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#futsalmercato, il cerchio si chiude: Alberto Carobbi tecnico dell'Aposa

 16/07/2021 Letto 1421 volte

Categoria:    Serie B
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    APOSA BOLOGNA





Torna a casa Alberto Carobbi. Torna nella sua città natale, Bologna. Torna dove, trent'anni fa, tutto è cominciato.

CAROBBI - "Il primo anno da allenatore - ricorda Carobbi - risale alla stagione 1991-92, nella Harvey Bologna, dove, dopo una carriera nel calcio a 11, avevo esordito, direttamente in Serie A, nel calcio a 5. Sono seguite le esperienze a Roma, Bologna (che ho riportato in A dalla B), Prato e Augusta, che ha rappresentato la consacrazione per me: con la prima squadra ho vinto la Coppa Italia e sono arrivato nelle fasi finali sia del campionato di A che della Coppa delle Coppe. Sempre lì mi è stata affidata la direzione dell'Under 21 e della Juniores, con le quali ho vinto tutto, fra campionato e Coppe. La collaborazione con la Nazionale è iniziata nell'anno di Prato ed è durata quattro anni: nel 2003 abbiamo vinto il campionato europeo e nel 2004 siamo arrivati secondi nel Mondiale. Dopo la Sicilia è stata la volta di Napoli, quindi (sperando di non aver dimenticato nessuno) Cesena, Forlì, Reggio Emilia, Imola e ancora Forlì. A quel punto della mia carriera ho deciso di concentrarmi sul settore giovanile, come direttore tecnico della Young Line e mister delle Rappresentative Allievi e Juniores dell'Emilia Romagna. Gianluca Matera mi ha convinto a tornare sulla panchina di una prima squadra e con l'Imolese siamo volati dalla C1 alla A2. Ora comincia l'avventura in Aposa e il fatto che sia qui a Bologna la connota di un significato speciale." Allenatore della prima squadra e direttore tecnico del settore giovanile: una nuova allettante sfida in una carriera costellata da successi: "Aposa ha un grande potenziale, quanto a struttura, staff, idee, e si trova in una piazza importante: a Bologna c'è tutto e noi dovremo essere bravi a ritagliarci uno spazio. Servirà tempo per il reclutamento dei giocatori sul territorio e per portare il pubblico in tribuna: ci aspetta tanto lavoro, ma, col metodo giusto, ci riusciremo. Si parte dal settore giovanile: abbiamo un'Under 17, ma vorremmo creare un'Under 15 e una Scuola Calcio. L'Under 19 è un gruppo interessante, con esperienza nel campionato nazionale e che potrà contare su alcuni dei ragazzi ex-Imolese. La squadra cadetta lavorerà a stretto contatto con la prima squadra: chi lavorerà bene, potrà giocare in B." Fra l'altro anche la prima squadra verde-nera sarà dichiaratamente giovane, per non dire giovanissima: l'optimum per un formatore di professione. "Al momento il più vecchio è un '98, mentre il più giovane un 2004. È indubbio che un gruppo così giovane comporti alcuni rischi, ma vedo tanta qualità in questi ragazzi. Bisogna dare una possibilità ai giovani: è ciò che serve a un movimento che deve rimettersi in moto. Considera che nell'ultima, difficilissima stagione (e vorrei fare i complimenti alle società e ai ragazzi che hanno portato a termine i campionati), il settore giovanile ha subito una battuta d'arresto: stop al reclutamento e fasce d'età 2003 e 2004 fortemente penalizzate. Tuttavia, quest'anno, l'inevitabile ridimensionamento dei budget delle prime squadre potrebbe essere l'occasione per dare spazio ai giovani: dalla B, soprattutto, potrebbero emergere talenti." Per mister Carobbi il 2021 è un anno speciale anche per un altro motivo: spegne sessanta candeline. Inevitabile la domanda: il segreto per restare giovani? "Credo che il segreto sia proprio stare in mezzo ai giovani. I ragazzi trasmettono tanta energia e, seppur richiedano molto lavoro in termini di formazione, se trovi la chiave giusta ti ripagano con grandi soddisfazioni sul campo. Sono 'spugne', assorbono quello che insegni loro: vederli crescere, sapendo che hai inciso sul loro percorso, ti dà lo stimolo a continuare. Permettimi di ringraziare Aposa e il suo Presidente (che spero di vedere sugli spalti in tutte le partite) per quest'opportunità, che mi consente di tornare in panchina dopo un'annata di 'pausa'. Sono diventato vecchio - conclude Alberto Carobbi - facendo il mestiere che amo: un grande, grandissimo privilegio".


Ufficio Stampa Aposa




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