Progetto Preparatori Portieri, De Pol e Scalchi: "Vi sveliamo la nostra iniziativa"
L’11 ottobre scorso fu un giorno memorabile per ogni singolo tecnico che dalla Serie A alla D, maschile o femminile che sia, si occupa specificatamente della formazione e dell’allenamento degli estremi difensori della disciplina dal pallone a rimbalzo controllato. Già, perché in quella data il Consiglio Federale riconobbe, finalmente, la figura del preparatore dei portieri di futsal.
P.P.P. - L’entusiasmo generato da quella storica decisione diede ai “mister” dei numeri 1 l’occasione di dar vita a parecchie iniziative legate al delicato ruolo del pipelet di calcio a 5, oltre a incentivare ancor di più quei gruppi e associazioni già istituite. Figlia di Dimitri De Pol (il promotore), Enrico Scalchi e Paolo Del Grosso, rispettivamente i preparatori dei portieri della Came Dosson, del Ciampino Aniene AnniNuovi e dell’Italservice Pesaro, è recentemente nato il P.P.P.
In questi giorni ha cominciato a palesarsi sui social il Progetto Preparatori Portieri con le dirette volte all’analisi del delicato ruolo dell’estremo difensore. Potete esporre nel dettaglio questa fresca iniziativa?
Dimitri De Pol: È un’iniziativa nata dopo il riconoscimento ufficiale della figura del preparatore dei portieri di futsal in Italia - premette -. Le dirette non sono pensate come una rubrica per analizzare esclusivamente i gesti tecnici dei numeri 1. La nostra idea è quella di proporre un format rivolto non solo ai preparatori della Serie A, ma anche a quelli delle categorie inferiori, che più avanti vorremmo coinvolgere direttamente nel progetto insieme a quelli di altri paesi come il Brasile, la Spagna e altre parti del mondo. Lo scopo è anche quello di capire da loro come è vista la figura e come è interpretato il ruolo. Insomma, l’obiettivo principale è la promozione di questa figura tecnica e fornire spunti agli addetti ai lavori. Non si parlerà, quindi, solo di aspetti tecnici, bensì della figura a 360 gradi.
Enrico Scalchi: Confermo quanto detto da Dimitri - esordisce -. Tutto nasce in seguito al riconoscimento ufficiale da parte della Divisione Calcio a 5 della figura del preparatore dei portieri. Un modo per dare visibilità a un ruolo fino a oggi poco considerato. Il progetto nasce come strumento di confronto e, dunque, di crescita professionale e di condivisione delle esperienze degli allenatori degli estremi difensori che, attualmente, lavorano nelle compagini di Serie A. L’iniziativa è stata fortemente voluta da Dimitri (De Pol, ndr) e subito sposata da me, Paolo Del Grosso dell’Italservice e da tutti gli altri preparatori della massima categoria come Filo Tiballi, David Patrizi, Gianmarco Pascali, Gennaro Varriale e Marco Pasculli, per citarne alcuni. Abbiamo poi deciso, grazie alla collaborazione dei ragazzi della pagina instagram di Fut5al Italia e dei profili personali, di aprire l’iniziativa a tutti i numeri 1, preparatori e amanti del ruolo del portiere di futsal, organizzando dirette interattive dove il pubblico può porre domande agli allenatori presenti e agli ospiti che si susseguono nei diversi incontri. A oggi, l’iniziativa sta avendo un discreto successo con una partecipazione molto attività dei followers, che con quesiti davvero molto interessati alimenta il discorso e il confronto. Questo scambio di idee ci permette di far emergere le diverse opinioni sulla visione del pipelet e sulle metodologie di allenamento. Nei primi incontri si è parlato di suggerimenti per mantenere alto il livello di concentrazione del portiere del “flow”, in altre parole uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un'attività, dell’allenamento di alcuni gesti tecnici e dell’utilizzo dell’estremo difensore in fase di possesso. Michele Miarelli e Gabriel Miraglia, i primi due ospiti, ci hanno raccontato, con simpatici excursus, i trucchi del mestiere. Nella puntata del 12 dicembre, invece, saranno presenti Marcio Ganho, Lorenzo Pietrangelo e Liliano Cipriano del Napoli Futsal.
