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#futsalmercato, Sporting Campobasso: portieri affidati ancora a Cimaglia

 18/07/2021 Letto 474 volte

Categoria:    Serie C1
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    SPORTING CAMPOBASSO





Altra riconferma prestigiosa per lo Sporting Campobasso, Mattia Cimaglia sarà ancora il preparatore dei portieri.

Mattia Cimaglia, terzo anno consecutivo allo Sporting Campobasso nel ruolo (fondamentale) di preparatore dei portieri. Sensazioni e impressioni per quello che si spera possa essere l’anno della ripartenza anche sportiva?
Terzo anno sulla carta. In realtà, operativamente, è come se fosse il secondo. Spero che quest'anno non ci siano intoppi dovuti alla pandemia ancora in corso e che si possa portare a termine la stagione sportiva che sta per avere inizio. Tuttavia, non tutti i mali vengono per nuocere: ho cercato di sfruttare questo anno, privo di lavoro sul campo, per continuare a formarmi e informarmi circa la mia figura e le metodologie di allenamento. Le vittorie e il raggiungimento degli obiettivi passano anche da questi aspetti.

Il tuo ruolo nella gestione tecnica di mister Pietrunti è assolutamente fondamentale e imprescindibile. Quanto ritieni importante la completezza e la competenza di uno staff tecnico per il raggiungimento degli obiettivi di un club?
Curare ogni aspetto dell'atleta in ogni minimo dettaglio, sia esso tecnico, tattico, atletico o psicologico, presuppone certamente un lavoro d'equipe. E in quest'ottica la mia figura, come quella magari del preparatore atletico e di altre figure che ruotano attorno alla squadra, sono di fondamentale importanza, ma che, per essere funzionali al progetto, devono ben sposare la filosofia di gioco del mister, dal quale non si può assolutamente prescindere. E così, lavorando in sinergia, soprattutto sui dettagli, si può sperare di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Sei ormai allo Sporting Campobasso dall’anno della sua fondazione. Quanto è cresciuta secondo te questa società, dove può migliorare e dove può arrivare?
La società è sempre stata vigile e operativa, anche in quest'ultimo anno di pausa forzata. Segno che alla base c'è un discorso di programmazione seria e ponderata. Inutile dire mi piacerebbe veder crescere sempre di più questa realtà, di cui mi sento parte integrante, con orgoglio e senso di appartenenza. Roma venne costruita mattone dopo mattone...

Hai lavorato con tanti portieri in questi anni. Quanto ti ha permesso di crescere professionalmente questa esperienza?
Aver avuto dei portieri con caratteristiche diverse, mi ha permesso di lavorare su diversi aspetti e di ampliare le mie conoscenze. Potrebbe sembrare apparentemente un problema, ma una tale situazione ha dei vantaggi. Due su tutti, a mio avviso: ti obbliga a imparare a ottimizzare il tempo a disposizione per preparare i portieri, che in un campionato di Serie C è molto ridotto; ti permette di poter schierare un portiere a seconda delle sue caratteristiche, in base alle dimensioni del campo oppure al tipo di avversario che stai per affrontare.

Qual è, per un preparatore dei portieri, la soddisfazione più grande a fine stagione?
Credo che per la mia figura, la soddisfazione più grande a fine stagione sia avere la conferma che i tuoi portieri abbiano acquisito quella che io chiamo "la consapevolezza del ruolo". Penso che il ruolo del portiere sia diverso dagli altri ruoli dei giocatori di movimento. Un giocatore di movimento può permettersi di sbagliare un goal. Un portiere non può permettersi di sbagliare una parata. Subirebbe la rete. Dunque penso che in questo ruolo bisogna essere forti mentalmente, pronti a reagire dopo un errore, pronti ad aiutare i compagni, ad abnegarsi. A parlare per tutti i 60 minuti infondendo sicurezza alla squadra. Perché in questo ruolo, la linea che divide Paradiso e Inferno, è molto molto sottile. È questa la "consapevolezza" che vorrei vedere a fine stagione in ognuno dei portieri.

Buon lavoro, Mattia.


Ufficio Stampa Sporting Campobasso



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