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Rubrica | L'Analisi tattica del filosofo Bellarte: "Il futsal è tattica, non cambio i miei principi e nomino..."

 31/10/2014 Letto 2961 volte

Categoria:    Serie A
Autore:   
Società:    FUTSAL PESCARA





È soprannominato il “filosofo”, e questo già basterebbe per presentarlo, ma Massimiliano Bellarte è molto di più. Nato a Ruvo di Puglia nel '77, Max ha interrotto anzitempo la sua carriera da giocatore per un grave incidente stradale, iniziando quella da allenatore nel 2004 con la squadra del suo paese; poi la consacrazione con il Modugno, con il quale ha vinto una Coppa Italia di Serie B e sfiorato una promozione in Serie A. Categoria che ha raggiunto sposando il progetto dell'Acqua&Sapone, vincendo una Final Eight e arrivando ad un passo dallo scudetto. Si ispira al basket ed è in attesa di Samuele, bimbo che presto gli regalerà Nanà, giocatrice che lo scorso anno ha vinto il tricolore con la Lazio.

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Prima delle domande, cosa ne pensi dell'"Analisi tattica" di David Ceppi che ti ha nominato?
Per il fatto stesso di aver esposto un’analisi personale, qualsiasi persona ha la mia stima poiché porta avanti idee, quindi pensa su un tema specifico. Poi è difficile non dare pareri positivi su quanto scritto da Davide perché è un bravo allenatore, perché è mio amico e perché gioco la prossima partita in casa sua!

Cos'è la tattica nel futsal?
È il metodo utilizzato per conseguire determinati obiettivi e nel caso specifico sportivo, rappresenta l’insieme delle azioni e delle evoluzioni che una squadra o un singolo realizza nell’arco di una partita, mentre la palla è in gioco per essere superiore ad un avversario, sia nella fase di possesso palla che in quella di non possesso.

Quanto conta?
Il futsal è uno sport a base tattica, sia che si alleni per rendimento piuttosto che per insegnare il futsal, non si può prescindere dalla tattica.

Come è cambiata dalla nascita del futsal ad oggi?
Il futsal è nato in Uruguay nel ’33, in Italia credo sia arrivato quando ancora sgambettavo o forse gattonavo, quindi non posso commentare il cambiamento tattico nell’evoluzione della disciplina. Negli ultimi 10 anni, i miei primi da allenatore, è cambiata perché sono cambiate le categorie nelle quali allenavo, e di quelle in cui ero attivo potrei parlare, visto che le altre le guardavo solo, quando c’era la possibilità.

Quanto contano i moduli?
Avere un sistema di gioco alla base, significa avere ben chiari dei principi quando si è in possesso di palla e quando la palla non ce l’abbiamo. Avere dei principi sui quali lavorare riduce i conflitti e amplia di tanto lo spazio dentro il quale giocare in modo adeguato e intelligente, sviluppando le proprie attitudini.

Qual è il tuo modulo preferito e perché?
Ho principi propri del 4 in linea, che formano l’identità della mia squadra. Tutte le azioni e tutte le evoluzioni saranno basate su questa identità, in fase di possesso o in quella di non possesso, in fase di attacco posizionale piuttosto che nel gioco in transizione.

Ti capita di cambiare modulo nel corso della partita?
Non succede mai di cambiare i principi, sarebbe come mettere in discussione la base sulla quale cerchi di costruire qualcosa. Si dà importanza ad alcuni dettagli piuttosto che ad altri, in determinati frangenti. Se sulla base della nostra identità si lascia libera la zona più pericolosa per gli avversari in modo da poterla attaccare, questo non significa che io non possa occuparla temporaneamente, inquadrato nel sistema di gioco della squadra, per sfruttarne i risvolti contro determinati avversari.

Quanto è importante studiare la tattica avversaria?
È importante per cercare di preparare al meglio quei particolari della forza della squadra da sfruttare. Ma preferisco studiare la mia squadra e che i miei giocatori siano coscienti della nostra forza, quantomeno si parte da qualcosa di stabilito, di certo e che ci fa raggiungere un certo livello di sicurezza.

Hai mai vinto una partita con una intuizione tattica?
Io non vinco mai. Al massimo partecipo ad una vittoria. Quello che posso fare è cercare di non perdere. Questo è nel “contratto” di ogni allenatore.

Quanto sono importanti le palle inattive?
La palla inattiva (in partenza) è una parte importantissima del gioco: devo allenarla pensando a quanto io possa fare nel momento in cui questa diventa attiva e visto che ho il vantaggio di prepararmi in posizionamento, devo cercare di sfruttare questo vantaggio.

Difesa a uomo o a zona? E perché?
Io preferisco la difesa per cercare di conquistare la palla. L’importante è avere chiaro l’obiettivo quando non si è in possesso di palla, poi ogni mezzo (lecito) è buono per raggiungerlo.

Fai uso della match analysis?
Analizzo in video e statisticamente gli avversari e soprattutto la mia squadra. Ho una valutazione di rendimento, piuttosto che una formula di produttività dell’atleta. E questo dal punto di vista tecnico. Poi interviene il Prof. con le valutazioni fisiche. Ma sinceramente, al di là dell’intransigenza e della freddezza dei numeri, credo ancora che lo sport sia ancora romantico e che la vittoria ha molto a che fare con l’immaginazione.

Quante ore dedichi alla tattica durante gli allenamenti settimanali?
Ripeto: il futsal è uno sport tattico e non si può prescindere dalla tattica! La tattica è presente nel 95% delle mie sedute e nel restante 5% può sempre intervenire.

Quanto conta il quintetto iniziale nell'arco della partita?
Il quintetto iniziale non conta, quello che conta è il quintetto che gioca la parte decisiva della gara o i frangenti di gara che determinano dei point break (punti di rottura) nella gara, quelli che contano sono gli special teams, ossia i quintetti utilizzati nelle situazioni speciali (ex portiere di movimento). Il quintetto iniziale è quello che ha meno importanza.

Puoi nominare il prossimo allenatore che si sottoporrà alle domande di “Analisi tattica”?
Nomino Diego Podda del Cagliari: aiò!


Francesco Puma



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