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Pietropaoli show: «Noi 14 presidenti 'scemi'. Io e Carlo insieme? Vinciamo lo scudetto»

 23/05/2013 Letto 2048 volte

Categoria:    Serie A
Autore:   
Società:    REAL RIETI





Non nasconde nulla e non le manda a dire a nessuno. È così Roberto Pietropaoli, spontaneo e genuino. Si dice troppo simile a Giannini, “ma con lui vincerei lo scudetto”. Fantascienza, per ora. Ciò che è certo è che – al contrario di quanto detto l'8 aprile scorso – il Real Rieti si iscriverà in serie A. A patto che cambino alcune cose, che i presidenti non recitino più la parte degli “scemi” e i giocatori mantengano le promesse.


Partiamo dal comunicato dell'8 aprile scorso, quando avete annunciato che non vi saresti iscritti né in A né in A2.
Sì, ho parlato con la Divisione spiegandogli alcune cose che non mi stavano bene e abbiamo risolto. Cose che vanno modificate, altrimenti il calcio a 5 è destinato a morire.

Tipo?
Bisogna mettere dei paletti ai giocatori. Ci deve essere un regolamento in cui si spiega che i doveri e i diritti non sono solo delle società, ma anche loro. È vero che noi siamo tenuti a dare i rimborsi, ma è altrettanto vero che i tesserati devono tenere certi comportamenti, come avere una condizione fisica idonea, un atteggiamento rispettoso con avversari e arbitri, l'attaccamento alla maglia e così via. Non possono essere attaccati solo al Dio denaro. Se verranno messi questi paletti il Rieti continuerà ad esistere, altrimenti non mi sta bene. Non posso fare lo “scemo” per colpa dei giocatori. E non sto parlando per conto di Roberto Pietropaoli, ma per altri 13 presidenti “scemi” che si trovano costretti a recitare una parte che non è la loro. Tante società hanno fatto degli errori, la mia in primis, ma non nei comportamenti e nei modi di fare. Sono sempre stato regolare con i miei ragazzi, uno dei pochi ad aver pagato il mese di aprile, ma da loro pretendo anche rispetto.

Detto questo, il Real Rieti si iscriverà in serie A?
Assolutamente sì.

Da solo?
(Sospiro e sorriso ndr) Sono molto legato sia a D'Orto che a Giannini, sono due persone splendide dal punto di vista umano. Il problema è che ognuno di noi tre è attaccato alla propria terra. Faccio un esempio: se da una fusione Cogianco-Rieti si va a giocare al Pala Malfatti si fa un torto un torto a Genzano, e viceversa. Parlo con il cuore, poi col portafogli è un altro discorso.

Una chiacchierata tra te e Giannini, quindi, c'è stata?
Ci siamo mandati dei messaggi, ma non ci siamo mai seduti a tavolino. Siamo due persone intelligenti e capiamo entrambi le difficoltà.

Facciamo una battuta. Visto che tutti dicono che siete due persone molto simili, quanto durerebbe una fusione tra voi due?
Tra me e Carlo? Se la facciamo vinciamo lo scudetto! È vero, siamo simili, ma siamo anche due imprenditori e uomini di mondo che sanno benissimo che – se un giorno dovesse accadere una cosa del genere – entrambi dovremmo fare un passo indietro per costruire qualcosa di grande. Chiarisco subito però che ad oggi i presupposti per fare una cosa del genere non ci sono, ma in futuro non avrei problemi. Capisco le sue esternazioni, le capisco bene, le comprendo e le condivido.

Torniamo ora al lato tecnico: ieri la smentita sull'accordo con Ricci, ma una chiacchierata con lui c'è stata?
Certamente, abbiamo parlato un paio di volte, ma non abbiamo ancora raggiunto un accordo. Prima di dire che sarà lui l'allenatore del Rieti ce ne vuole, mi sembrava quindi doveroso diffondere ieri quel comunicato. Quest'anno non voglio sbagliare tecnico e non mi voglio precludere niente fino a quando non sarò certo della decisione presa.

Si dice che abbia parlato anche con Pagana e Cafù.
Non solo con loro. Ho un ottimo rapporto con Matranga e Batista, mi piacerebbe vederli sulla panchina del Rieti. E poi ho un sogno: mi piacerebbe vedere Foglia con questa maglia, a patto che lui e il mio amico D'Orto non vogliano la luna in cambio.


Francesco Puma
*foto www.rietilife.it



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