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Meta Catania, quando l'unicum diventa optimum. I tre motivi che la rendono (ancora) la più forte

 28/06/2025 Letto 258 volte

Categoria:    Serie A
Autore:    Redazione
Società:    META CATANIA





Anno nuovo vita vecchia, verrebbe da dire pensando allo scudetto-bis del Meta Catania. Ma pensandoci bene non è così. Lo scorso anno il tricolore sventolato dagli etnei ad Aversa era anche figlio dei rimpianti di un Napoli avanti 3-1 all’intervallo in gara-3, con due clamorose occasioni divorate da Mancuso nella ripresa e altrettanti tiri liberi falliti all’extra time su una situazione di parità. Stavolta è andata diversamente: il successo della squadra più forte ai nastri di partenza era prevedibile ma è stato netto nelle Finals, inquadrabile in tre claim che trasformano l’unicum degli etnei in optimum, nonostante le fatiche di una di una stagione iniziata il 27 luglio e snocciolata attraverso 51 partite stagionali disputate. 

IL PALACATANIA - Non c’erano mai state 5000 persone alle Finals scudetto. Non è un piccolo particolare, la Meta ha voluto fortemente il primato in regular season per poter giocare tutte le partite decisive al PalaCatania. Morale della favola, ne ha disputate 5 in casa nei playoff, vincendole tutte e confermando l’imbattibilità di un palazzetto un po’ bunker un po’ talismano. D’altronde è più facile avere il sesto uomo in campo, quando in campo vanno molti dei propri concittadini. E qui si entra nel secondo punto nodale che ha reso l’unicum del Meta Catania, un optimum.

IL TERRITORIO - La visione di patron Musumeci si è concentrata in questi anni sul lavoro costante, quasi maniacale, nel territorio, costruendo quel senso di appartenenza che si trasforma in campo nel correre di più, nel fare quel centimetro in più, nello sforzarsi di più. Prima squadra piena, zeppa, di siciliani, settore giovanile ultra competitivo sì, ma che antepone i successi di categoria in nome di un obiettivo ancora più importante, quello di portare linfa nuova in prima squadra. I gemelli Musumeci, tanto per dirne una, non sono i figli del Presidente, ma ormai giocatori in costante crescita, che possono fare serenamente minutaggio in Serie A. Anche perché hanno degli eccellenti modelli da seguire. E qui si entra nella sfera di un altro aspetto peculiare dell’ecosistema Meta.

INNOVAZIONE - In quell’isola meravigliosa chiamata Sicilia ora c’è un tesoro catanese di inestimabile valore, quel prodotto locale diventato eccellenza. Il talento di Melo Musumeci non si scopre certo oggi, ma il più forte italiano per distacco del futsal nostrano è andato oltre, inculcando ai suoi compagni la sua fame di competitività e di successo. Questione di leadership. Il capitano dell’Italfutsal è perennemente insaziabile e questa sua caratteristica è entrata in testa e nell’anima dei suoi compagni di squadra. L’esplosione di Pulvirenti e Podda ha raggiunto livelli inimmaginabili qualche anno fa. Altro che gli italiani non sono competitivi, altro che Provvidenza: Giovanni è il top scorer dei playoff, altro che talento sardo… Michele è stato il capocannoniere della Champions insieme a un certo Fabinho del Palma. Catanesi e isolani, poi, hanno aperto all’esterofilia sì ma con cognizione di causa. Mai visto Turmena così decisivo come a Catania. Lo stesso dicasi per Bocao. O per Siqueira. Già, uno dei tre portieri voluti da Juanra, perché tre portieri producono altrettanti situazioni tattiche differenti, che fa molto futsal internazionale. Anche questo rappresenta l’unicum Meta, diventando optimum. Un modello vincente che li rende ancora i più forti.

Redazione C5 Live

 





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