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Maria De Luca in campo dopo 8 anni: “Con l’Infinity sono tornata a sognare”

 26/11/2025 Letto 73 volte

Categoria:    Femminile
Autore:    Redazione
Società:    INFINITY FUTSAL ACADEMY




Di nuovo in campo a distanza di otto anni dall’ultima volta, quando - per motivi di salute - Maria De Luca era stata costretta a rinunciare alla sua più grande passione: i minuti contro il Cus Pisa sono il simbolo di una rinascita fortemente voluta dalla giocatrice biancazzurra e arrivano proprio nella domenica in cui l’Infinity rafforza la vetta in solitaria.

“Come dico sempre - racconta - non sono stata sfortunata, ma diversamente fortunata perché, in fondo, io sono riuscita a superare tutto. Da giugno mi sono rimessa sotto e ho ricominciato a sognare: con Lorena Turetta come esempio, ho capito che l’età è soltanto un numero e che ci sarei potuta riuscire, anche grazie al suo appoggio e incoraggiamento continuo. E ora che è successo, l’emozione è ancora fortissima. In quel momento avevo il cuore a mille, pensavo al mio esordio come qualcosa di molto lontano, e invece mi sbagliavo: Marta si è avvicinata e mi chiesto se me la sentissi, d’istinto ho detto “sì” e, in pochissimo tempo, ho concentrato anni di attesa e voglia di giocare. Magari, a vedermi dall’esterno, stavo solo camminando, ma a me è sembrato quasi di volare. Anzi, sentivo proprio di aver dei super poteri – scherza -. Due minuti che mi sono sembrati lunghissimi, me li sono goduti con il gusto di chi ama con ogni parte di sé questo sport”.

Sì, perché se per alcuni è il più piccolo del mondo, per altri è un pezzo di vita. E per De Luca è davvero così. “Mi riporta a quando ero piccola e i miei fratelli, inizialmente contrari, mi portavano a giocare con loro. Chiaramente ero portiere, il ruolo che si dà a chi non si vuol far giocare, ma a me piaceva: il primo giorno ho preso una pallonata che mi ha fatto sanguinare il naso, eppure io sono rimasta al mio posto, testarda e già perdutamente innamorata di questo sport”. A 14 anni la “prima” ufficiale nel Padova Petrarca, poi la Luparense e altre esperienze in Veneto, prima di entrare a far parte dello staff dell’Infinity. “Ma il ruolo di dirigente mi è sempre stato stretto, io sono il tipo di persona che a bordocampo soffre e non vede l’ora che arrivi un pallone nelle mie vicinanze, per stopparlo con la suola e passarlo a qualcuno. Peggio dei bambini…”.

È stata Marta Carluccio a porle la domanda giusta al momento giusto. “Che ne pensi di tornare a giocare?”. Quel “perché no?” pronunciato d’istinto da Maria, si è subito trasformato in duro lavoro sul campo ed è poi diventato un “eccomi qua”. “Non sai quanto io sia grata a Marta e a Monacita Lombardi per questo. Ma anche a tutte le ragazze: per me vestire la maglia dell’Infinity era semplicemente un modo per ritrovarmi, invece loro mi hanno fatto sentire parte integrante”.

Il primo abbraccio è arrivato da Turetta, il secondo da Pomposelli. “Esperienza, bravura e tantissimo cuore: credo che nessun’altra squadra abbia un capitano e un vice così empatici”. Ma l’Infinity, atteso domenica dalla sfida col Chiaravalle, brilla a tutto tondo. “Siamo sicure dei nostri mezzi, siamo unite e ci alleniamo con intensità: nelle mie parole non vuole esserci alcun tipo di presunzione, ma - chiude - in questo momento non vedo ostacoli che possano mettersi tra noi e l’obiettivo prefissato”.


Anita Ferrante

 





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