skin adv

"Il professore" Stefano Cinti resta a bordo dell'Arca

 31/08/2018 Letto 1786 volte

Categoria:    Serie C2
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    ARCA





    Solo un anno fa lo presentammo come un grandissimo acquisto e tale si è rivelato nel corso dell’intera stagione, Stefano Cinti, un giocatore dalle inesauribili risorse, un talento cristallino che va a braccetto con una caparbietà e tenacia a tratti prorompenti.

     Stefano, quasi terminate le vacanze, recuperate le energie necessarie per il prossimo campionato?

    Le vacanze sono servite per ricaricarmi e iniziare a mettere un po' di benzina, mi servirà per correre qualche metro in più rispetto alla scorsa stagione. Sono carico per la nuova stagione con il mio gruppo.

    Non è la prima volta che militerai in serie C2, però diciamo che l’ultima esperienza non è stata esaltante, che cosa ti vorrai riprendere ad ogni costo?

    Sento la C2 come la mia dimensione ideale e posso dire che mi è mancata. Se ti riferisci a due anni fa, non é andata benissimo. Quest'anno sarà diverso: occorre dare delle risposte a qualcuno, senza troppi proclami, come dice capitan Fiumara, pensiamo alla salvezza.

    Un anno fa ci dicevi che a San Giustino avevi lasciato una famiglia, qual’è il bilancio del tuo primo anno all’Arca

    Mister Berarducci e i compagni di San Giustino occupano uno spazio importante nel mio cuore. Riguardo all'Arca posso dire di aver trovato la situazione ideale per me, compagni che sono diventati amici, dai quali difficilmente vorrò separarmi, in campo e fuori. Qui mi sento a casa, e questo vale più di ogni altra cosa per quanto mi riguarda.

    Quindi volendo scrivere una sola parola, il tuo ritorno a via Degli Angeli dopo 10 anni è stato?

    Rassicurante.

    Tu te la cavi egregiamente anche con il tennis, hai sfidato qualche tuo compagno?

    Diciamo che con il tennis sono alle prime armi, mi diverto molto con il padel. Per ora ho perso contro Viglietta, e vediamo se Valentini ci onorerá della sua sfida

    Tu non molli mai nemmeno un centimetro, quest’anno ti è capitato di entrare e andarti a riprendere il risultato addirittura con una doppietta; ricordaci quel momento.

    Ricordo benissimo quel venerdì sera, poi per uno come me segnare due goal non é un fatto proprio usuale. Quello che ricordo é la gioia mia e dei miei compagni, per aver portato a casa 3 punti fondamentali per la classifica, espugnando il campo del Colonna.

    Questo è il tuo ricordo più bello oppure ne hai un’altro?

    Il ricordo più bello lo associo alla partita di coppa contro Santa Severa, su campo neutro, eravamo corti come disponibilità, ma abbiamo lottato con determinazione ed intelligenza, giocando e vincendo una partita bellissima.

    Se ti dico 10?

    La prima persona a cui penso é Danilo La Mendola, il 10 più forte con cui abbia mai giocato; poi penso a qualche partita in cui l'ho indossato nel corso della  passata stagione, quasi per scherzo, il fatto è che si tratta di un numero che mi ha portato sempre fortuna a livello personale. Chissà si possa ripetere l'averlo sulla schiena.

    Tu nella vita eserciti una nobile e preziosa professione, ti va di spendere qualche parola, se puoi?

    Di lavoro faccio il ricercatore universitario e insegno chimica. Non avrei potuto scegliere di meglio, anche se la strada é lunga. La passione dell'insegnamento poi, mi ha spinto ad allenare squadre giovanili, cercando di insegnare ai ragazzi i valori fondamentali di sacrificio e lealtà. Il mio motto è che non vince il più forte, ma chi è più bravo, chi ci crede di più.

    Dimmi cosa sono il coraggio, l’amore e la fiducia.

    Sono dei valori e sentimenti universali, servono nella vita, servono sul campo.

    Ti sei mai incontrato con l’invidia?

    Ho tanti difetti, davvero tanti, Il primo é che sono permaloso da morire,  sono però felice di poter affermare che l'invidia non si é mai avvicinata a me. Sono sempre stato convinto che l'invidia per qualcosa che non si ha, non serva: sono sempre stato determinato a raggiungere i miei obbiettivi, quello che vuoi lo raggiungi, ovviamente nel limite delle proprie possibilità.

    Cos’ è che ti riesce meglio di tutto?

    Mi riesce bene essere tenace per raggiungere i traguardi. Relativamente al calcio, non sono mai stato uno "forte", ma ho sempre creduto in me stesso, e non mi sono mai buttato giù di fronte alle sconfitte e alle esclusioni. So di essere un punto fermo per la mia squadra, e questo mi riempie di orgoglio.

    Che titolo avrebbe la tua autobiografia se ne dovessi scrivere una in questo momento della tua vita?

    "L'importante é crederci". Proporrei questo titolo double face, ideale

    Grazie Stefano e auguri per la prossima stagione ormai alle porte.


Ufficio stampa ASD Arca



COPIA SNIPPET DI CODICE











-->