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Un esempio per tutte, Francesca Salvatore formato Mondiale: la cittì Azzurra nella storia del futsal

 19/11/2025 Letto 168 volte

Categoria:    Nazionale
Autore:    Redazione
Società:    ITALIA




Chi l’ha vista giocare la ricorda come un bomber “vecchio stampo”. Quello che in difesa si vede di rado, ma letale quando il pallone arriva dove conta. Perché, tanto si sa, in qualche modo lo metterà dentro. Ma non è solo questo. Ciò che fa di Francesca Salvatore una leggenda senza tempo, ora anche come ct della Nazionale italiana femminile, è una luce negli occhi che catalizza: si chiama “aura” e non si compra al chilo. Ci si nasce, semplicemente. Così come è accaduto a lei il 2 aprile del 1974. Dev’essere per questo che, quando la panchina del Montesilvano degli albori rimane vacante, tutti pensano a lei come player-manager.

NUOVA SFIDA - “Il tempo di trovare un altro mister” che, spoiler, non arriverà mai. Lei dice sì, perché non conosce altre risposte, quando la vita le propone una sfida. Ma poi ci prende gusto davvero: riesce a mettere a frutto la conoscenza di un gruppo che è famiglia, carpisce i segreti dei colleghi. Si appassiona. “Innamorato, sempre di più”, recita una delle sue canzoni preferite. E lei lo è tal punto da decidere di essere solo “manager”, senza “player”. Nel 2013 segue a Coverciano il corso come "Allenatore di calcio a cinque di primo livello" ed è una delle prime donne ad abilitarsi (ne saranno solo 4 fino al 2018). La prima in assoluto ad aver vinto uno scudetto, a Ciampino, contro la Virtus Roma nel 2010/11. Tre mesi dopo, il futsal femminile introduce la Serie A: le biancazzurre partono con una vittoria in Supercoppa, il mercato pesca i primi nomi dall’estero. In poco tempo il movimento si evolve e chiede una Nazionale femminile che possa rappresentarlo, così come da anni succede in altri Paesi. E a gennaio del 2015, diventa tutto vero: 21 Azzurre si ritrovano a Novarello agli ordini di Menichelli, mentre la prima uscita è prevista per giugno al Foro Italico. Ma questa “magica” storia la conosciamo già. Torniamo a Francesca: il 2 giugno 2016 vince in rimonta contro l’Isolotto il secondo scudetto, l’anno successivo termina la stagione in semifinale (e con una Supercoppa in più). La conferma per la stagione 2017/18 dovrebbe essere solo una formalità, eppure la storia cambia. Francesca lascia, incomprensibilmente.

VITA DA CT - Ma (molte domande e) poco tempo dopo, le risposte arrivano. Altri piani l’aspettano: Menichelli l’ha scelta come guida della Nazionale Under 17 femminile e, a dicembre dello stesso anno, complici gli impegni del ct con la Nazionale maschile verso Euro2018, Salvatore esordirà anche con la Nazionale maggiore nel Quattro Nazioni di Guadalajara, in Spagna. Le prime di 69 partite che l’avrebbero poi condotta alla rassegna iridata nelle Filippine, la prima riconosciuta dalla FIFA. Un’altra prima volta da incorniciare, che - sommata a tutte le altre - compone un percorso straordinario. Con l’Italia, Francesca è diventata una donna che sarà d’esempio per generazioni. Con Francesca, l’Italia è diventata prima squadra e poi gruppo. Tutto ciò che serve per andarsi a prendere il suo posto nel mondo.


*foto FIGC
Redazione C5 Live





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