Meta Catania: Podda Principe d'Europa. "La nostra fame sovrasterà la stanchezza"
Sono i campioni in carica, hanno messo in bacheca la Supercoppa con una prestazione sfociata nell’illegalità, rompendo l’equilibrio regnante nella regular season di Serie A con 11 successi e 12 risultati utili di fila. Come se non bastasse c’è qualcos’altro che i contender per lo scudetto devono sapere sulla Meta. Solo il Palma tricampione d’Europa (di fila) ha segnato più dei catanesi in Champions, nessuno ha tirato in porta più dei rossazzurri (388 volte, Turmena primatista con 34, Podda secondo a 33). E Michele Podda è il Principe del gol con 13 centri, gli stessi di un certo Fabinho del Palma. “Per me questa è stata la stagione dell’apprendimento - dice il gioiello sardo - un’annata formativa e super intensa, dove ho disputato la mia prima Final Eight e imparato tanto in Europa, anche se sono convinto che se avessimo giocato l’Élite Round a Catania non so chi sarebbe andato in Final Four, magari proprio noi”.
UN SEGRETO SVELATO - Non ha riposato praticamente mai Michele Podda, perché quando c’era la sosta per le Nazionali, lui era in Azzurro, insieme a Pulvirenti e Melo Musumeci. “Dovrei essere a circa 50 partite quest’anno, ma non mi faccio condizionare da questo numero, la Nazionale è un privilegio”. Tenuta fisica, una parola chiave per la squadra di Juanra in vista dei playoff. Da un lato è servita per raggiungere il top della forma prima di tutte le altre, dall’altra può rivelarsi un effetto boomerang nella postseason. Podda ci pensa su, poi riparte dalla parola più utilizza dal suo capitano, Melo Musumeci: fame. “La fame è più forte della stanchezza e io sono molto fiducioso su questo aspetto”. È una Meta diversa da tutti gli altri competitor, ha preso un’altra strada che potrebbe portarla a marcare un’epoca. Tre portieri e altrettante strategie, tanti italiani che stanno diventando fortissimi (Melo si sapeva, Podda top scorer europeo, quest’anno Pulvirenti ha segnato qualcosa come 24 reti soltanto in campionato), una visione diversa da tutti. Ecco il segreto svelato. “Questione di atteggiamento”. Gli stessi occhi della tigre dei pluridecorati Borruto e Salas. Alt, niente paragoni, è solo il concept di chi si mangia il campo e si nutre di futsal dando tutto quello che dentro quel 40x20. “Non so se marcheremo un’epoca - precisa - so che abbiamo ancora fame di trofei e non ci faremo sopraffare dalla stanchezza”.
LA PROVOCAZIONE - Meta devastante in Supercoppa, prima in regular season. Se l’anno scorso si è andata a prendere lo scudetto ad Aversa, chissà che i playoff non siano già scritti pensando a tutti i match decisivi nell’inviolato PalaCatania. Podda ha appreso tanto quest’anno e non cade nella provocazione. “La rosa lunga ci ha aiutato finora, i gemelli Musumeci ci hanno dato una bella mano nella seconda parte di campionato. Abbiamo tanti italiani, ma non è deciso nulla - rimarca - come abbiamo vinto noi fuori casa, possono farlo altri. Si giocherà in pratica ogni tre giorni, ci sono tante squadre esperte e poi i rigori al termine di un pareggio possono cambiare tutto”. Ai quarti la trappola Sandro Abate e quel 5vs4 di cui Basile è un maestro. “Non lo fanno tanto per fare e ti spezzano il ritmo - sottolinea Podda - sarà una partita diversa dalle altre”. Chiosa col rumore dei nemici. “A me ha impressionato la Feldi, ci ha sempre battuto in campionato, anche se qui da noi abbiamo giocato ad Acireale. Squadra forte, panchina lunga e con tante accelerazioni”. Chissà cosa penseranno gli altri di questa Meta affamata.
Redazione C5 Live
Articoli correlati



