Luca Mastrogiovanni modella il Real Grisignano: “Intensità, creatività e compattezza”
Due pagine di curriculum, scritte fitte fitte, riassumono oltre 40 anni di carriera come allenatore e circa 30 da giocatore, anche con Petrarca e Luparense, opposto ad alcuni dei totem della disciplina come Famà, Quattrini e Bearzi, allora al Prato di Velasco. L’ultima esperienza in panchina? Con la MestreFenice, raggiungendo Finals di Coppa Italia e semifinale playoff. Prima, però, c’è tanto altro: Recanati (club del quale cura anche il settore giovanile), Città di Mestre, Petrarca, Cadoneghe, Futsal Poiana, Mareno, Spinea e Cittadella e non le abbiamo neanche citate tutte. Ma Luca Mastrogiovanni è stato anche il primo allenatore della Luparense Calcio a 5, oltre a vantare una Champions League disputata con l’Arzignano. Insomma, quando il presidente Azzolin ha puntato su di lui per un nuovo corso, lo ha fatto ad occhi chiusi. Anche se quella con il Real Grisignano è ufficialmente la prima esperienza nel femminile del tecnico veneziano.
“Per fortuna, sono curioso di natura, non ho mai escluso niente e non ho preconcetti. Certo mi sono informato, ma tutti mi hanno incoraggiato, e in più mia moglie è stata entusiasta. Quindi ho detto sì”. Un punto contro il Prato, ottenuto tra l’altro potendo contare su una rosa decimata, poi un altro pareggio col Boca vicecapolista e, dulcis in fundo, il 3-3 con l’Hurricane in Coppa Italia, che è valso il passaggio del turno. La mano di Mastrogiovanni si è vista subito. “Per gli ultimi due risultati in particolare c’è un pizzico di rammarico, perché i tre punti erano davvero alla nostra portata. Ma per ora va bene così, ci stiamo divertendo e le risposte sono positive”. Più o meno di quanto si aspettasse, impossibile dirlo. “È che quando alleno, entro in un’altra dimensione: il campo è il campo, i giocatori sono giocatori ai quali cerco di trasmettere il mio contributo, perché in fondo il compito del mister è essere a disposizione degli atleti. L’unica differenza rispetto al passato è che per la prima volta entro a stagione in corso: ho cercato di capire da cosa cominciare e ho lavorato sull’aspetto psicologico, puntando sulla valorizzazione dell’atleta. Sono partito a mille, ma devo dire che le ragazze mi stanno dietro alla grande e questo mi dà fiducia: sinceramente, non penso che le squadre che ci precedono, abbiano qualcosa in più rispetto a noi”.
Ora la Polisportiva 1980 con una possibile missione aggancio nel mirino delle blaugrana. “Non sono un tipo camaleontico: non modifico il gioco in funzione di chi incontro, piuttosto mi auguro che siano gli altri a farlo. Noi abbiamo bisogno di certezze e di rafforzare l’identità. Che Real Grisignano saremo? Una squadra capace di giocare ad alta intensità, creativa, con ragazze che si sentano libere di interpretare la partita, e compatta, così come lo siamo state in queste ultime tre gare”.
*foto Serena Trevisan
Anita Ferrante
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