Inoltre, l'organizzazione societaria deve includere la possibilità di lavorare con uno staff adeguato e di poter prendere un numero di giocatrici tale da poter disputare una stagione. Una rosa di 14 giocatrici, con tre portieri, 8-9 pedine sullo stesso livello e un paio di giovani da far crescere, sarebbe l'ideale. È fondamentale, altrimenti non si resiste tutto l'anno, così come successo a noi”. Chiusura sulle eventuali disparità riscontrate fra i gironi: “Credo che i risultati delle squadre del girone C fra coppa e campionato si compensino. Sono due manifestazioni completamente diverse e la gente può dire tutto e il contrario di tutto. Credo che, a fronte dei numeri, non ci sia tutta questa differenza che spesso viene sottolineata. C'è poi da valutare il singolo momento della singola squadra e non sempre è facile avere un'idea chiara e definita. A livello di nomi il girone B è sicuramente quello più impegnativo, ma noi abbiamo eliminato il Portos ai preliminari di Coppa... Ovviamente ognuno difende il suo orticello, io resto convinto che al completo non siamo inferiori a Ternana e Isolotto”.

QUI REAL FIVE FASANO – Sconfitto 9-0 nel ritorno col Kick Off, il Fasano ha comunque incassato i complimenti di Russo sulle colonne del nostro giornale: “Sono le stesse cose che mi ha detto di persona e di questo ne vado orgoglioso – dice Pannarale -. I suoi complimenti mi hanno fatto piacere, così come l'averci confidato che, secondo lui, saremmo arrivati quinti anche nel girone A. Ho provato a portare l'esperienza accumulata nel maschile anche qui nel femminile e devo ringraziare le ragazze per come mi hanno seguito. Poco ci importa del 9-0, siamo rimasti in partita e nel finale ho dato spazio anche alle più piccole. Siamo usciti a testa alta”. La partecipazione ai playoff ha dato precise indicazioni al tecnico: “Per il prossimo anno servirà puntellare la rosa con 4-5 individualità importanti, ma fare anche e soprattutto un lavoro dal punto di vista fisico e atletico. Cercheremo giocatrici già pronte per una Serie A Elite”. Chiusura sull'effettivo valore del girone C: “Sotto l'aspetto dei risultati il girone C ne esce ridimensionato. A maggior ragione perché bisogna fare un distinguo fra la Coppa e il campionato. In Final Eight i valori e le differenze si sono appiattiti: qualche squadra, avendo di fronte a sé tre giorni di gare, avrà giocato a risparmio e poi le partite secche possono essere decise da episodi e giocate individuali. Resto dell'idea che un gap fra i gironi c'è, ma non è tanto sotto l'aspetto tattico, quanto l'aspetto delle individualità. Sarei curioso di vedere qualche squadra del girone A e B allenata da qualche allenatore del girone C”.

QUI SALINIS – Uscire a testa alta. Anche la Salinis lo ha fatto, pareggiando a Terni e salutando i suoi primi playoff della storia. “A Terni la mia squadra aveva fame di vendetta – dice il tecnico d'Ambrosio -, volendo dimostrare che il risultato dell'andata non era giusto. A differenza di quanto ha detto il loro mister, la partita la Ternana se l'è giocata e siamo stati bravi noi a riprenderla. Certo, gli stimoli erano sicuramente diversi, ma la mia squadra ha giocato benissimo. Purtroppo ha ragione chi vince”. La Salinis è stata la sorpresa dell'anno, lottando nelle prime posizioni dopo che la passata stagione si salvò per il rotto della cuffia nel girone B. “È stato sicuramente un anno diverso dal passato. Abbiamo avuto la possibilità di fare un campionato di vertice. È stato bellissimo vedere i progressi della squadra fino a gennaio, poi c'è stato un calo generale che non ci ha fatto arrivare al massimo nei momenti topici. Sicuramente la prima colpa è dell'allenatore, quindi la mia: dovevo mantenere il tutto più a regime, come nel girone d'andata”. E chi, meglio di D'Ambrosio, può fare una valutazione sulla disparità dei gironi: “L'effettivo valore del girone C verrà dato da dove arriverà lo Statte. Non l'ha potuto dare l'Ita Salandra solo per problemi che sono chiarissimi a tutti, altrimenti sarebbe sicuramente arrivata più avanti, avrebbe finito al secondo posto il girone e avrebbe avuto un accoppiamento diverso. I valori si sono visti anche nella Final Eight: sono quelli lì. Già il prossimo anno non ci sarà questa differenza, il distacco si assottiglierà”. Certo è che portare avanti realtà come Salinis, Ita e Fasano è tutt'altro che semplice e D'Ambrosio ammette con orgoglio: “Faccio l'esempio mio, di Fasano, di Salandra, in paesi così piccoli, che competono con certe realtà, i risultati valgono anche di più. Solo noi sappiamo i sacrifici che si fanno per mandare avanti con queste realtà. Combattere quotidianamente con un mini sponsor è un'impresa. Questi, però, sono posti speciali: a noi si è avvicinata una giocatrice di prestigio come Munoz e in molti hanno pensato fosse impossibile. Una volta capito che il divario col resto d'Italia non è poi così ampio, che  l'ambiente è più familiare e tranquillo, lei ha reso anche di più. Sono convinto che il prossimo anno, se realtà come le nostre continueranno, si vedrà sempre di meno la differenza”.

Matteo Santi
 



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