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CDM Genova, Fortuna dice tutto: "Noi in A2 un'ingiustizia. Ma..."

 01/07/2020 Letto 941 volte

Categoria:    Serie A
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    CDM FUTSAL





Dopo tante interviste ai giocatori della rosa è il momento di fare quattro chiacchiere con il presidentissimo, Matteo Fortuna.

Presidente solo due anni fa per la CDM fa si parlava di serie B: in due stagioni è successo un po’ di tutto, la A2, il ripescaggio in A, il Covid-19 e l’interruzione del campionato proprio sul più bello, quando sembrava che la squadra si fosse scrollata di dosso paure e timidezza da esordiente e sembravano esserci le possibilità di conquistare la salvezza sul campo. Salvezza che invece pare sfumata in un finale di stagione davvero pasticciato. Come state vivendo questo momento e quali sono le intenzioni e gli obiettivi della società nel medio periodo?
"Pochi giorni fa abbiamo ricevuto la spiacevole notizia di essere stati retrocessi d’ufficio in A2. La cosa ci ha sorpreso perché fino al giorno prima sembrava non ci dovesse essere nessuna retrocessione e su questo ci eravamo basati per organizzare la nuova stagione. Trovo questa decisione delle LND/FIGC totalmente ingiusta e antisportiva, perché non tiene conto del fatto che nelle 4 giornate successive allo stop avremmo incontrato le ultime 4 della classifica un dietro l’altra e avremmo pertanto potuto guadagnarci la salvezza sul campo. Ci eravamo preparati bene per queste partite ed avevamo investito molte risorse nel mercato invernale a questo scopo. Vero è che la promozione in A2 non l’avevamo guadagnata sul campo e che se avessimo fatto solo un punticino in più non saremmo qui a discutere visto che siamo retrocessi per differenza reti.  A questo punto non dipende più da noi. Quando usciranno i criteri per i ripescaggi se avremo pieno diritto faremo la A e saremo sicuramente all’altezza, in caso negativo nessun problema: cercheremo di vincere la A2 per tornare in A finalmente dalla porta principale".

Cdm Futsal Genova e comune di Campo Ligure per superare l’annoso problema della carenza di impianti nel capoluogo ligure: è una soluzione temporanea o una scelta che presuppone un vero e proprio progetto? CDM è un acronimo che dimostra comunque come la società sia intrinsecamente legata a Genova, cosa rappresenterà Genova per il futuro immediato della società?
"Abbiamo firmato un contratto di 3 anni a Campo Ligure. Il sindaco e la giunta comunale ci stanno dando un supporto straordinario. I ragazzi della prima squadra andranno a vivere nel borgo dove abbiamo appena trovato una sede che verrà anche utilizzata come CDM Store. Il campo è grande e 800 persone di capienza sono il giusto sviluppo per noi. A Genova rimarrà il settore giovanile e l’under 19 nazionale. Cambieremo il logo e presto scoprirete l’idea che abbiamo avuto per unire anche graficamente le due entità. Insomma lo sviluppo di CDM esula dalla serie in cui saremo. Abbiamo nuovi dirigenti ed una struttura molto più efficace. La serie A è molto difficile e dispendiosa e tutte queste difficoltà avrebbero potuto abbatterci ma non ci siamo persi d’animo. Le istituzioni politiche e sportive Genovesi non ci hanno mai aiutato e nemmeno lo pretendiamo, andiamo avanti con le nostre forze sperando che venga recepita la bellezza di questo sport da più gente possibile e magari da qualche sponsor che possa aiutarci a sopravvivere".

Che ruolo ha il settore giovanile nel progetto CDM e perché un bambino dovrebbe scegliere il calcio a 5 piuttosto che il tradizionale a 11?
"Quest’anno abbiamo deciso di puntare sulla qualità: basti pensare che Michele Lombardo che ha allenato in A guiderà l’under 19 e che Ricardo Caputo che ha vinto scudetti, coppe Italia e Champions sarà il responsabile tecnico dell’Academy. Con la Sisport (gestore del Palaerbe) abbiamo instaurato veramente un bel rapporto e ci sono le basi per crescere qualitativamente. Ricordo che siamo l’unica scuola calcio a 5 indoor della Liguria e che siamo non solo Scuola Calcio Elite ma anche affiliati al progetto Next Generation della Sampdoria. I bimbi nel 5 si divertono molto di più perché non ci sono ruoli fissi, ci sono cambi volanti, non si può passare la palla al portiere quindi sono ‘costretti’ a giocare e migliorare anche tecnicamente. Credo che fino ad una certa età si dovrebbe giocare solo A 5 non in 5 che è diverso. Non a caso in Brasile e Spagna fanno così da anni ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.  Vorremmo arrivare col tempo ad avere under 15/17 completamente gratuite e almeno metà della rosa della prima squadra formata da ragazzi del settore giovanile. Vorremmo che anche la Liguria capisse che esiste anche il calcio a 5 che può essere propedeutico all’11 o alternativo al basket e alla pallavolo".

Cosa significa oggi, per un presidente di una squadra nell’orbita della A1, gestire una squadra come la CDM e quale sarà secondo te il futuro del calcio a 5 in Italia?
"LA CDM è un impegno importante e occupa gran parte del mio tempo libero, è una passione. Io sono un po’ accentratore e faccio fatica a delegare ma dovrò abituarmi perché gli impegni stanno diventando sempre più pressanti. Siamo cresciti molto in fretta perché ho uno spirito molto competitivo e mi piace fare le cose per bene ma forse sarebbe stato meglio crescere più gradualmente. La domanda di ripescaggio in A lo scorso anno è stato sicuramente un azzardo, ma abbiamo imparato tanto da quell’esperienza e alla fine direi che il bilancio è positivo. Durante il lock down ho avuto il piacere di conoscere meglio i miei colleghi e tutti siamo animati da grande passione. Se si escludono un paio di eccezioni nessuno guadagna con il calcio a 5 e direi che tutti ci rimettiamo, chi in tempo, chi in denaro, chi in tutti e due. Servono però regole precise e le regole vanno rispettate in modo da poter giocare tutti ad armi pari. Al covid per esempio abbiamo reagito in maniera autonoma e questo non va bene perché perdiamo in serietà e credibilità. Se vogliamo ambire ai risultati spagnoli dobbiamo cambiare mentalità. Abbiamo in mano lo sport più bello del mondo ma non riusciamo ad imporci al grande pubblico. Noi presidenti non investiamo i nostri soldi in maniera organica, la divisione perde troppo tempo a litigare internamente invece di essere più autorevole nei confronti della LND. Insomma dobbiamo tutti guardare meno all’interesse del singolo perché senza una struttura collettiva adeguata i soldi che faticosamente raccimoliamo dagli sponsor non sono investiti ma spesi. Non a caso in Italia negli ultimi anni decine di società, alcune delle quali di vertice assoluto, sono sparite dall’oggi al domani".

Cosa ti auguri dalla prossima stagione?
"Di rivedere i bimbi giocare serenamente e il palazzetto di Campo Ligure aperto e pieno. Abbiamo tutti voglia di ripartire e ricominciare a calciare il pallone, siamo stanchi del Futsal parlato".

Ufficio stampa



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