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Il presidente Basile risponde alle provocazioni: «Non prendo lezioni di etica da nessuno»Âť

 21/09/2014 Letto 911 volte

Categoria:    Femminile
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    TERNANA FUTSAL





Il massimo dirigente rossoverde risponde alle provocazioni biancocelesti di fine partita che hanno accusato il sodalizio ternano di mandare “5 ragazzine allo sbando”.

Le ragazze rosso-verdi in gran parte Juniores scendono in campo e onorano la Supercoppa. Il largo risultato finale, non intacca però la prestazione delle ragazze agli ordine di Mister Liberati che hanno corso e onorato la maglia fino alla fine. Il Presidente Basile felice a fine partita dell'esito della prestazione delle ragazze: «Ringrazio le ragazze della Juniores che hanno preso parte attivamente alla gara di Supercoppa, permettendo il regolare svolgimento della partita. Hanno corso a perdi fiato e hanno condotto una buona partita nonostante l'inesperienza e il primo approccio a una manifestazione del genere». Il numero uno rosso-verde è invece amareggiato per alcune dichiarazioni nel post gara da parte di tesserati laziali: «Riguardo alle esternazioni di un tesserato della S.S. Lazio Calcio a 5 Femminile non ho gran che da dire, se non che certi termini dovrebbero essere valutati con ponderatezza prima di pronunciarli. Tutte le scelte prese dalla Società sono state valutate con la prima squadra ovvero staff e giocatrici, ed è spiacevole che lo stesso tesserato faccia delle illazioni su pensieri o stati d'animo delle nostre atlete, che tra l'altro non conosce. Se c’è proprio qualcosa su cui puntare il dito è sicuramente la troppa voglia di fare gol della Lazio contro una squadra che presenziava in campo per onor di firma. Sono stato il primo Presidente a portare giocatrici straniere in Italia, anche di grande caratura, e di certo non prendo lezioni da chi è arrivato nel femminile da pochi giorni e dalla porta di servizio, anche perché forse si dovrebbe guardare a come vengono curate alcune giocatrici di valore che regolarmente finiscono la stagione con infortuni e acciacchi per colpa di cattive cure o attenzioni mediche e che per questo lasciano la Lazio o non vogliono più tornarci».

Ufficio Stampa



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