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Rubrica | Analisi tattica, Mario Patriarca: "Si allena troppo l'esecuzione e poco il ragionamento, nomino..."

 01/10/2014 Letto 1478 volte

Categoria:    Serie A
Autore:   
Società:    REAL RIETI





Dopo Fulvio Colini e Massimiliano Mannino, “Analisi tattica” ha il piacere di ospitare Mario Patriarca, tecnico del Real Rieti. Vincitore di una Scudetto e di una European Champions Tournament (la mamma della Uefa Futsal Cup) con la BNL, l'allenatore abruzzese si è seduto per la prima volta in panchina nel 2000, guidando per tre anni il Francavilla. Dopo le esperienze con il Montesilvano e l'Atletico Teramo, Patriarca si è affacciato per la prima volta in Serie A con Pescara, che ha allenato dal 2010 al 2014. Il presente si chiama Real Rieti.

Clicca QUI per la puntata precedente.


Prima delle domande, cosa ne pensi dell'"Analisi tattica" di Massimiliano Mannino?
Un'analisi condivisibile e allo stesso tempo opinabile.

Cos'è la tattica nel futsal?
Un'organizzazione di gioco di squadra che ha come fine quello di far rendere al massimo i propri atleti e cercare di creare dei vantaggi sull'avversario, sia in fase offensiva che difensiva.

Quanto conta?
Il giusto, perché gli attori principali sono i giocatori: a fare la differenza sono le loro scelte, unite alla loro qualità tecnica e fisica. Tutto questo è dimostrato dal fatto che anche un grandissimo tecnico come Fulvio Colini non più tardi di quattro anni fa è retrocesso con il Kaos e poi negli anni successivi ha vinto tutto con la Luparense. L'allenatore era lo stesso, cambiavano i giocatori, e chiunque ha allenato quella squadra (la Luparense, ndg) ha sempre vinto qualcosa.

Come è cambiata dalla nascita del futsal ad oggi?
Si è evoluta così come lo sport, soprattutto nella sua velocità e fisicità. Adesso tutto viene fatto a 100 all'ora, oltre al fatto che sono cambiate le regole del gioco.

Quanto contano i moduli?
Sarò ripetitivo: il giusto, ma - ripeto - sono i giocatori che fanno la differenza. Negli anni mi sono fatto un'idea, soprattutto dopo che nella scorsa stagione ho allenato anche il settore giovanile. I giocatori di questo sport vengono allenati troppo spesso ad eseguire piuttosto che a ragionare e prendere delle decisioni per risolvere il problema che di volta in volta gli si crea durante una gara. Bisognerebbe lavorare di più in questa direzione per cercare di creare un giocatore intelligente, capace di adattarsi a tutte le situazioni e a tutti i moduli.

Qual è il tuo modulo preferito e perché?
Il 4-0, perché sono un'amante del possesso palla e dell'attacco ragionato fatto di scambi ed inserimenti senza dare punti di riferimento, ma così come nella fase di possesso anche in quella di non possesso bisogna adattare il modulo alla rosa a disposizione e - come dicevo prima - cercare di sceglierne uno o più di uno adatto al materiale che hai a disposizione, a meno che hai la fortuna di poter scegliere, come a pochi succede, i giocatori più adatti alle tue idee. A me non è mai capitato di poterlo fare, anzi...

Ti capita di cambiare modulo nel corso della partita?
Sì, in fase di attacco e in quella di difesa. Il tutto è dovuto sempre per cercare di trarre dei vantaggi ed anche in base al risultato che sta maturando nella gara.

Quanto è importante studiare la tattica avversaria?
Molto, anche se bisogna avere una propria identità di gioco e capire quali siano le situazioni che si potranno creare a favore e a sfavore.

Hai mai vinto una partita con una intuizione tattica?
Sì, ma è successo anche il contrario.

Quanto sono importanti le palle inattive?
Nel calcio a 5 moderno sono ormai fondamentali, perché determinano sempre più l'esito di una partita, visto che le difese sono sempre più organizzate ed insieme alle transizioni difesa-attacco hanno la percentuale più determinante in una gara.

Difesa a uomo o a zona? E perché?
Non esiste un modo giusto di difendere, tutto dipende dalla rosa a disposizione. A me piace molto quella individuale con cambio di marcatura, dove il giocatore è chiamato a ragionare sempre in base a ciò che propone l'avversario in fase di attacco e creare una superiorità difensiva.

Fai uso della match analysis?
Non tantissimo. Preferisco studiare io e poi lavorare con la squadra sul campo sulle situazioni per me importanti che ho notato. Sono convinto che durante il filmato l'attenzione del giocatore sia pari a zero.

Quante ore dedichi alla tattica durante gli allenamenti settimanali?
Non tante. Cerco di lavorare con esercitazioni con lo scopo di allenare gli aspetti utili alla tattica.

Quanto conta il quintetto iniziale nell'arco della partita?
Tanto, soprattutto per la gestione dei minutaggi degli atleti, visto il numero ridotto degli stessi a disposizione.

Puoi nominare il prossimo allenatore che si sottoporrà alle domande di “Analisi tattica”?
Nomino il mio amico Rino Chillemi del Catania.


*foto Massimo Rinaldi
Francesco Puma



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