Avete già programmato gli step successivi per sviluppare la P.P.P.?
D. D. P.: L’intenzione - spiega - è di dare un taglio anche internazionale al progetto e all’iniziativa. Come detto, abbiamo già programmato dirette con i trainer dei portieri di diverse parti del mondo. Il primo ospite straniero, salvo disdette dell’ultimo minuto, sarà un preparatore brasiliano autorevole. Precedentemente, nella giornata di lunedì 5 dicembre abbiamo avuto il piacere di avere in diretta Marco Pasculli, fresco dell’esperienza in Champions League con la Feldi Eboli, e il pipelet italo-brasiliano Bianca Castagnaro, quale primo esponente del futsal femminile. Abbiamo, inoltre, intenzione di estendere il progetto ad altri canali social come facebook e abbiamo già accordi con testate sportive che riveleremo in seguito. In questi spazi cercheremo di far capire l’importanza della figura del preparatore degli estremi difensori, cercando anche di affrontare le motivazioni del riconoscimento tardivo e di cosa avviene all’estero, partendo dal presupposto dell’importanza di affidare questo ruolo a persone qualificate.
E. S.: Abbiamo in programma tante altre dirette - svela - con importanti ospiti sia del panorama nazionale che internazionale, e con portieri dal maschile e dal femminile. Successivamente, se ci sarà modo, vorremmo organizzare clinic e stage, ma è un progetto tutto in itinere. Insomma, work in progress. Alcuni incontri potranno essere anche di carattere maggiormente tecnico, dove i diversi estremi difensori potranno sottoporci preventivamente dei video di eventuali azioni per avere una nostra lettura al riguardo, oppure si potrà commentare, sempre in termini costruttivi, alcune proposte di lavoro. Sicuramente, un attento sguardo, e quindi un’adeguata visibilità, dovrà essere data anche agli altri campionati nazionali, in modo da aprire uno spazio di confronto e condivisone anche a tanti altri preparatori che lavorano sì nelle categorie inferiori, ma che sono davvero competentissimi come, ad esempio, Daniele Di Stefano del Todis Lido di Ostia, Luca Scaringella, Mimmo Di Bari e Andrea e Alessandro Arpinelli, cercando di coinvolgere anche figure storiche di questo ruolo.
In definitiva, qual è la mission del P.P.P.?
D. D. P.: Spesso - sostiene - le società affidano questo delicato ruolo a persone non in possesso di adeguate competenze e conoscenze o ad altre figure. Tutto ciò andrebbe cambiato. L’obiettivo, pertanto, è dar voce a quante più gente possibile, addetti ai lavori e non, al fine di far realmente comprendere l’importanza di questa figura tecnica.
E. S.: Oltre a quanto detto - afferma -, l’obiettivo del progetto rimane anche quello di garantire un confronto aperto, e quindi formativo, fra i diversi addetti ai lavori e tra i preparatori del ruolo, scambiando opinioni e punti di vista. Non posso negare, almeno personalmente, che proprio il confronto con allenatori dei portieri come mister Alberto Mancini e David Patrizi, e con gli amici Michele Miarelli e Valerio Barigelli, hanno inciso in modo significativo sulle metodologie di lavoro che provo ad applicare. Spesso, essere aperti a piccoli suggerimenti porta a un’interpretazione costruttiva di diverse proposte. L’altro obiettivo, ovviamente, è quello di dare visibilità alla figura. Una figura, soprattutto nei campionati regionali, messa spesso in secondo piano e non considerata negli staff tecnici, ma, al contrario, di rilevante importanza per le prestazioni e il rendimento dei numeri 1 sia in termini di allenamento specifico che di supporto mentale. Non possiamo non considerare, infatti, che il pipelet, soprattutto nel futsal, riveste un ruolo di estrema responsabilità all’interno di ogni squadra e risulta spesso determinante nell’economia della singola gara e del risultato finale. La peculiarità del ruolo fa sì che la prestazione del portiere possa quasi essere considerata come la performance di uno sport individuale all’interno di una disciplina di squadra.
Alessandro Cappellacci
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