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Nuccorini conferma i rumors e saluta Pomezia: "Spiegarlo non è facile"

 01/07/2022 Letto 1432 volte

Categoria:    Serie A
Autore:    Redazione
Società:    FORTITUDO POMEZIA 1957





Attraverso il proprio profilo facebook, Alessandro Nuccorini ripercorre i 4 mesi che lo hanno accompagnato sulla panchina della Fortitudo Pomezia. 4 mesi fatti di sole vittorie (16) e trionfi: Coppa Italia e promozione in Serie A.

IL POST - Ero restio. Per mille motivi. Ho tentennato la prima volta. Poi sono entrato, senza pensare. La squadra era lontana da tutti gli obiettivi. Confusa. Stordita. Sotto accusa. Malata. Sono partito con mille titubanze. Ed invece è stato quasi subito un colpo di fulmine. Però non c’era tempo. Ho subito ritenuto che per provare a recuperare terreno più alla svelta avremmo dovuto quindi intraprendere un percorso anticonvenzionale. Avremmo dovuto “sperimentare”. Ma si sa, quando sperimenti rischi di esplodere da un momento all’altro. Però sentivo stima, fiducia, simpatia, amicizia, empatia….presidente in testa, giocatori, staff, dirigenti, tifosi. Ho pensato che valesse la pena rischiare. Ed ho capito immediatamente di trovarmi al cospetto di una squadra meravigliosa. La migliore da me mai allenata. Più ancora (e non manco di rispetto a nessuno) di quella che mille anni fa, nel 2003, ha vinto il titolo europeo. Umile, affamata, disponibile, identificata, vincente. Me la sono goduta giorno per giorno. Ogni volta uno spettacolo. Ragazzi pronti a riconoscersi fin da subito in un progetto sconosciuto, senza assolutamente sapere dove ci avrebbe portato (era così anche per me). Tutti pronti a lasciare qualcosa del proprio ego, a vantaggio della collettività. Avevo io stesso coscienza che stavamo procedendo al buio, senza punti di riferimento reali. Ma tutti lo facevano con così tanta convinzione da farmi sperare per il meglio. 1 vittoria, 2, 3, 4….16 su 16. Coppa. PlayOff. Serie A. Un’emozione continua. Tutti pronti a dare il loro contributo. Fino all’ultimo istante, fino all’ultima palla. Senza distinzioni fra giovani e vecchi. L’identità era ormai talmente forte che le ultime partite avrei potuto vederle da casa. Quel fischio finale, però, paradossalmente mi ha lasciato un senso di vuoto. Sapevo che era un momento meraviglioso, finalmente la tanto agognata promozione, ma allo stesso tempo i titoli di coda di un film sensazionale. Ero più triste che felice, rendendomi conto che quel capitolo si sarebbe chiuso così. Che non ci sarebbe stato un domani. Avevo sperato di leggerne un altro, magari altrettanto emozionante, ma non ci siamo riusciti. Però mai dimenticherò. Grazie Pomezia per avermi fatto vivere tutto questo. Grazie alla gente di Pomezia. Grazie a tutti gli uomini veri che mi hanno accompagnato in questo percorso magico. E grazie anche agli altri, che a volte hanno aggiunto loro stessi qualcosa. Forse il destino voleva proprio che chiudessi così. Con questa squadra galattica. Con questo staff tecnico/dirigenziale impareggiabile. Con i tanti amici che ho incontrato lungo il cammino. Forse è anche la cosa più giusta. In fondo meglio una sola pagina meravigliosa, rispetto ad un libro intero che ti lascia poco o niente. Grazie Pomezia. Grazie Fortitudo. Cosa siete stati per me….davvero spiegarlo non è facile! 💙❤️



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