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Pescara, Leggiero balla la Papu Dance: "Io, il fuoriclasse dell'impegno"

 13/04/2017 Letto 1938 volte

Categoria:    Serie A
Autore:    Redazione
Società:    PESCARA





Ci sono giocatori dal talento innato, dalla classe cristallina: quelli dei dribbling ubriacanti e delle giocate funamboliche;  poi ci sono i fuoriclasse del lavoro, dell’impegno e della dedizione. E' così che si racconta Luca Leggiero, un Europeo con la Nazionale Italiana e cinque trofei in bacheca con il Delfino, ripercorrendo la sua carriera, decollata grazie alla sua quotidiana abnegazione e al suo immenso spirito di sacrificio. Il numero tre pugliese ha svelato anche cosa c’è dietro le sue recenti strane esultanze, direttamente in un'intervista ufficiale.

Luca innanzitutto come stai? Come procede il recupero dall'infortunio?
Purtroppo non sto ancora bene. Prima della Coppa Italia ero in gran condizione: in finale contro la Luparense ho avuto un problema alla caviglia che non sono riuscito ancora a superare. Sono a riposo perché ho dolore, non so quando riprenderò gli allenamenti. Nei prossimi giorni assieme allo staff valuteremo la mia situazione; si avvicina una fase importantissima della stagione e mi piacerebbe arrivarci al 100% della forma.


Fase clou della stagione: cosa ti aspetti? Dove può arrivare questo Pescara?
Ovviamente non possiamo e non dobbiamo nasconderci, abbiamo le carte in regola per arrivare lontano.  È in programma l'ultima partita di Regular Season che stabilirà le griglie in vista dei play off, ora dobbiamo pensare solo a quella. Vogliamo arrivare primi per poi pensare ai play off. Lì inizierà un altro campionato, toccherà esser bravi a mantenere la concentrazione alta perché non potremo sbagliare nemmeno una partita.

Ultimo impegno di regular season con il Napoli. Una sfida da non sottovalutare…
Il Napoli ha disputato un buon campionato e la posizione in classifica lo dimostra. Dobbiamo stare attenti: i partenopei hanno un ottimo roster e ci terranno a fare bella figura davanti al caloroso pubblico di casa.

Parliamo di te. Carriera e palmares ti fanno onore: grazie alla tua grande costanza e abnegazione, dopo una lunga gavetta, sei riuscito a fare il cosiddetto salto di qualità e raggiungere traguardi importantissimi in campo europeo e nazionale. Ti senti un esempio per chi si avvicina a questo sport? Hai qualche consiglio per i più giovani?
Non so se effettivamente sono un esempio, ma mi piacerebbe esserlo. Ho cercato di dare sempre il massimo per arrivare dove sono. Non sono arrivato prestissimo ai massimi livelli: ho dovuto faticare, ma evidentemente l’attesa è servita a migliorarmi. Ai ragazzi mi sento di dire che solo con la costanza e la l’umiltà giusta  si riesce a vincere e confermarsi anno dopo anno.

Nel futsal, come un po' in tutti gli sport di squadra, ci sono i cosiddetti talenti puri, quelli dalla classe cristallina innata e poi ci sono i fuoriclasse del lavoro, dell’impegno e del sacrificio. Senti di appartenere a questa seconda categoria?
Sinceramente sì. Mi sento perfettamente uno di questi e sono fiero di esserlo. Sono convinto che una squadra ha bisogno di giocatori di qualità e dribbling e di giocatori con altre caratteristiche che in determinati momenti sono in grado di fare altre giocate. Il Pescara degli ultimi tempi ne è una dimostrazione evidente: la nostra squadra è il giusto mix fra giocatori tecnici e lottatori.

Nel corso della tua carriera hai avuto modo di confrontarti con grandissimi campioni. C’è un giocatore che ti ha messo più in difficoltà degli altri?
Tra i giocatori più difficili che ho marcato sicuramente c'è Rogerio, con il quale poi ho avuto anche la fortuna di giocare proprio qui a Pescara.  Ogni volta che lo incontro come avversario in campo è un gran bel duello.

Sei ormai al tuo quinto anno a Pescara. Cosa rappresenta per te questa città e questa maglia?
Pescara per me è tutto. Ormai vivo qui da diversi anni e sto bene. Gli inizi della mia carriera biancazzurra non sono stati assolutamente facili: per fortuna dopo le prime stagioni, sicuramente non esaltanti, ho vissuto momenti straordinari, gioie indescrivibili che porterò sempre con me. Conquistare cinque trofei con la maglia biancazzurra è stato qualcosa di magico. Sono felice e soddisfatto delle mia scelta e di vestire questi colori.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Non ci penso.  Manca ancora la parte più importante della stagione, quindi sono concentrato esclusivamente sui play off. A Pescara non mi manca nulla: ho la fortuna di lavorare con un grande allenatore ed una società ambiziosa che credono in me.  Al futuro penserò solo al termine della stagione.

Ultima domanda: ormai se lo chiedono tutti i tifosi biancazzurri cosa c'è dietro le tue esultanze? Anche tu contagiato dalla "Papu dance"?
Tutto è partito per gioco con Pulvirenti: tempo fa mi chiese di fare una determinata esultanza e io dopo un goal in campionato l’accontentai. Abbiamo continuato cosi per qualche altra partita visto che ci portava fortuna e a noi si è aggiunto anche Azzoni con la famosa Papu Dance in finale di Coppa Italia. Il futsal è anche questo, mistero svelato.

Paola De Biasi



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