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Rubrica | L'analisi tattica di Ceppi: "I moduli non contano, l'importante è avere un'identità  di squadra"

 22/10/2014 Letto 1473 volte

Categoria:    Serie A
Autore:   
Società:    CORIGLIANO FUTSAL





Dopo essere passati per Pescara, Roma e Rieti, aver fatto un salto a Catania per poi ritornare sulla terra ferma, precisamente a Ferrara, “Analisi tattica” scende di nuovo al sud per incontrare David Ceppi, allenatore del Fabrizio Corigliano. Nella sua carriera, il mister dei calabresi ha allenato Roma, Reggio Calabria, Putignano, Magione, Potenza e Rieti.

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Prima delle domande, cosa ne pensi dell'"Analisi tattica" di Leopoldo Capurso che ti ha nominato?
Penso che un mister debba avere necessariamente delle idee proprie e ovviamente Capurso è uno di questi; ha esposto la sua visione del futsal in modo chiaro ed inequivocabile, ed è questo quello che conta. Certamente la sua squadra beneficerà di tanta chiarezza d’intenti.

Cos'è la tattica nel futsal?
Prima di tutto dobbiamo definire il concetto di tattica, poiché ne esiste una individuale ed una collettiva, inoltre dobbiamo differenziare se in possesso palla o no. Possiamo definirla un mezzo, individuale e collettivo, proteso a raggiungere un obiettivo; un insieme di principi e sviluppi che avranno come obiettivo principale il dominio del gioco, al fine di vincere una partita.

Quanto conta?
Nella misura in cui ai suoi interpreti viene dato un ventaglio di opzioni utili e mutevoli. Credo ci possano essere situazioni più importanti, come ad esempio avere un identità precisa di squadra.

Come è cambiata dalla nascita del futsal ad oggi?
Non ho vissuto in prima persona il futsal nei primi anni '80, ma i cambiamenti sono chiari ed evidenti; partendo dalle strutture di gioco, ai materiali, alla preparazione fisica dei giocatori e di conseguenza, alla velocità ed intensità del gioco stesso.

Quanto contano i moduli?
Poco o niente, sono solamente delle dislocazioni iniziali nel campo di gioco. Contano molto di più i principi e gli sviluppi degli stessi e la capacità di saperli applicare dai giocatori stessi. Se poi si possono avere dei giocatori, valutati utili, alla propria idea di gioco, direi che è un bel vantaggio, ma molti allenatori non hanno questa possibilità.

Qual è il tuo modulo preferito e perché?
Non ce l'ho. La mia formazione professionale è passata attraverso la comprensione di principi di gioco da applicare ai relativi moduli di partenza e da lì sviluppare collaborazioni di squadra. Ricordo di aver difeso a zona nel 2007 a Putignano ed ora difendo individuale con cambi di marcatura, di aver giocato con un pivot di ruolo ed ora sono due anni che cerco di sviluppare una manovra partendo dal 4-0.

Ti capita di cambiare modulo nel corso della partita?
Posso chiedere alla squadra di cambiare un atteggiamento, di optare per un accorgimento tattico, che sia individuale o collettivo: quindi sì, mi capita.

Quanto è importante studiare la tattica avversaria?
Conoscere il proprio avversario è molto importante, ma non decisivo. Ritengo di maggior importanza, avere una propria identità tattica, elastica magari, per affrontare diverse situazioni, ma sempre all’interno del senso comune di squadra.

Hai mai vinto una partita con una intuizione tattica?
È capitato, come è capitato il contrario. Preferisco lo studio delle gare alle intuizioni, risulta più affidabile.

Quanto sono importanti le palle inattive?
Il 33% (ride, ndg)! Rispondo così perché negli ultimi tre anni è stata questa la percentuale di realizzazione totale nelle palle inattive della mie squadre. In modo più approfondito posso dire con certezza che possono chiaramente determinare l’andamento di una gara e deciderne il risultato.

Difesa a uomo o a zona? E perché?
Per quanto mi riguarda sicuramente uomo. La velocità del gioco, a mio modo di vedere, penalizza le difese a zona, che avendo come priorità la palla, non hanno il tempo di adeguare. Confrontandomi con colleghi che attualmente allenano in categorie - dove la palla viaggia meno velocemente, anche a causa delle ridotte qualità tecniche dei giocatori, e delle dimensioni ridotte dei campi di gioco e delle sue dimensioni - mi dicono che la difesa a zona si può ancora attuare con risultati apprezzabili.

Fai uso della match analysis?
Molto, ma senza generalizzare troppo. Io ed il mio staff ci facciamo un'idea precisa su quali vantaggi possiamo trarre dalla visione delle gare dei nostri avversari e scegliamo le situazioni da evidenziare alla squadra. La ricerca è sempre mirata ad avere dei vantaggi. Penso che una seduta di questo tipo con la squadra, debba essere chiara e specifica.

Quante ore dedichi alla tattica durante gli allenamenti settimanali?
Ci alleniamo otto volte a settimana posso rispondere con assoluta certezza che in ogni esercitazione esiste una componente tattica: a volte individuale, a volte collettiva.

Quanto conta il quintetto iniziale nell'arco della partita?
Non molto, se non nella misura in cui mi permette di ruotare il roster che ho a disposizione e mantenere la più alta qualità possibile in tutti i quintetti in campo, con equilibrio e funzionalità. In certi casi la presenza di un giocatore nel quintetto iniziale può dipendere da una scelta preventiva sulla marcatura di un avversario, quindi, dipende se lo stesso è in campo o no.

Puoi nominare il prossimo allenatore che si sottoporrà alle domande di “Analisi tattica”?
Certamente, nomino il mio prossimo avversario in campionato, Massimiliano Bellarte.


Francesco Puma



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