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Serafino e Nando, la Coppa Italia e il trionfo dei Perugino. Napoli e la visione premonitrice

 26/03/2024 Letto 274 volte

Categoria:    Serie A
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    NAPOLI FUTSAL





Ci ha messo la faccia, in barba alla proverbiale scaramanzia napoletana, credendoci forse più di tutti e sbandierandolo ai quattro venti, non per vantarsi ma perché ci credeva davvero. Quelle dichiarazioni presidenziali a poche ore dalla finale di Policoro riecheggiano ora nell’aria trasformandosi in una visione premonitrice. “Siamo qui per vincere, abbiamo tutte le carte in regola per conquistare la Coppa Italia”. E così è stato.

MANIFESTA SUPERIORITA’ - Dopo il roboante 5-0 in semifinale inflitto a quell’Ecocity Genzano con il quale si sta giocando il secondo posto in regular season, che non aveva mai battuto nei due precedenti di campionato, il Napoli completa l’opera, superando con un netto 6-3 l’Olimpus Roma, grande dominatrice di una regular season già vinta con 5 turni di anticipo, per di più con distacchi siderali su tutti i competitor. Nella finale del PalaErcole, però, i sedici punti di vantaggio in campionato dei Blues sul Napoli sono stati azzerati e ribaltati dalle giocate illegali dell’alieno Salas (mvp della finale lucana), da un mortifero Borruto, da un Bolo elevato al cubo e dalla strategia di un Colini che ne trova sempre una più dei suoi colleghi. È un Napoli che confeziona la finale perfetta: vola 4-1 all’intervallo sull’Olimpus Roma prima di chiudere con un perentorio 6-3 e alzare la sua prima Coppa Italia di Serie A.

ALLE RADICI DEL SUCCESSO  - “Abbiamo coronato un sogno, la vittoria del gruppo, dal primo all’ultimo. Ringrazio lo staff per tutto il valore che svolge quotidianamente. Dopo tanti anni di sacrifici finalmente possiamo gioire”. Serafino Perugino se la gode fino in fondo. “Tutto figlio di un progetto di quartiere (Fuorigrotta, ndr) nato nel 2013 - continua il numero uno degli azzurri - ci abbiamo messo tanto cuore, costruendo un gruppo forte ma rispettoso dei valori della nostra famiglia, a cui dedico questa Coppa Italia: loro sono la mia forza, vincere con mio nipote Gennaro in braccio è una gioia indescrivibile”. La notte di Policoro segna il trionfo della famiglia Perugino. Serafino alla guida del club partenopeo, Nando capitano di una squadra di campioni, cresciuto a tal punto da cancellare Rodolfo Fortino in finale: “Mio figlio ha dimostrato chi è davvero, un esempio per tutti - assicura - non viene convocato in Nazionale solo ed esclusivamente per il nome pesante che porta. E questo non è giusto”.

DI PADRE IN FIGLIO  - Da Serafino a Nando Perugino il passo è breve: “Mi sono meritato questa Coppa Italia perché ho sempre pensato solo ed esclusivamente al campo, concentrandomi sul lavoro senza pensare al mio cognome. Sono partito da lontano facendo sempre tanti sacrifici, non accontentandomi mai. Vincere è un’emozione bellissima. Questo successo lo dedico a tutta Napoli, soprattutto a coloro che ci hanno lasciato”. Tanto sorprendente quanto importante la sua prestazione in finale, marcando e cancellando, innervosendo e inducendo addirittura al rosso (nel primo tempo) un campione senza tempo come Robocop Fortino. “Rodolfo lo conosco da tempo, abbiamo giocato insieme, ma ho passato le ultime settimane a guardare i video, quelli suoi e di Julio De Oliveira (il pivot dell’Ecocity Genzano, annichilito in semifinale, ndr), il lavoro è importante, la crescita deve passare per forza per la conoscenza di tutti gli avversari”. La stagione regolare volge al termine, poi ci saranno i playoff scudetto. Serafino Perugino rilancia le ambizioni del Napoli con cui bisognerà fare i conti nella corsa al tricolore: “Abbiamo vinto la Coppa Italia e ancora non ci credo - conclude - ma come si dice: l’appetito vien mangiando”.

Dal Corriere dello Sport, edizione cartacea



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