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Calcio a 5 e gioco del poker, cosa hanno in comune?

 09/09/2017 Letto 971 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Redazione
Società:    VARIE





Manca poco al via della nuova stagione.

Nel penultimo weekend di settembre, quello fra il 22, 23 ed il 24, scatterà ufficialmente l’edizione numero ventinove del campionato italiano di Serie A calcio a 5. Quattordici società provenienti da otto regioni si sfideranno per incidere il proprio nome nell’albo dei vincitori, di fianco a quello della Luparense, la compagine che ha conquistato lo scudetto 2016/2017 e che può permettersi di guardare tutte le rivali dall’alto in basso per via dei suoi 6 titoli nazionali già in bacheca.

Soprattutto, c’è molta curiosità, fra i tifosi e gli addetti ai lavori. Perché il calcio a 5 in questi ultimi anni può essere annoverato fra gli sport italiani col maggior tasso di crescita. Stando agli ultimi dati resi noti ad inizio anno, in Italia nel 2016 c’erano 105.420 tesserati e i praticanti totali si aggiravano sui 3,5 milioni. Soprattutto, il movimento mostrava – e  mostra – un trend di crescita costante. Ad ogni suo livello. A riprova di tutto ciò è notizia degli ultimi giorni il varo del cosiddetto “social match”. In altre parole, su uno dei canali social della Divisione Calcio a 5 ogni sabato sarà trasmessa in diretta una gara dei campionati minori (A2, B, femminile). Non solo. Dallo scorso mese di luglio in quella che possiamo definire la Hall of Fame del Calcio Italiano, il Museo di Coverciano a Firenze, trovano spazio anche alcune maglie della Nazionale, casacche indossate dai più rappresentativi giocatori italiani, e il trofeo conquistato ai Campionati d’Europa del 2003. Già, perché la Nazionale di Calcio a 5, nonostante la giovane età, può vantare nel suo palmares già due titoli continentali (il bis è arrivato non molto tempo fa, nel 2014) e un secondo posto ai Mondiali del 2004.

LA NASCITA - Ma dove e come nasce quello che per molti anni è stato erroneamente indicato col nome di calcetto. Per scoprire le origini del calcio a 5 dobbiamo attraversare l’oceano e sbarcare in Uruguay. Fu durante gli anni Trenta del secolo scorso che un professore di educazione fisica cercò di scovare il modo per giocare con la palla anche in ambienti ristretti e al chiuso. Non dobbiamo scordarci che nel 1930 La Celeste, soprannome con cui era indicata la nazionale di calcio dell'Uruguay, aveva conquistato l’edizione inaugurale del campionato mondiale. Un’edizione giocata in casa, a Montevideo, e che aveva messo in palio quella che poi sarebbe stata per tutti gli appassionati la Coppa del Mondo. L’interesse suscitato dalla vittoria fu enorme e frotte di ragazzi (ma non solo) si riversarono nelle strade di Montevideo per dare calci al pallone. Fu allora che nacque il calcio a 5, mutuando regole  e ‘scenografia’ da altri sport. Dal basket, nato solo qualche decennio prima, arrivò il numero di giocatori che potevano essere schierati, 5; dalla pallamano le dimensioni del campo da gioco e della porta in cui marcare gol; infine, dalla pallanuoto e dall’hockey sul ghiaccio le regole relative alle espulsioni a tempo o definitive. A proposito, agli inizi il suo nome non era quello di calcio a 5, bensì fútbol de salón oppure fútbol sala. E proprio da questi due appellativi ha origine, per contrazione, uno dei sinonimi con cui è indicato il calcio a 5: futsal.

Una ventina di anni più tardi, fra il 1950 ed il 1960, prese piede anche in Italia. I primi a giocarlo furono gli abitanti della capitale, Roma. Soprattutto, gli iscritti ai prestigiosi circoli sportivi che sorgono lungo le rive del Tevere. Tanto che sull’Atlante degli Impianti Sportivi, volume pubblicato per la prima volta agli inizi degli anni Ottanta, leggiamo: “Nel 1964 venne disputato a Roma il primo torneo di calcetto, con la partecipazione di sole otto squadre e con una scarsa presenza di spettatori”.

IL POKER - Ecco quindi la Federazione Italiana Calcetto, poi la Lega Italiana Calcetto, che si riuniscono nella prima metà degli anni Ottanta sotto l’egida della FIGC (la Federazione Italiana Giuoco Calcio), e la nascita dei campionati che mettevano in palio il titolo nazionale. Una storia sotto alcuni aspetti comune a quella del poker. Il gioco di carte più famoso e praticato al mondo che, nato Oltreoceano nel XIX secolo, durante il Novecento prese piede anche in Europa. Tanto che secondo alcune stime dal 2008 – prima partita in una poker room autorizzata AAMS – ad oggi gli italiani che si sono accostati al poker online sono all’incirca 3 milioni.

Non solo. Le ultime rilevazioni AGIMEC raccontano che ad agosto 2017 fra versione torneo e cash game la spesa (raccolta meno vincite) per questo passatempo ha superato i 10 milioni, portando il totale per l’anno in corso ad una cifra già oltre i 100 milioni di euro.

Ecco perché, per avvicinarsi in maniera consapevole al poker online, molti si affidano a siti come BonusCodePoker che riportano news e informazioni dal mondo del gaming online.



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