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Crisi in Europa | #salviamoilfutsal, le iniziative di Calcio a 5 Live: riforma di U21 e U18 TERZA PARTE

 15/10/2014 Letto 804 volte

Categoria:    Serie A
Autore:   
Società:    VARIE





Nella prima parte di questa indagine abbiamo analizzato alcuni aspetti della crisi che attraversa il nostro movimento di club a livello internazionale. Questo ci ha portato a riflettere più ad ampio raggio sulla condizione nella quale verte il nostro futsal. È davvero tutto oro quello che luccica? Oppure dietro alla vittoria degli Europei si cela un movimento di stampo prettamente italiano? Regole aggirate, progettualità inesistente, ricerca del risultato immediato. Il futsal, così come il calcio e il resto dello sport italiano, è lo specchio del nostro paese? Forse sì, ma qualcosa si può ancora fare. #salviamoilfutsal, è quello che vogliamo provare a fare. Calcio a 5 Live propone alcune chiavi di lettura, condivisibili o meno, ma che potrebbero far accendere la lampadina a qualcuno. Questa la seconda parte di un percorso a puntate.

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2 – Riforma dei campionati giovanili. U21 e Juniores, due categorie sono troppe.
Il campionato U21, così come è strutturato, non è totalmente inutile, ma poco ci manca. Ragazzi di 18-19-20 anni, per non parlare di quelli fuori quota, se sono bravi devono giocare in prima squadra, che sia Serie A, A2 o Serie B. Questo apre tre problematiche: 1) non c'è il coraggio di farli giocare; 2) non sono effettivamente così bravi; 3) non c'è crescita. Partiamo da quest'ultimo punto. Un ragazzo che ha un'età compresa fra i 18 e i 21 anni è pronto per fare il grande salto di qualità. Che si alleni tutta la settimana in prima squadra e poi giochi solo la domenica in U21 non ha senso. Il campionato U21 non serve per far migliorare i giovani più bravi, ma anzi ne appiattisce i valori, perché i ritmi sono molto più bassi. E allora, se un ragazzo è bravo deve giocare in prima squadra e bisogna trovare il coraggio – parola bruttissima, perché solo in Italia un gesto simile è inteso come coraggio – di farlo giocare, così come accade nel resto del mondo. Serve un cambio di mentalità, perché siamo un paese governato dall'ansia del risultato. Non sappiamo aspettare e affondiamo le aspettative dei giovani. Cambiando mentalità, i giovani di 20 anni giocherebbero in prima squadra e in U21 ci sarebbero quelli di 16, 17, 18 anni: a questo punto sì che il campionato U21 assumerebbe un senso. In pratica tra U21 e Juniores, una categoria è di troppo. Se poi effettivamente questi ragazzi non sono pronti per giocare, il problema è a monte. E ritorniamo a bomba alla seconda parte della nostra indagine: servono formatori di calcio a 5. Eliminando una categoria, si abbassa l'età media, si abbattono i costi di gestione e i vivai vengono più curati. Chiudiamo con una considerazione che dovrebbe essere banale. Per cercare italiani giovani e forti basta andare e seguire i tornei Allievi e Giovanissimi, i Futsal Camp. Semmai la domanda è un'altra: si vogliono cercare? Ma soprattutto, si è disposti ad investire tempo, competenze, allenatori preparati ed economie nello sviluppo di questi giocatori? Oppure è più semplice continuare a cercare giocatori già formati in giro per il mondo? Le regole sui calciatori formati in Italia sono male interpretate, con la logica conseguenza che i nostri settori giovanili sono sempre più poveri rispetto a quelli di altri paesi.

Segue...

Matteo Santi



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