Mantra Polisportiva Futura: "Bisogna ricominciare dall’ascolto"
17/06/2025 Letto 100 volte
Categoria: Serie A2 Élite
Autore: Ufficio Stampa
Società: POLISPORTIVA FUTURA
"Una stagione che non vivevo da 25 anni". Così Angelo Saccà, direttore tecnico della Polisportiva Futura, commenta l’annus mirabilis appena trascorso, caratterizzato da un gruppo "coeso e unito come non accadeva dai tempi della Reggio Calabria Calcio a 5". Classe 1965, Saccà è stato il primo allenatore della Futura, progetto nato nel 2011 su iniziativa di Nino Mallamaci: "Mi chiamò per portare avanti la squadra del paese. Io ero in A2, ma ho accettato di scendere in Serie D perché credevo in quell’obiettivo. Nino diceva: 'Mi accontento della B', io risposi: 'No, dobbiamo puntare all’A'. E ci siamo riusciti".
GLI ANNI D’ORO - “Il parallelo con gli anni novanta?” Quelli erano gli anni d’oro dello sport reggino, con cinque squadre in Serie A in altrettante discipline, dal rugby al baseball. "Oggi c’è movimento, ma manca qualcosa", riflette Saccà. "Noi alleniamo ogni giorno a Lazzaro, ma sotto di noi la crescita è scarsa. Quando ero giovane, andavo a osservare i vari Geria, Famà, Diaz… Prendevo appunti e riportavo tutto ai miei ragazzi. Oggi? Nessun allenatore delle serie minori viene a studiare Honorio o Martino. È un problema di mentalità: i giovani pensano di sapere già tutto". Una critica netta alle nuove generazioni, confermata da un altro episodio: "Fino a poco tempo fa avevamo Gaetano Gebbia, esperto di basket e responsabile di squadre nazionali. Eppure, ai suoi allenamenti non c’era nessuno con carta e penna". Per Saccà, la colpa è dell’eccessivo orgoglio: "Io ho imparato da maestri come Diaz e Molluso. Oggi manca quell’umiltà. Se vogliamo far ripartire lo sport a Reggio, bisogna ricominciare dall’ascolto". Intanto, la Futura guarda al futuro, consapevole di aver scritto una pagina importante. Ma per Saccà, la vera vittoria sarà vedere un movimento di nuovo capace di crescere, insieme.
Ufficio Stampa Polisportiva Futura
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