Calcio a 5 in Italia: dal dilettantismo formale a un ecosistema sempre più “professionistico”
In Italia il futsal vive una stagione di maturazione. Pur essendo inquadrato all’interno della Lega Nazionale Dilettanti della FIGC, il massimo campionato (Serie A) ha assunto negli ultimi anni dinamiche, standard organizzativi e visibilità che somigliano sempre più a quelle di un prodotto professionistico: accordi media, palinsesti tv, arene piene nelle gare di cartello, partecipazioni regolari alle competizioni UEFA, investimenti su vivai e obblighi strutturali per i club. Un’evoluzione che interroga lo status giuridico della disciplina (ancora “dilettantistica”) ma che, sul campo e sui bilanci, racconta altro.
Il perimetro regolamentare e i numeri del movimento
La Serie A è gestita dalla Divisione Calcio a 5, organo FIGC afferente alla LND: significa che, formalmente, non siamo nel calcio “professionistico” (ai sensi delle leghe Pro e superiori), ma dentro un quadro regolato e strutturato, con tesseramenti, licenze e comunicati ufficiali specifici. Proprio i comunicati più recenti hanno rafforzato l’impostazione “di sistema”: l’obbligo per le società di A di schierare formazioni giovanili (Under 17 e Under 15), con sanzioni economiche per chi non adempie, è un tassello tipico di ecosistemi professionali orientati allo sviluppo sostenibile dei vivai.
Sul piano quantitativo, il futsal s’inserisce nel quadro – in forte ripresa – del calcio italiano. L’ultimo ReportCalcio della FIGC fotografa quasi 1,5 milioni di tesserati nella stagione 2023-24 (1.131.906 calciatori), oltre 30 milioni di interessati e un’audience tv cumulata domestica oltre i 470 milioni di spettatori nel 2023-24. Dentro questo perimetro cresce anche il futsal, che beneficia di progetti scolastici e giovanili e di un’attenzione crescente per i format indoor. Nello stesso documento si sottolinea inoltre il momento storico del femminile: la Nazionale di futsal femminile si è qualificata al primo Mondiale della disciplina, segnale dell’allargamento della base e dell’alzarsi degli standard tecnici.
Visibilità: tv, streaming e arene piene
La progressione “pro-like” passa anche dai media. La Divisione ha rinnovato e ampliato la copertura: YouTube e Vivo Azzurro TV trasmettono in simulcast la gran parte delle gare; in aggiunta una partita a settimana della Serie A maschile va in diretta su Sky Sport, broadcaster anche dei grandi eventi (Finals, Supercoppa, Coppa Italia). La presentazione del calendario 2025/26 dagli studi di Sky Sport 24 chiude simbolicamente il cerchio di un campionato sempre più televisivo.
La maggiore esposizione ha trovato corrispondenza negli impianti. Emblematico il dato del PalaCatania in gara-2 delle Finals scudetto 2025: circa 5.000 spettatori per la sfida decisiva, record per la manifestazione, con la Meta Catania capace di cucirsi sul petto il secondo tricolore consecutivo. Sono immagini e numeri che aiutano la disciplina a dialogare con sponsor e amministrazioni locali, facendo percepire al pubblico un prodotto “eventizzato”, sempre più competitivo nel palinsesto sportivo italiano.
Competitività sportiva: club e Nazionali
Sul fronte dei risultati, l’Italia del futsal continua a essere rilevante. La Nazionale maschile vanta due Europei (2003 e 2014) e diversi podi mondiali, un’eredità tecnica che ha plasmato generazioni di giocatori e allenatori. Nel nuovo ciclo, il femminile si è guadagnato la ribalta mondiale, un traguardo che promette di accelerare reclutamento, competenze e investimenti nella filiera.
Anche i club crescono in Europa. Le italiane frequentano con continuità la UEFA Futsal Champions League: tra le più recenti, il Città di Eboli (Feldi Eboli) e il Catania (Meta Catania) hanno disputato il percorso europeo misurandosi con top club continentali; esperienze che, al di là del risultato, alzano standard logistici e competitivi, trasferendo know-how anche alla Serie A.
Governance, giovanili e sostenibilità
L’innalzamento dei requisiti “di base” per le società (obblighi Under 17 e Under 15, attività di base, adempimenti economico-organizzativi) è cruciale per far crescere atleti di talento e contenere i costi di mercato. Intanto, il quadro tesseramenti – con finestre specifiche e norme per atleti provenienti dal professionismo – chiarisce la volontà di rendere attrattivo il campionato senza snaturarne gli equilibri competitivi. In prospettiva, la continuità di questi strumenti è la condizione per immaginare un percorso di transizione giuridica verso forme di semi-professionismo riconosciuto, già oggi di fatto praticate da molte realtà di vertice.
Mercato, sponsor e “credibilità” del prodotto
La migliore distribuzione media, l’ascesa di club-bandiera e i dati di affluenza alimentano la credibilità commerciale del futsal. Nelle stagioni più recenti si sono visti naming rights di competizioni, title sponsor di leghe e un consolidamento della brand identity dei top club.
È in questo quadro che si colloca anche l’interesse dell’industry delle quote sportive per le competizioni di vertice: le principali manifestazioni nazionali e internazionali di futsal compaiono nelle lavagne dei bookmaker regolamentati come Betsson, uno degli operatori più noti nel comparto, al pari di altri sport indoor.
Case study: la Meta Catania e il “modello rosso-azzurro”
La doppietta scudetto 2024 e 2025 della Meta Catania ha raccontato un paradigma sportivo e manageriale interessante: valorizzazione del talento locale, scouting mirato, lavoro sui dettagli tecnici e un rapporto forte con la città. La combinazione con l’onda mediatica (dirette multi-piattaforma) ha portato all’exploit di pubblico nelle Finals, generando un circolo virtuoso tra performance e community. È un modello replicabile? Sì, se accompagnato da una governance chiara, investimenti nelle giovanili e una calendarizzazione “tv-friendly” che aiuti a fidelizzare pubblico e sponsor.
Articoli correlati
